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IL PROCESSO. A Brescia il Tribunale ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione per Krystyna Mykhalchuk, la colf di Rosanna Aber, morta dopo un volo dalla finestra della sua abitazione di Colognola.
Brescia
Dopo due ore e mezza di camera di consiglio la Corte d’Assise d’Appello , presieduta da Eliana Genovese (a latere Antonio Minervini), ha confermato la sentenza di primo grado : 18 anni di reclusione per Krystyna Mykhalchuk, la colf ucraina di 28 anni a processo per omicidio volontario aggravato con l’accusa di aver gettato dalla finestra del terzo piano Rosanna Aber, pensionata di 77 anni, il 22 aprile del 2022 a Colognola, quartiere di Bergamo.
La giovane doveva rispondere anche di furto e utilizzo indebito di carte di credito, perché -come lei stessa aveva ammesso - aveva utilizzato il bancomat dell’anziana, a insaputa di quest’ultima, per effettuare tre prelievi per un totale di 2mila euro. Ed è proprio per questo, secondo l’accusa, che la colf avrebbe ucciso la vittima, nel corso di una lite sfociata dopo che Rosanna Aber le aveva rinfacciato l’ammanco di denaro.
La 28enne si è sempre dichiarata estranea all’omicidio, secondo la difesa, infatti, la pensionata sarebbe morta per cause accidentali. In pratica si sarebbe arrampicata sul davanzale per controllare se la pulizia della finestra era stata effettuata in modo efficace.
Mercoledì 26 novembre in Tribunale a Brescia gli avvocati difensori dell’imputata ucraina, Andrea Pezzotta e Enrico Pelillo, avevano chiesto l’assoluzione della loro assistita oltre a un’integrazione probatoria per determinare il peso esatto di Rossana Aber, considerando che la tesi dell’omicidio si fonda sul fatto che la colf abbia sollevato la donna per farla cadere dalla finestra. I due difensori hanno anche chiesto un’ulteriore approfondimento sulla documentazione medica della Aber per capire se soffrisse di possibili patologie di natura psicologica che avrebbero potuto portarla al suicidio.
L’accusa, nella figura del sostituto procuratore generale a Giulia Labia, aveva, al contrario, c hiesto la conferma della sentenza di 1° grado, così come l’avvocato di parte civile, Alessandro Zonca, che rappresenta i due figli della vittima, Gianandrea e Elisabetta Besana.
L’avvocato Pezzotta dopo la pronuncia della sentenza ha affermato che: «Arriveremo a Roma in Cassazione con alcuni dubbi, tra cui quello di aver fatto due processi senza che sia stato certificato il peso della vittima, nonostante la tesi dell’accusa si basi sul fatto che la 28enne abbia sollevato la pensionata spingerla nel vuoto».
Il figlio di Rossanna Aber, Gianandrea Besana ha commentato: «Non siamo contenti perché la mamma non c’è più, avrei preferito stare con lei e soprattutto avrei preferito che lei avesse potuto vivere gli ultimi anni in serenità, però va bene così, perché abbiamo fatto giustizia».
Ha parlato anche l’avvocato di parte civile Alessandro Zonca, riferendosi alla tesi della difesa che sosteneva che Rosanna Aber si fosse arrampicata da sola sul davanzale della finestra: «Alla luce dei riscontri non c’era altra spiegazione che l’omicidio. Non può una persona di quell’età e con quelle patologie fare un movimento che prevede un minimo di agilità, che lei ovviamente non aveva».
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