
Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 17 Settembre 2025
Bergamo 2050: uno su tre sarà over 65. «Un osservatorio per salvare il welfare»
I DATI. Crollerà la fascia attiva 15-64 anni, meno famiglie con figli, i nuclei unipersonali saranno il 40%. L’allarme della Cisl: «Il modello di cura intergenerazionale andrà in crisi, servono proposte e investimenti»
L’invecchiamento, la solitudine, lo «sgretolamento» delle famiglie, la riduzione dei giovani. Il futuro è questo, in terra orobica come nel resto del Paese: lo raccontano le più recenti previsioni dell’Istat e lo ribadisce l’analisi della Cisl bergamasca. Proprio di fronte a una costellazione di numeri che non lascia intravedere segnali d’inversione, dal sindacato arriva una proposta: un «osservatorio demografico» che riunisca allo stesso tavolo tutti gli attori interessati al tema, dalle istituzioni alle associazioni di categoria passando dal Terzo settore, per «partire dai dati e condividere proposte d’azione».
Tutti i numeri
Il Dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo, insieme all’Fnp (la federazione dei pensionati), ha scavato tra le sfaccettature delle ultime proiezioni statistiche. Il punto di partenza è noto: prendendo come riferimento i dati reali del 2024, nel 2050 la popolazione dell’intera provincia crescerà (arriverebbe a 1.133.573 residenti, 23.146 in più, con un aumento del 2,1%), ma a cambiare profondamente sarebbe la distribuzione per fasce d’età. Gli over 65 sono destinati ad aumentare del 48,8%, passando da 249.553 a 371.342 (quasi 122mila in più): in altri termini, a metà secolo rappresenterebbero circa un terzo degli abitanti (oggi sono invece meno di un quarto).
Crollerà la fascia 15-64
A crollare, più che la fascia dei bambini e degli adolescenti (che si ridurrebbero del 5,3%, scendendo da 144.532 a 136.943), sarà soprattutto la fascia dell’età attiva e lavorativa: i 15-64enni della Bergamasca, che nel 2024 erano 716.342, nel 2050 saranno 625.288. Circa 91mila in meno del presente, con una flessione del 12,7% che pone inevitabili ricadute sulla sostenibilità del sistema di welfare. Sullo sfondo, la prosecuzione della «desertificazione» delle valli in favore dei centri urbani più grandi.

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