Bergamo, contro le truffe agli anziani la polizia locale nei quartieri

IL PROGETTO. In azione l’unità mobile. Coinvolti anche avvocato e psicologo. Angeloni: «Così intercettiamo anche chi non frequenta i Centri per Tutte le Età».

L’unità mobile della polizia locale va nei quartieri per aiutare gli anziani a non farsi raggirare, cadendo nella truffa, fenomeno che, spiega l’assessore alla Sicurezza del Comune, Giacomo Angeloni, «purtroppo c’è e l’attenzione deve restare alta». Tra le azioni messe in campo, gli incontri rivolti agli anziani che negli scorsi anni si sono rivolti soprattutto al pubblico dei Centri di tutte le età, i Cte.

In campo anche gli specialisti

Una progettualità che evolve, con gli agenti della polizia locale che da qualche settimana sono scesi in strada per intercettare gli anziani potenzialmente vittime dei truffatori. Non solo, il piano concordato con la Prefettura e finanziato dal ministero dell’Interno con circa 32mila euro, coinvolge diverse professionalità: uno psicoterapeuta, uno psicomotricista e un avvocato, per affrontare il problema a 360 gradi. Il Comune non parte da zero, ma sperimenta nuovi approcci: «Questa nuova modalità di lavoro per contrastare le truffe serve per intercettare gli anziani che non frequentano i Cte, oltre agli incontri formativi che saranno ancora organizzati nei quartieri, sempre nei Cte – spiega l’assessore Angeloni –. Gli agenti andranno con l’unità mobile nei quartieri e ci resteranno per due o tre giorni, si sposteranno tra negozi e parchi, andranno nei luoghi frequentati dai cittadini facendo informazione. Uno dei punti fermi nella campagna è il numero di telefono da conoscere nel caso in cui qualcuno suoni il campanello e chieda di entrare in casa per qualche motivo, per esempio il controllo del gas o dell’acqua. Se si ha il dubbio che si tratti di una truffa, prima di aprire la porta, è bene telefonare allo 035-399559: gli agenti della polizia locale sono pronti a intervenire per verificare».

Le truffe simulate

Nei Cte saranno promossi dei laboratori con attività di «role-play», in cui verranno simulate le truffe più comuni, dal finto tecnico del gas che chiede di poter fare un controllo al finto avvocato che fa credere alla vittima che un proprio parente sia rimasto coinvolto in un incidente stradale.

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Al lavoro sulle competenze emotive

Il progetto prevede anche attività che parrebbero esulare dal contesto ma che, spiegano gli operatori del Comune, risultano fondamentali sul fronte della prevenzione. Se un anziano è solo e poco stimolato dal punto di vista sociale è più facile che caschi in una truffa: «Si lavorerà sulle competenze emotive, per favorire l’espressione delle emozioni attraverso il movimento, il gioco e altre attività psicomotorie – si legge nella relazione allegata al progetto –. Questo aiuta gli adulti a riconoscere, comprendere e regolare le proprie emozioni, migliorando il benessere psicologico. È importante per ridurre tensioni, stress e gestire le “situazioni faticose”. Il lavoro psicomotorio in gruppo permette di sviluppare capacità relazionali, come l’empatia, la comunicazione, e la cooperazione».

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L’emotività di una denuncia

Nel caso in cui l’anziano sia stato raggirato, il Comune darà le informazioni per raccogliere le prove e per presentare denuncia. Insieme all’avvocato, si diceva, anche lo psicoterapeuta perché, spiega il Comune, «il momento della presentazione della denuncia si caratterizza per l’elevato grado di emotività: racchiude la speranza di ottenere ristoro del danno subito insieme alla vergogna di essere stati raggirati e lesi nell’elemento della fiducia». L’appello dell’assessore Angeloni è di «non avere vergogna nel denunciare di essere stati truffati: si tratta di gente che studia metodologie specifiche per ingannare le persone. Bisogna avere coraggio, la polizia locale è a disposizione, impegnata e sensibile al tema: nel 2024 sono state 12 le denunce per truffa, di cui 4 contro ignoti, mentre 8 persone sono state identificate».

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