Fiori in via Ghirardelli per Riccardo Claris, accoltellato in una lite tra tifosi - Foto/video

L’OMICIDIO. Riccardo Claris è morto a 26 anni, accoltellato nella notte tra sabato e domenica 4 maggio durante un litigio tra tifosi. Il tragico episodio è avvenuto in via Ghirardelli, nei pressi dello stadio di Bergamo. Il presunto omicida è un 18enne bergamasco incensurato (compirà 19 anni tra poche settimane, ndr), che è stato trasferito in carcere.

Bergamo

L’allarme da via Ghirardelli è scattato poco dopo l’1 della notte tra sabato 3 e domenica 4 maggio: un ragazzo di 26 anni, Riccardo Claris, di San Giovanni Bianco ma residente in Borgo Santa Caterina a Bergamo, è morto al culmine di una rissa che ha visto coinvolti una decina di ragazzi, nella zona dello stadio di Bergamo.

La lite nata per rivalità calcistiche

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Bergamo l’aggressione è avvenuta in via Ghirardelli, nelle immediate vicinanze dell’ingresso dell’abitazione del presunto omicida, un diciottenne bergamasco, incensurato: compirà 19 anni tra poche settimane.

L’accoltellamento si è verificato al culmine del litigio, scoppiato poco prima all’esterno di un bar in Borgo Santa Caterina tra due piccoli gruppi di tifosi, uno appartenente alla tifoseria atalantina, di cui faceva parte la vittima, e uno interista, di cui faceva parte, invece, l’indagato. Gli interisti erano in cinque: l’indagato con il fratello e altri 3 amici, mentre Claris si trovava con un gruppo formato da una decina di ragazzi.

Cori da stadio la causa delle tensioni

Tutto sarebbe partito per alcune strofe di cori da stadio che avrebbero causato le tensioni tra le tifoserie. Da Borgo Santa Caterina la lite è quindi sfociata in aggressione in via Ghirardelli dove l’indagato vive: sarebbe salito nella sua abitazione per recuperare un coltello, l’arma del delitto, che avrebbe utilizzato contro Claris.

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Ritrovato il coltello del delitto

Durante il sopralluogo, a poca distanza dal cadavere, sono stati ritrovati sia la lama, sia il manico del coltello da cucina in ceramica utilizzato per infliggere un unico fendente, rivelatasi poi letale. Il coltello si sarebbe infatti spezzato nel ferimento mortale di Claris.

Il 18enne accusato dell’omicidio è in carcere

La salma di Riccardo Claris è stata trasportata all’obitorio dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove verrà sottoposta all’autopsia nei prossimi giorni. Il 19enne è stato arrestato e portato in carcere, come disposto dall’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio di convalida del Gip. Il 18enne è stato fermato direttamente in strada, poco dopo il fatto: avrebbe ammesso le sue responsabilità ai carabinieri.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo, sono ancora in corso per chiarire nel dettaglio la dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità di altri soggetti.

Vani i soccorsi

Il giovane, nonostante sia stato subito soccorso dai sanitari del 118 che sono intervenuti con un’ambulanza e un’auto medica, è deceduto e tutti i tentativi di rianimarlo sono stati vani. Il ragazzo è stato colpito dalla coltellata alla schiena ed è morto poco dopo.

Un lavoro a Milano e la passione per il calcio

Incredulo il mondo sportivo atalantino, allo stadio di Monza nel primo pomeriggio di domenica uno striscione dei tifosi bergamaschi ha voluto ricordare Riccardo Claris. Il giovane, laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Bergamo, aveva seguito una specializzazione all’estero, in Lussemburgo. Studente modello, era appena stato assunto da un’azienda a Milano. Tifoso e frequentatore della Curva Nord dell’Atalanta, era appassionato di calcio e lui stesso un giocatore: aveva militato in diverse squadre di calcio della provincia, prima nelle giovanili dell’Albinoleffe, poi in promozione ed eccellenza. L’ultima squadra la Gavarnese

Nella serata di domenica l’interrogatorio di convalida non è stato ancora fissato, l’arrestato ha confermato al pm la dinamica dei fatti in un lungo interrogatorio avvenuto nel pomeriggio. In questo frangente avrebbe dichiarato di aver agito per difendere il fratello che era con lui.

La sindaca Carnevali: «Fatto gravissimo, disagio profondo»

«Oggi la nostra comunità è profondamente scossa per la drammatica e tragica vita distrutta di Riccardo che, per futili motivi, è stato ucciso per mano di un ragazzo che per tutta la sua esistenza avrà sulla coscienza la gravità dell’azione compiuta. Non solo da aindaca ma anche da genitore, il primo pensiero va alla famiglia Claris, perché non c’è dolore più grande e prova più difficile da sopportare come quella di non avere più un figlio, un fratello. A tutti loro esprimiamo la più sincera vicinanza e il cordoglio di tutta la città», sono le parole di elena Carnevali, sindaca di Bergamo.

«Non possiamo limitarci all’indignazione momentanea: siamo di fronte a un disagio profondo che attraversa le nuove generazioni e che trova terreno fertile in un contesto sociale sempre più fragile»

«Nessuna parola potrà colmare una perdita così grande, ma il nostro dovere è fare in modo che simili tragedie non si ripetano. Bergamo non è una città violenta e l’episodio di accoltellamento tra giovani avvenuto oggi è un fatto gravissimo, che ci interpella non solo come amministratori, ma come cittadini, genitori, educatori. Non possiamo limitarci all’indignazione momentanea: siamo di fronte a un disagio profondo che attraversa le nuove generazioni e che trova terreno fertile in un contesto sociale sempre più fragile».

«Questi atti di violenza che si verificano sempre più spesso tra giovani e giovanissimi - ricordiamo i recenti episodi di Torino, Milano, Napoli, Roma, Monreale, oggi anche Castelfranco Veneto -, non sono frutto del caso: rivelano solitudini, vuoti educativi, l’incapacità di avere consapevolezza della gravità degli atti nella vita reale».

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