In piazza Pontida per dire no alla violenza contro le donne

LA MANIFESTAZIONE. È iniziato con un flash mob domenica 8 giugno, il presidio della Rete Bergamasca contro la violenza di genere, come ogni mese in piazza per chiedere di fermare la violenza contro le donne e in tutte le sue forme.

I teli bianchi coprono i corpi delle manifestanti, distese a terra, immobili, per simboleggiare le vittime - per la gran parte donne e bambini - uccise a Gaza. È iniziato con un flash mob domenica 8 giugno, il presidio della Rete Bergamasca contro la violenza di genere, come ogni mese in piazza per chiedere di fermare la violenza contro le donne e in tutte le sue forme, compresa la guerra in Palestina.

Piazza Pontida si è riempita di manifestanti e cittadini - circa una 70ina di persone -, in molti con il foulard rosa al braccio, simbolo della lotta contro la violenza. «Sono state uccise altre cinque donne dall’ultimo presidio - denuncia senza mezzi termini Luisa Andreani in rappresentanza della rete -. Due sex worker, una ragazzina uccisa dal suo ex fidanzato appietrata, una donna bruciata viva in casa sua dal marito, e poi l’ultimo, l’omicidio in casa nostra a Cene. Ma che amore è quello tossico che uccide?» sottolinea.

«È un orrore e deve finire» è il grido di Andreani, accolto anche dai presenti in piazza Pontida e ribadito a ritmo di musica con l’esibizione del «Sud Ensemble» di Marilla Talarico, con la partecipazione di Pas Scarpato e Alex Brambilla.

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