Lotta all’evasione, Bergamo recupera oltre 5 milioni è quarta in Italia

DAL 2008 AL 2021. Riconoscimenti per accertamenti fiscali. È la quarta città in Italia dopo Milano, Genova e Torino. Gandi: «Primi fra i comuni non capoluogo di regione».

È un buon tesoretto, maturato anno dopo anno, frutto di una «caccia al tesoro» ben nota in Italia: la lotta all’evasione fiscale. Il Comune di Bergamo si conferma tra gli enti locali più virtuosi per quanto riguarda gli accertamenti fiscali: lo segnala anche la recente relazione della Corte dei Conti sul «rendiconto generale dello Stato», il documento che la magistratura contabile presenta ogni anno dopo aver passato sotto la lente il bilancio dello Stato.

Uno specifico paragrafo è appunto dedicato agli accertamenti fiscali promossi dai Comuni rispetto alla possibile evasione di imposte, tributi e tasse di competenza centrale; i frutti di questi accertamenti – in sostanza, le tasse non pagate che vengono scoperte – sono poi riconosciuti al Comune che ha avviato l’accertamento, e dal 2008 al 2021 il Comune di Bergamo ha così ricevuto 5 milioni e 317mila euro. In valore assoluto – si legge nella relazione della Corte dei Conti – è il quarto miglior risultato in Italia, subito dopo le performance di città metropolitane come Milano (12 milioni e 43mila euro), Genova (quasi 8,8 milioni di euro) e Torino (6 milioni e 932mila euro), che ovviamente contano un numero ben maggiore di residenti (e quindi potenzialmente un maggior bacino da cui recuperare tasse evase).

I dati del recupero fiscale

Nel dettaglio dell’analisi effettuata della Corte dei Conti, gli accertamenti fiscali di Palazzo Frizzoni hanno permesso al Comune di ricevere circa 4,5 milioni di euro dal 2008 (primo anno in cui è entrata in vigore la norma) al 2017, poi altri 309mila euro nel 2018, 190mila nel 2019, 188mila nel 2020, quasi 99mila nel 2021. La stima sul 2022 è ancora di poco inferiore ai 100mila euro.

Il commento di Sergio Gandi

«Sono risultati importanti, portati avanti ormai da lungo tempo, e che vedono stabilmente Bergamo al primo posto tra i comuni non capoluogo di regione – osserva Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al Bilancio di Bergamo -. Negli ultimi anni le somme si sono ridotte fisiologicamente: gli accertamenti degli anni precedenti hanno progressivamente ridotto la platea dell’evasione, dunque per questo c’è una riduzione».

Come funziona il meccanismo

La normativa sulle somme riconosciute ai Comuni per il loro impegno negli accertamenti fiscali è stata modificata più volte a partire dalla sua introduzione nel 2008 (e quindi in città ha attraversato l’ultimo scorcio dell’amministrazione Bruni, poi il quinquennio Tentorio, infine il doppio mandato Gori): inizialmente era previsto che lo Stato riconoscesse al Comune il 33% della somma emersa grazie a quell’accertamento, poi nel 2011 la quota è stata elevata al 50%, infine dal 2012 è salita al 100%. «Un tema – approfondisce Gandi – è stabilizzare in via definitiva il riconoscimento al 100%, perché negli anni è stato soggetto a proroghe. I nostri uffici hanno maturato una competenza importante, tale per cui sono stati chiamati a formare anche altri Uffici Tributi».

«Risultati nazionali modesti»

La situazione è peraltro molto diversificata a livello nazionale, come emerge sempre dalla sintesi della Corte dei Conti. Se Bergamo è citata tra i comuni in cui «spiccano performance positive», più complessivamente a livello nazionale – scrive la magistratura contabile – «la misura ha prodotto nel corso del tempo risultati modesti, con un numero ristretto di Comuni (peraltro, concentrati in poche regioni italiane) che ha conseguito risultati significativi dimostrando l’esistenza di capacità e pratiche in singoli enti, anche di contenute dimensioni, che andrebbero meglio valorizzate e condivise. Sembrerebbe dunque opportuno ricercare nuove possibili forme di cooperazione tra l’amministrazione centrale e gli enti territoriali, non finalizzate direttamente all’azione di accertamento, ma indirizzate a favorire l’adempimento spontaneo dei contribuenti».

Le imposte locali

Gli uffici di Palazzo Frizzoni sono poi ovviamente impegnati anche sugli accertamenti legati alle imposte locali, Imu e Tari in primis: «Con risultati importanti», spiega Gandi, considerato che nel 2022 il solo recupero dell’Imu è pari 7,5 milioni di euro, tra «versamenti spontanei» (2 milioni di euro relativi ad anni precedenti) e «avvisi di accertamento» (5,5 milioni di euro). «È sia un elemento di equità e di giustizia – osserva Gandi – sia un bel sostegno per il bilancio comunale».

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