Cronaca / Bergamo Città
Martedì 02 Dicembre 2025
Ottava torre, l’ospedale di Bergamo crescerà del 10%. Non soltanto superfici, altri 92 posti letto
L’AMPLIAMENTO. Via libera della Giunta regionale: i 15.600 metri quadrati in più ospiteranno l’Oncoematologia. Locati: «Riassetto funzionale per gli altri spazi». Malanchini e Anelli: «Una vittoria, cure sempre più avanzate».
Un altro passo è stato compiuto. La Giunta regionale ha approvato l’accordo di programma integrativo con lo studio di fattibilità aggiornato per la realizzazione della Torre 8 dell’ospedale «Papa Giovanni». È un via libera che permette di avvicinarsi alla progettazione e alla realizzazione della nuova struttura, che sarà votata specificamente all’oncoematologia e consentirà anche una riorganizzazione degli spazi attuali.
Come sarà
In concreto, infatti, il «Papa Giovanni» crescerà del 10%. Si riassume così l’ordine di grandezza dell’intervento: l’ospedale di Bergamo è stato avviato a dicembre 2012 con una superficie lorda di 156mila metri quadrati, su progetto degli architetti Zublena e Traversi, e l’«aggiunta» per la Torre 8 sarà pari a 15.600 metri quadrati. La nuova ala si svilupperà su cinque piani fuori terra più uno interrato; l’operazione annovera anche il prolungamento della piastra centrale e dei lavori sull’Hospital street. In più, nell’ottica della rivisitazione complessiva degli ambienti, nelle altre torri verranno ristrutturati 7.500 metri quadrati. Saranno accreditati 38 posti letto per le nuove attività nell’ambito del Servizio sanitario nazionale e altri 54 per le attività riorganizzate, come le macroattività ambulatoriali complesse di area oncoematologica, pediatrica, internistica e chirurgica.
«Il riassetto complessivo delle altre torri consentirà di migliorare i flussi, rendere più chiari i percorsi tra adulti e bambini, tra acuti e cronici, e favorire un ambiente di lavoro ancora più funzionale»
«Non si tratta soltanto di ampliare gli spazi – spiega Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni -, ma di ripensare in modo organico la struttura assistenziale e logistica dell’ospedale alla luce dei bisogni emergenti dei pazienti e dei progressi della ricerca clinica». L’approvazione dello studio di fattibilità «rappresenta un passo strategico per l’evoluzione dell’ospedale», rileva Locati, e così «poniamo al centro della progettazione il principio che la cura sia innanzitutto un percorso personalizzato, integrato e sostenuto da competenze multidisciplinari. Il riassetto complessivo delle altre torri consentirà di migliorare i flussi, rendere più chiari i percorsi tra adulti e bambini, tra acuti e cronici, e favorire un ambiente di lavoro ancora più funzionale per i professionisti che ogni giorno si prendono cura delle persone».
Per rendere possibile tutto ciò, il quadro economico si assesta su un valore totale di 100 milioni di euro, tra fondi della Regione (52,5 milioni) e fondi dello Stato, già assicurati da provvedimenti deliberati nei mesi scorsi. In questa somma sono conteggiati anche gli oneri per alcune modifiche viabilistiche e delle aree esterne (come i nuovi parcheggi), per le attrezzature e le apparecchiature tecnologiche, per gli arredi e per spese tecniche, progettazione e collaudi.
Istituzioni e politica
Sul fronte istituzionale, il provvedimento deliberato in giunta si inserisce in un «pacchetto» che contempla anche gli ammodernamenti dei nosocomi di Esine (per il quale sono stati messi a disposizione 36 milioni di euro) e Sondrio (70 milioni). «Regione Lombardia – commenta Guido Bertolaso, assessore al Welfare – prosegue nell’obiettivo di un razionale utilizzo dei fondi dello Stato e delle risorse proprie per la realizzazione di interventi volti alla riqualificazione e riorganizzazione della rete ospedaliera. Un lavoro mirato a migliorarne la funzionalità e l’efficienza, per renderla più coerente con le moderne esigenze di diagnosi e cura e, naturalmente, più idonea a soddisfare i bisogni sanitari dei cittadini». In chiave locale, «i 100 milioni di euro che saranno erogati serviranno a costruire la Torre 8 del “Papa Giovanni”, da dedicarsi all’oncoematologia – rimarca Claudia Terzi, assessore a Infrastrutture e Opere pubbliche -. Questo migliorerà la funzionalità e l’efficienza di una realtà ospedaliera che si conferma un’eccellenza all’avanguardia per rispondere alle moderne esigenze di diagnosi e cura e soddisfare i bisogni sanitari dei cittadini».
«Punto di riferimento per il territorio»
Soddisfazione la esprimono gli esponenti della maggioranza: «Si tratta di una grande vittoria della Lega – rivendicano i consiglieri regionali Giovanni Malanchini, presidente della Commissione Autonomia, e Roberto Anelli, vicepresidente della Commissione Sanità -: abbiamo lavorato lungamente al progetto sin dalla scorsa legislatura e ora, grazie al Piano Lombardia, diventa realtà. L’ospedale di Bergamo è un punto di riferimento molto importante per il territorio perché è un centro di eccellenza sanitaria, riconosciuto sia in Italia che a livello internazionale, e un punto di riferimento in Lombardia. La Regione ha già stanziato 52,5 milioni dei 100 che serviranno. Sarà così possibile valorizzare la struttura, garantendo ai cittadini cure sempre più vicine, tempestive e tecnologicamente avanzate». «Un investimento strategico – lo definiscono Pietro Macconi, Alberto Mazzoleni e Michele Schiavi, consiglieri regionali di Fratelli d’Italia – per potenziare la capacità ospedaliera e migliorare i servizi offerti ai cittadini. Interventi come questo confermano la centralità del territorio nella programmazione sanitaria regionale e la volontà di rendere la rete ospedaliera sempre più moderna, efficiente e vicina alle esigenze dei lombardi». «Gli sforzi messi in campo da Regione Lombardia in ambito sanitario nell’ultimo periodo sono sotto gli occhi di tutti – le parole di Jonathan Lobati, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Territorio al Pirellone -. Prosegue così il percorso di Regione in un’ottica di potenziamento di servizi ed edilizia sanitaria con progetti che prevedono un notevole investimento in sinergia con lo Stato».
L’intervento e la riorganizzazione
L’ottava torre sorgerà nell’area ovest dell’attuale sedime, in prossimità del «Giardino dell’incontro». In essa si concentrerà tutta l’attività oncoematologica, con i reparti di degenza ordinaria, diurna e ambulatoriale; saranno presenti anche posti letto riservati alla ricerca clinica e letti riservati ai pazienti oncologici provenienti dal pronto soccorso. Il risultato combinato sarà quello di spazi più innovativi, di percorsi più funzionali e di una presa in carico più sicura e immediata.
Il prolungamento della piastra centrale permetterà di estendere e rinnovare i laboratori aziendali, in particolare quelli della genetica medica, il Servizio di immunoematologia e Centro trasfusionale e il Laboratorio Paolo Belli
Al contempo, si ridefinirà l’organizzazione delle torri già esistenti secondo un «effetto domino». La Torre 2 diventerà la «Torre pediatrica» con servizi rivolti esclusivamente a bambini e ragazzi, senza più aree promiscue con quelle degli adulti. La «Torre della salute mentale» troverà casa nell’attuale Torre 7, e lì avranno sede anche i nuovi spazi della Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza con 12 posti letto, oltre a quelli per gli adulti (inclusi i detenuti ricoverati). La Torre 3, riservata alle neuroscienze, sarà potenziata mediante il trasferimento dell’unità spinale (10 posti letto) attualmente presente nel presidio riabilitativo di Mozzo. Infine, la Torre 4 diventerà la «Torre delle chirurgie e dell’area trapianti»: ci saranno la Gastroenterologia 1 e la Pneumologia, un’area endoscopica dedicata che permetterà di rafforzare una linea strategica tra le più avanzate (compreso il Trauma Center), in relazione con la Torre 5 del Dipartimento Cardiovascolare e alla Torre 6 dell’Area medica; saranno previste anche stanze di isolamento e pressione modulabile per la gestione degli assistiti più fragili e fast-track dal Pronto soccorso.
La ricerca
Nel ridisegno del «Papa Giovanni», un capitolo ulteriore riguarda la ricerca. «La vicinanza fisica e concettuale tra cura e ricerca non è un dettaglio architettonico – osserva Locati -: è la condizione che permette di tradurre più rapidamente le scoperte scientifiche in opportunità terapeutiche concrete». Il prolungamento della piastra centrale permetterà di estendere e rinnovare i laboratori aziendali, in particolare quelli della genetica medica, il Servizio di immunoematologia e Centro trasfusionale e il Laboratorio Paolo Belli, cuore della nuova «Next Generation Sequencing (Ngs) Facilities» per la diagnostica genomica, nel solco dello sviluppo futuro del «Molecular Tumor Board» aziendale. Nella nuova area si troverà anche una sezione autonoma per la procreazione medicalmente assistita e per la «banca dei tessuti connessi», e questo spostamento renderebbe possibile anche l’ampliamento dell’adiacente area robotica chirurgica. «L’ospedale – conclude Locati – continua così a crescere come luogo di diagnosi, cura, riabilitazione avanzata, di formazione, di scienza e di relazioni umane. La Torre 8 è un investimento sulle persone e sul futuro della sanità pubblica, in cui l’innovazione non è fine a sé stessa, ma strumento per garantire dignità, prossimità e qualità dell’assistenza».
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