Raid russi su Leopoli, ore di paura per un gruppo di bergamaschi

IL CASO. Ore di paura per 110 pacifisti italiani - tra cui una ventina di bergamaschi - della missione del Movimento europeo di azione non violenta (Mean) che nella notte tra sabato e domenica 5 ottobre si sono trovati ad assistere all’attacco russo nei cieli dell’Ucraina.

Leopoli

Attorno al treno su cui viaggiavano gli italiani, quando erano ormai vicino a Leopoli, presa violentemente di mira dai missili russi, ci sono state continue esplosioni. Il gruppo di pacifisti lo scorso 2 ottobre era a Kiev per partecipare al Giubileo della Speranza promosso dal Movimento europeo azione non violenta (Mean), al quale hanno aderito Agesci, Acli, Masci, Azione Cattolica, Focolari, Sale della Terra e Base. La delegazione più numerosa è quella bergamasca, composta da 20 persone, tra le quali il nostro collega giornalista Andrea Valesini e il sindaco di Bonate Sopra Matteo Rossi. Su L’Eco di Bergamo in edizione cartacea e digitale del 6 ottobre il racconto di Valesini di quanto accaduto.

I pacifisti stanno bene

Il bergamasco Raimondi: «Noi non siamo stati sfiorati da nessuna bomba, da nessun drone: eravamo alla stazione di Leopoli sul treno che ci portava da Kiev alla Polonia e mentre eravamo in partenza abbiamo visto una parte dell’attacco aereo significativo che ha colpito la città»

I pacifisti, provenienti da 35 associazioni, stanno tutti bene: tra loro una ventina di bergamaschi, tra cui il portavoce del Mean Marcello Raimondi. «Noi non siamo stati sfiorati da nessuna bomba, da nessun drone: eravamo alla stazione di Leopoli sul treno che ci portava da Kiev alla Polonia e mentre eravamo in partenza abbiamo visto una parte dell’attacco aereo significativo che ha colpito la città». La loro, racconta, è stata «una missione giubilare, nel senso letterale del termine, con una parte religiosa piuttosto significativa e una parte laica che ci ha permesso di condividere con la società civile di Kharkiv, sotto attacco aereo, il desiderio di speranza e una forte volontà di continuare e a vivere e costruire».

Il treno era partito da Kiev ed era in viaggio verso la Polonia. Gli attacchi sono iniziati a ovest della capitale, nell’oblast di Zhytomyr, sono seguiti a Rivne e soprattutto a Leopoli. Il treno è rimasto fermo per circa due ore, poi è ripartito verso la Polonia. Da qui il gruppo bergamasco raggiungerà l’Italia in aereo dall’aeroporto di Cracovia.

Nel gruppo in missione anche il sindaco di Bonate Sopra Matteo Rossi: «Eravamo 110 attiviste e attivisti, eravamo in treno da Kharkiv, via Kiev, per poi arrivare in Polonia - ha raccontato ai media -. Dopo cinque giorni di missione di pace, alla stazione di Leopoli siamo stati coinvolti nel bombardamento di missili e droni sulla città. Stiamo tutti bene, e ovviamente il pensiero vogliamo che vada più che a noi, che siamo all’aeroporto di Cracovia pronti per imbarcarci, alla popolazione ucraina e a tutte le persone incontrate in questi giorni. Alle persone che restano là, in Ucraina: è su di loro che dobbiamo continuare a tenere la luce accesa. Noi stiamo tornando a casa, loro restano invece sotto le bombe ogni giorno, con gli allarmi bomba che continuano a suonare. Non dobbiamo dimenticare queste persone».

L’Ambasciata d’Italia a Kiev si è messa subito in contatto con loro e in giornata hanno superato il confine polacco, per poi fare rientro in Italia. «Abbiamo provato quello che si prova in Ucraina tutti i giorni, ovvero vivere sempre con il terrore addosso, di dovere fuggire, di vedere esplodere la tua casa. Noi stiamo bene, abbiamo solo assistito alle esplosioni a Leopoli», ha sottolineato Angelo Moretti, presidente ed animatore del Project Mean.

Il Mean e le sue missioni

Il Mean è stato fondato subito dopo l’invasione russa e lo scoppio del conflitto, nel 2022. Il «Giubileo» è stata la 14esima missione di questo movimento in Ucraina: «È un progetto che raccoglie molte sigle della società civile italiana – lo aveva spiegato così Raimondi prima della partenza -. Vogliamo stare vicini alle vittime, nel solco del pensiero di Alex Langer, tra i fondatori della marcia di Sarajevo, che aveva intuito come, in situazioni così tragiche, è fondamentale affiancare organismi professionali, dei “Corpi civili di pace” che si possano occupare della ricostruzione materiale e psicologica delle persone».

La solidarietà del Pd bergamasco

«Esprimiamo la nostra più vicina solidarietà e profonda gratitudine ai 110 volontari italiani, scampati stanotte ai pericolosi raid russi nella zona di Leopoli, di ritorno dalla decima missione del Movimento Europeo di Azione Nonviolenta» ha scritto Gabriele Giudici, per il Partito Democratico di Bergamo. «Il coraggio di questi cittadini è un faro di umanità in mezzo all’orrore della guerra. A loro, e in particolare agli amministratori e agli attivisti del Partito Democratico e della comunità bergamasca che erano presenti in quella missione, va il nostro più sentito ringraziamento e un ideale abbraccio per l’opera di volontariato, cooperazione e aiuto che continuano a svolgere con straordinario impegno»

«Questo grave episodio, che ha visto i nostri connazionali testimoni diretti dell’intensificarsi dei bombardamenti nella zona ovest dell’Ucraina, non deve distogliere l’attenzione da ciò che il popolo ucraino vive ogni giorno. Al contrario, deve spingerci a rafforzare la nostra azione politica e diplomatica, in linea con i valori di solidarietà e giustizia sociale che sono il fondamento della nostra comunità, per poter fermare questa guerra».

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