Scuola, venti cattedre ancora senza docente. «Sistema da rivedere»

ISTRUZIONE. A un mese dalla ripresa delle lezioni mancano insegnanti di filosofia, matematica e arte. I sindacati: «Criticità che continuano a ripetersi».

A un mese dall’inizio della scuola, in Bergamasca il nodo dei supplenti e delle cattedre scoperte non è ancora stato risolto. È arrivato al numero 13 il bollettino di convocazione per assegnare le supplenze agli aspiranti docenti dalle graduatorie provinciali delle supplenze (Gps) per coprire i posti vacanti al 30 giugno o al 31 agosto. E, nonostante le nuove nomine e lo scorrimento delle graduatorie, sono ancora una decina in tutta la Bergamasca le cattedre da Gps scoperte che equivalgono ad alunni e classi ancora senza docenti. A cui se ne aggiungono altrettante per gli interpelli. La maggior parte dei posti vacanti sono alle scuole superiori in materie come filosofia, scienze, matematica e storia dell’arte. Tutte discipline dove si fa fatica a trovare personale qualificato e disponibile.

Come vanno gli «interpelli»

La stessa carenza di materie, infatti, si vede anche negli «interpelli», vale a dire una procedura di chiamata diretta gestita dalle singole scuole in cui l’istituto indica in quale classe di concorso manca il docente e a cui l’aspirante, anche non nelle graduatorie, può candidarsi. Una via che le scuole possono intraprendere solo in caso di supplenze di breve durata (non quindi cattedre al 30 giugno o al 31 agosto come per le Gps) e se anche le graduatorie d’istituto (interne alla scuola, in poche parole) sono esaurite. E queste, per determinate materie, si sono esaurite già da tempo. I più ricercati sono docenti di lingue straniere, matematica e scienze.

Dall’inizio dell’anno sono già state pubblicate 42 tabelle riassuntive degli interpelli per il conferimento di supplenza personale docente, con nuove tabelle pubblicate spesso da un giorno all’altro, ognuna contenente più o meno una quindicina di richieste. Per un totale, in poco più di un mese, di più di 600 posti vacanti che, nel corso delle settimane, sono stati coperti (l’ultima tabella ne riporta ancora 12 liberi) per lo più da personale non inserito in graduatoria e spesso alla primissima esperienza da docente. Ne restano però ancora scoperti un’altra decina, per un totale di cattedre ancora in attesa di un docente, tra Gps e interpelli, intorno alla ventina in tutta la Bergamasca. Dati che dimostrano, ancora una volta, il grandissimo fabbisogno di personale precario. E questo nonostante le nuove immissioni in ruolo (quest’anno, in bergamasca, sono state 2.179 in tutte le classi di concorso) e i sempre nuovi concorsi. Ne è appena stato bandito uno nuovo: il terzo e ultimo finanziato dai fondi Pnrr che ha messo a bando 5.200 posti, in ogni ordine e grado, in Lombardia (il dato provinciale non è ancora disponibile).

La nuova piattaforma

Dal 10 ottobre è attiva la piattaforma dove gli aspiranti docenti possono presentare la propria istanza di partecipazione entro il 29 ottobre. Si prospetta che le prime prove saranno entro la fine dell’anno, ma ancora niente è deciso. Tra graduatorie, interpelli, supplenti e nuovi concorsi (che, inevitabilmente creeranno sì nuove possibilità, ma anche più precariato tra chi, vincitore dei concorsi ordinari pre Pnrr, aspetta ancora il suo posto di diritto), il panorama scolastico, anche bergamasco, non appare così roseo. Il precariato è ancora a livelli decisamente alti e la continuità didattica non è garantita. Lo dimostrano i numeri: nonostante gli sforzi, la scuola italiana senza precari non riesce a garantire che tutti gli alunni abbiano un docente.

«Servono organici stabili»

«A circa un mese dall’inizio dell’anno scolastico i dati confermano criticità che si trascinano da anni: il sistema di reclutamento e la gestione degli organici vanno ripensati. È ormai evidente che i soli concorsi non bastano a coprire il fabbisogno di docenti. Serve un doppio canale che valorizzi anche l’esperienza dei tanti precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole. La scuola non può essere gestita con logiche di bilancio: servono organici stabili e criteri qualitativi, legati ai bisogni reali delle comunità educanti», commenta Paola Manzullo, segretaria generale della Cisl Scuola Bergamo. «Rispetto ai concorsi Pnrr si rileva una gestione poco efficace – aggiunge Fabio Cubito, segretario generale Flc Cgil Bergamo – sono stati messi a bando 5.200 posti per la Lombardia ma, come già accaduto con i precedenti bandi Pnrr 1 e Pnrr 2, i tempi limitati per iscriversi e per acquisire le abilitazioni hanno portato a coprire solo una parte minima delle posizioni disponibili». «Gli interpelli raccontano anche di una significativa carenza di personale nella scuola primaria e dell’infanzia che viene reclutato senza le qualifiche necessarie – fa presente il coordinatore territoriale della Uil Bergamo, Pasquale Papaianni –. E la recente tornata di vincitori dei concorsi Pnrr non sembra rispondere adeguatamente alle esigenze più urgenti del personale».

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