
Cronaca / Bergamo Città
Martedì 24 Giugno 2025
«Strade montane come circuiti». Si chiedono più controlli per le moto
LA POLEMICA. Le comunità lamentano disagi causati dal rumore: «È fortissimo». Ma c’è anche un rischio per la sicurezza. Mezzoldo ha ottenuto l’invio della Polstrada con il telelaser, Taleggio valuta controlli mirati nei fine settimana.
Tornanti, chicane, salite e discese tra paesaggi montani o a strapiombo sull’acqua. Non è solo il passo di Zambla a essere meta (quando non è preso letteralmente d’assalto) dei motociclisti. Una forma di turismo, quello in sella alla due ruote tra rombi di motore e «pennellate» tra le curve più dolci delle strade bergamasche. Ma che si trasforma in un disagio per residenti e turisti quando le strade che portano ai passi o le litoranee si trasformano in un circuito alla stregua del circuito del Mugello o di Imola.
A lanciare l’allarme sul problema delle moto nei week end estivi sono stati per primi i sindaci della Val Serina . Ma il fenomeno, tra rombi assordanti, velocità elevate e disagi per gli altri utenti della strada, riguarda diverse aree della provincia, da cui arrivano segnalazioni e lamentele.
In Valle Brembana
In Alta Valle Brembana la sindaca di Mezzoldo, Stefania Siviero, segnala un disagio divenuto strutturale: «Il problema delle moto lo viviamo anche noi, soprattutto nella zona del Passo San Marco. Da anni dialoghiamo con la Prefettura di Bergamo, anche su sollecitazione dei cittadini che hanno raccolto firme per chiedere interventi. Purtroppo, dato che la 470 è una statale, non si possono installare dossi o altre misure fisiche, ma l’anno scorso siamo riusciti a ottenere almeno l’invio della Polizia stradale con il telelaser, e così anche a Olmo al Brembo». Il Comune ha chiesto che questa iniziativa venga replicata anche quest’anno: «Capisco che sia bello percorrere una strada panoramica come la nostra, ma non è accettabile trasformarla in un circuito motociclistico. Ben vengano i motociclisti, se attraversano con rispetto, come spesso fanno gli stranieri. Ma nei weekend passano migliaia di moto: il rumore è fortissimo e il rischio per anziani e turisti è reale».
In Val Taleggio
Segnalazioni arrivano anche dalla Val Taleggio, come conferma Gianluca Arnoldi, sindaco di Taleggio: «Ben vengano moto e bici, ma nei centri abitati serve rispetto per il codice della strada. A Olda, per esempio, la chiesa è proprio sulla strada, e la domenica c’è tanta gente a piedi. Stiamo valutando di chiedere alla Prefettura controlli mirati il sabato e la domenica, perché la sola presenza delle forze dell’ordine è un deterrente».
Un problema confermato anche da un lettore: «La vita a Olda è diventata impossibile per il passaggio continuo di moto, spesso con silenziatori modificati – scrive in una lettera alla redazione –. Nei week end non riusciamo nemmeno più a parlare per il frastuono. In Svizzera, i motociclisti montano silenziatori regolari per paura delle multe, qui invece nessuno controlla. Siamo esasperati».
Nel Sebino
Alcune strade sono più esposte al «problema» di altre. La Valle Rossa, che collega Cene e Bianzano, viene spesso percorsa da motociclisti, ma non si trasforma in una pista. Cosa che, invece, a volte avviene sulla litoranea sebina occidentale: la strada che costeggia la sponda bergamasca del lago d’Iseo è una delle mete predilette dai biker, soprattutto nei fine settimana. Uno dei tratti più frequentati dai motociclisti, che siano di passaggio perché diretti ai valichi o che facciano il giro del lago, è quello tra Predore e Castro, dove la statale si snoda tra la roccia degli «Orridi» e l’acqua cristallina. Ma dato che con il bel tempo la litoranea è presa d’assalto anche da auto e bici, non mancano gli incidenti, tanto che negli anni se ne contano di gravi o perfino mortali.
«Il problema non sono le moto, ma i conducenti – spiega Patrizia Carizzoni, sindaca di Castro –, alcuni sono veramente spericolati, mettendo in pericolo loro stessi e gli altri utenti della strada. C’è poi la questione dei parcheggi: noi non ne abbiamo di dedicati, ma serve buonsenso anche per lasciare la moto, affinché non ostacoli la circolazione, i passaggi pedonali e l’uscita dai garage. Noi abbiamo un semaforo che funge da dissuasore: oltre una certa velocità scatta il rosso, ma non tutti purtroppo si fermano. La scorsa settimana un motociclista si è fermato per far attraversare un pedone, ed è stato travolto da un automobilista. È l’esempio che serve il rispetto delle regole da parte di tutti».
A Riva di Solto, invece, i parcheggi per le moto in piazza e sul lungolago sono diventati a pagamento, non senza alcune lamentele da parte dei biker, abituati a parcheggiare gratis sul Sebino. «All’isola d’Elba e in Costiera amalfitana si pagano da anni, perché non qui? – dice il sindaco, Lorenzo Lazzari –. Quanto al rumore, nei week end estivi è un tormento: sentiamo le moto che escono dalla galleria di Portirone e arrivano accelerando fino al Bögn come se fossero in pista. Avevamo chiesto ad Anas di installare un autovelox sulla 469, ma la risposta è stata negativa».
Si chiedono prudenza e controlli
Risalendo in Valle di Scalve, il sindaco di Colere, Gabriele Bettineschi, pur non segnalando criticità gravi, riconosce la grande affluenza di moto nel weekend. «Da noi i passi più frequentati sono Presolana e Vivione. Non è semplice fare certe manovre: la strada è stretta, bisogna stare attenti, e infatti da noi le criticità sono meno evidenti. Ma quando senti arrivare certe moto sembra davvero di essere al Mugello». E aggiunge: «Io sono ciclista, so cosa vuol dire sentirsi sfrecciare un mezzo accanto a tutta velocità. Serve comunque prudenza».
Condivide l’approccio anche il sindaco di Schilpario, Claudio Agoni: «Finché restano sulla strada principale e rispettano le regole, ben vengano: è un turismo su cui io punto. E nei centri abitati, da noi, non ci sono problemi particolari, anche perché c’è una tangenziale che evita il passaggio diretto nei paesi». Insomma, se da una parte il turismo motociclistico porta risorse, dall’altra, senza controlli e rispetto delle regole, rischia di diventare un serio problema di convivenza. La richiesta che arriva da più sindaci è una: non fermare il passaggio, ma regolamentarlo. Con più controlli, più educazione e più rispetto per chi, in quei luoghi, ci vive o ci viene a cercare un po’ di pace.
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