
(Foto di Colleoni)
L’OPERA. Il nuovo assetto nell’ambito dei lavori per l’e-Brt: i semafori di via San Giorgio e Carducci solo a chiamata. In ritardo invece il cantiere di Rfi per il raddoppio ferroviario. L’assessore Berlanda: «Si rischia l’effetto a catena».
Le strisce gialle a terra e i new jersey sono provvisori, l’assetto viabilistico invece è già quello definitivo. L’incrocio di largo Tironi cambia pelle con la nuova grande rotatoria, ormai delineata dalla segnaletica orizzontale (le strisce gialle tracciate sull’asfalto), e giocoforza con alcuni piccoli cambiamenti per la circolazione.
Della maxi rotonda realizzata nell’ambito del cantiere per l’e-Brt mancano praticamente solo cordoli e aiuole, che arriveranno nei prossimi mesi, ma per il resto le auto scorrono come previsto dall’aggiornamento del modello di traffico: con i semafori di via San Giorgio e via Carducci di fatto sempre verdi e un passaggio dei veicoli in maggiore sicurezza. «La scorsa settimana sono iniziati i lavori di ridisegno della rotatoria di largo Tironi, un’opera funzionale non solo a prevedere la futura immissione dell’e-Brt, ma anche a fluidificare il traffico della zona – spiega Marco Berlanda, assessore alla Mobilità –. I semafori di via San Giorgio e via Carducci infatti rimangono, ma solo per la chiamata pedonale, e la rotatoria che prima era un po’ anomala, senza un vero rispetto delle regole canoniche di precedenza, con questo ritocco metterà in sicurezza la circolazione nell’area», aggiunge Berlanda, che di questo e altri cantieri che investiranno l’area di San Tomaso ha discusso lunedì con la Rete di quartiere. Un incontro informativo al Cte di via Caprera - insieme all’assessore alla Partecipazione, Claudia Lenzini, e al dirigente comunale del Servizio Mobilità, Silvano Armellini - per fare il punto sui tempi e gli impatti delle opere pubbliche.
La maxi rotonda non sembra avere generato particolare caos salvo qualche piccolo rallentamento venerdì, dovuto - secondo quanto riferisce Atb - alla movimentazione dei mezzi per applicare la segnaletica che simula la futura area in via San Giorgio (ma sempre garantendo il doppio senso di marcia). I lavori per realizzare la rotatoria e l’infrastruttura a supporto dei nuovi bus elettrici per il collegamento Bergamo-Dalmine-Verdellino infatti, confermano sia il Comune sia Atb, procedono senza ritardi.
Quello che preoccupa invece è il cantiere per il raddoppio ferroviario sulla linea Bergamo-Ponte San Pietro. I ritardi di Rfi, che hanno causato in particolare il rinvio della chiusura del ponte di via San Bernardino per il suo ampliamento, portano «ulteriori ritardi a catena», sottolinea l’assessore. «La chiusura del ponte è ora prevista entro la fine di agosto, e comunque prima della riapertura delle scuole. Questo darà 10-15 giorni di tempo agli automobilisti per abituarsi alla nuova viabilità e alle annesse deviazioni», dice Berlanda.
Il vero problema è che la chiusura del sovrappasso (che durerà 9 mesi) potrebbe far slittare a ruota i lavori in via Moroni. «È l’incognita maggiore quella dei lavori in via Moroni, dove è previsto l’ultimo degli interventi più importanti, che però rischia di subire altri ritardi – commenta l’assessore –. Il Comune ha sempre tenuto a sottolineare che la chiusura del passaggio a livello non potesse avvenire in concomitanza con i lavori al ponte di San Bernardino. Quando questo riaprirà infatti inizieranno le opere in via Moroni: prima con il raddoppio dei binari per poi rimettere in funzione il passaggio a livello. Mentre il sottopasso potrebbe arrivare in un secondo momento».
Un cronoprogramma intricato, da portare a termine entro il 2026 per non perdere i fondi del Pnrr, e a cui si aggiunge la richiesta avanzata dai residenti del quartiere di avere lungo la ferrovia barriere fonoassorbenti meno impattanti rispetto a quelle ipotizzate da Rfi, alte fino a 7 metri. «I cittadini preferirebbero pannelli più bassi e trasparenti. È una questione di qualità della vita non indifferente, su cui torneremo a discutere», conclude Berlanda.
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