«Dalla Bassa al capoluogo due ore perse al giorno»
IL REPORTAGE. Il viaggio quotidiano di due automobilisti verso e da Bergamo. Più tempo da Treviglio, un po’ meglio da Romano. «Peggio rispetto al passato».
Un’ora e mezza quando va bene, anche due quando va male. E, a volte, pure di più. È il tempo che impiega – per non dire spreca – chi deve raggiungere il capoluogo partendo dalle due principali località della pianura bergamasca: Treviglio, nella zona ovest della Bassa, seconda città per numero di abitanti della nostra provincia, con circa trentunomila residenti, storicamente un po’ slegata da Bergamo (anche perché in passato appartenne al Ducato di Milano quando il capoluogo e quasi tutto il resto dell’attuale provincia erano sotto la Repubblica di Venezia, con lo storico «Fosso bergamasco» a fare da confine), e Romano di Lombardia, cittadina centrale alla nostra pianura, da sempre legata al capoluogo, oggi abitata da circa ventunomila persone.
Due centri importanti, diversi ma con caratteristiche comuni: tra queste la presenza di tanti pendolari che quotidianamente devono raggiungere Bergamo per lavoro. Un viaggio che spesso diventa un’odissea giornaliera, fatta di code, attese, tempo buttato via senza poter fare nulla se non qualche telefonata (usando rigorosamente il vivavoce). Dopo la puntata pubblicata lo scorso 9 dicembre, nella quale alcuni pendolari d’auto raccontavano il loro viaggio da San Pellegrino, Clusone e Grone, oltre che dall’Alto Sebino, per raggiungere Bergamo città per lavoro, tutti i giorni, e rientrare la sera, dalle Valli Seriana, Brembana e Cavallina, oggi pubblichiamo lo stesso reportage di due abitanti della pianura. Anche loro, da anni, fanno avanti e indietro da Treviglio o Romano fino a Bergamo per andare e tornare dal proprio lavoro. E anche loro hanno visto cambiare – in peggio – il traffico, sempre più intenso e caotico. La scorsa settimana, da lunedì e venerdì, hanno segnato i tempi di percorrenza delle rispettive distanze tra casa e lavoro: 26 chilometri da Treviglio e 25 da Romano.
Da Treviglio a Bergamo
«Purtroppo un’alternativa non esiste: non entro nel merito della discussione sull’autostrada Treviglio-Bergamo perché francamente non ho intenzione di spendere denaro per andare a lavorare e risparmiare, alla fine, non so di preciso nemmeno quanto in tempo». A parlare è Alberto Rossi, quarantenne domiciliato a Treviglio e che lavora come impiegato a Bergamo, precisamente in via Garibaldi. Da casa sua al posteggio dove lascia l’auto sono appunto 26 chilometri. A differenza di tanti pendolari, lui non impiega più da anni – perlomeno non integralmente – l’ex Statale 42, che è la principale – e storica – direttrice di collegamento tra le due città.
«Qualche anno fa ho inserito per curiosità nel navigatore, che ovviamente non uso mai ben conoscendo la strada, la mia destinazione a Bergamo – spiega –. E ho scoperto, con stupore devo ammettere, che la strada suggerita non era quella diciamo classica, ovvero passare per Arcene, Verdello, Stezzano e arrivare a Bergamo. Bensì percorrere la Provinciale 121 fino a Verdello: prima dell’apertura della tangenziale est del paese mi faceva arrivare in centro, ora mi butta invece sulla nuova strada esterna». Lasciata la casa a Treviglio, Rossi imbocca la Provinciale 128 e arriva alle porte di Brignano, dove prende appunto la 121 e prosegue cingendo gli abitati di Lurano e Pognano. Oltrepassata la Francesca, sale verso Verdello, dove imbocca appunto la nuova tangenziale. «A nord di Verdello iniziano i problemi – dice – che prima c’erano in centro, quando si restava in coda al semaforo nel cuore dell’abitato. Ora la coda è proprio lì: tra l’ultima rotatoria a nord di Verdello e lo svincolo per la tangenziale sud di Bergamo. A volte lì sono rimasto anche un quarto d’ora, venti minuti. Procedendo a passo di lumaca. Più a nord, la tangenziale di Stezzano, operativa invece da molti anni, è senza dubbio comoda: è un sacco di tempo che non passo per il centro di questa località».
L’automobilista non ha mai pensato al treno come alternativa: «Onestamente no, perché preferisco essere autonomo, ma devo ammettere che potrebbe essere una soluzione, anche se io lavoro in via Garibaldi e dovrei anche prendere l’autobus di linea. Insomma, un po’ complesso. Anni fa ho lavorato per qualche tempo a Milano e in quel caso mi spostavo sì in treno: devo dire che Treviglio sembra meglio collegata con i mezzi con Milano piuttosto che con Bergamo». Nella settimana presa in esame le tempistiche di andata e ritorno sono state le stesse: «Più o meno un’ora, minuto più e minuto meno, sia andando sia tornando. Insomma, due ore inutilizzate».
Da Romano a Bergamo
La situazione migliora soltanto leggermente se ci si sposta (di poco) più a est: la tratta Romano-Treviglio necessita in media di quasi 50 minuti per essere percorsa, con qualche difficoltà maggiore la sera rispetto alla mattina. «Sì, il traffico di rientro è sempre più consistente, ma io cerco sempre di percorrere lo stesso tragitto perché a cambiare, secondo me, alla fine si perde soltanto tempo». È pragmatico Claudio Ferrari, sessantenne di Romano di Lombardia. Lavora a Bergamo, in zona Malpensata, da ormai una trentina d’anni, in uno studio professionale. La scorsa settimana, da lunedì a venerdì, ha tenuto segnati i tempi di percorrenza che separano la sua abitazione dal suo luogo di lavoro.
«La situazione del traffico è peggiorata in maniera più che esponenziale – spiega – e io nemmeno mi devo addentrare più di tanto nel centro di Bergamo, visto che lavoro nella zona sud della città. Tutti i giorni sono simili, non si può dire che il lunedì sia peggio del venerdì. Tra l’altro questo venerdì c’è stato anche lo sciopero generale, ma dal punto di vista del traffico non è cambiato nulla né in meglio né in peggio: chi non ha usato i mezzi e ha preso l’auto ha compensato chi invece è stato a casa e ha scioperato. Ci ho infatti impiegato 40 minuti ad andare e 51 a tornare. In alcuni tratti si viaggi anche bene, in altri, come attraversare Urgnano, molto meno». Il tragitto che Ferrari percorre prevede l’uscita da Romano verso ovest e l’imbocco a Bariano della 591, la Cremasca. Da lì, tutta dritta verso nord, superando Morengo, Cologno, Urgnano, Zanica, Azzano e approdare a Bergamo, praticamente quasi al lavoro. «In alternativa potrei prendere la Soncinese e a Bergamo un tratto della 671, ma ho l’impressione, senza dati alla mano, che sia peggio», conclude sconsolato.
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