Tragedia di Pioltello, un operaio: «Il problema del giunto c’era già da mesi»

In aula.Il teste, così come altri sentiti nel processo, ha riferito che il problema del giunto nel cosiddetto «punto zero», sopra il quale si ruppe una parte di rotaia causando il deragliamento, era noto ed era stato segnalato già dall’estate 2017.

La zeppa di legno «era un rimedio tampone per i giunti ammalorati, un intervento di mestiere per dare supporto al giunto, lo si rincalzava, ora non le stiamo più mettendo, dopo quello che è successo nessuno ora si sogna più di metterle». Lo ha spiegato un operaio di una squadra di manutenzione sentito come teste oggi nel processo milanese sul disastro ferroviario di Pioltello, avvenuto il 25 gennaio 2018, quando il regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi uscì dai binari. Il tragico incidente causa lo morte di tre donne, tra cui Maddalena Ida Milanesi, 61 anni di Caravaggio, e Pierangela Tadini, 51 anni di Gera d’Adda, e il ferimento di più di un centinaio di persone, una sessantina delle quali ora parte civile.

Il teste, così come altri sentiti nel processo, ha riferito che il problema del giunto nel cosiddetto «punto zero», sopra il quale si ruppe una parte di rotaia causando il deragliamento, era noto ed era stato segnalato già dall’estate 2017. In un’annotazione su un controllo «del 26 settembre 2017» nella “lista dei difetti segnalati c’era anche quel giunto», sotto il quale venne messa la zeppa «tampone».

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In quel periodo, ha spiegato ancora, «ce ne era un altro ammalorato a Vignate», nel Milanese. Rispetto alle segnalazioni sul giunto sulla tratta di Pioltello il teste ha detto che «noi eravamo tranquilli perché sapevamo, pensavamo che a settembre sarebbero venuti a fare degli interventi, ci limitavamo a controllarlo e ci fidavamo degli altri». Il 15 dicembre, poco più di un mese prima del disastro, venne effettuato anche «un controllo con locomotore», ma quel giunto non fu sostituito.

Il dibattimento, davanti alla quinta penale, è a carico di nove imputati tra cui figurano, oltre a Rete ferroviaria italiana, anche il responsabile civile, l’ex ad Maurizio Gentile e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi. Il deragliamento, stando alle indagini dei pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, avvenne a causa della rottura dello spezzone di rotaia di 23 centimetri sopra il giunto in pessime condizioni

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