Aiuti umanitari in Ucraina: consegnati 300 quintali. Verso l’Italia il ritorno con una famiglia salvata dalla guerra

La guerra A Uzhorod, città di quasi 9 mila abitanti a oltre 30 km oltre il confine ungherese, la missione bergamasca partita giovedì notte da Telgate ha consegnato i 300 quintali di aiuti umanitari, arrivati in Ucraina con un Tir e quattro furgoni.

All’alba di venerdì una decina di volontari della Protezione civile dell’Ana, coordinati dal presidente e fondatore Tarcisio Ravella, che avevano curato l’allestimento degli aiuti sui mezzi, hanno trasferito il carico su un camion diretto a Kiev assediata, dove mancano generi alimentari, farmaci e vestiario. Materiale che è stato raccolto a Telgate grazie alla generosità di aziende, cittadini e associazioni.

Nel viaggio di rientro su un furgone ha viaggiato invece una famiglia ucraina composta dalla mamma e delle tre figlie di 5, 10 e 28 anni che saranno accolte da un imprenditore lecchese. Sono scappate da Zaporizhzhia, la città sotto assedio russo sul cui territorio sorge una centrale nucleare.

Il grazie per gli aiuti

Il Comune di Telgate ha finanziato il viaggio, coordinato i diversi attori in gioco e gestito gli aspetti burocratici. Il sindaco Fabrizio Sala ha voluto ringraziare le associazioni e i cittadini che hanno reso possibile questa missione umanitaria «che ha permesso di allacciare anche amicizie con un popolo che sta affrontando questa tragedia con rabbia ma anche con orgoglio, cercando di condurre una vita normale come segno di resistenza». All’arrivo a Huzhorod il convoglio bergamasco è stato accolto dal suono della sirena antiaerea, per la possibile presenza di velivoli militari russi in zona. È il grande spettro: ritrovarsi gli aggressori alle porte della città.

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