Bergamo e le telecamere: più multe
Ma chi ci guadagna? Le Poste

È vero che tutto l’ambaradan delle telecamere non aveva come obiettivo principale quello di far cassa, ma di far rispettare le zone a traffico limitato, ma è vero anche che qualche riflesso positivo sul bilancio non avrebbe guastato. E invece è successo l’esatto contrario.

È vero che tutto l’ambaradan delle telecamere non aveva come obiettivo principale quello di far cassa, anzi l’operazione aveva tutt’altre finalità e cioè far rispettare le zone a traffico limitato, ma è vero anche che qualche riflesso positivo sul bilancio non avrebbe guastato. E invece è successo l’esatto contrario.

O almeno così si evince dal bilancio che lunedì approderà in Consiglio comunale. Dal confronto tra il 2013 e il 2012 si scopre infatti che le sanzioni amministrative sono diminuite di 200 mila euro passando da 5,5 milioni di euro a 5,3 milioni.

La vera beffa però è tra le spese. Spulciando le varie voci balza all’occhio un sensibile aumento dei costi postali – da 783 mila euro a 896 mila – che alle multe è strettamente legato, essendo il risultato dell’impennata subita dalle notifiche dopo l’attivazione delle telecamere.

Le multe aumentano, il Comune avrebbe dovuto sulla carta incassare di più, ma chi ci ha guadagnato in realtà è soprattutto Poste italiane. Come mai? «Proprio nel 2013 – spiega l’assessore al Bilancio Enrico Facoetti – è entrato in vigore il decreto che concede una riduzione del 30 per cento sull’importo da pagare nel caso in cui lo stesso venga saldato entro cinque giorni dalla notifica o dalla contestazione. Questo ha comportato un’inevitabile diminuzione degli incassi».

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