I più sgobboni? I bergamaschi
Ma nel weekend ora si riposano

Il 59% della popolazione lombarda non rinuncerebbe mai a lavorare, ma è Bergamo a comandare questa classifica di sgobboni con una percentuale ben superiore alla media, il 70%. Lo rileva un'indagine dell'Istituto di Ricerca SWG e dell'emittente Antenna 3.

Ci sono tante cose su cui si può discutere, ma non toccate il lavoro ai bergamaschi. Instancabili, tenaci, determinati, non si arrendono mai. E mantengono la supremazia produttiva a livello regionale. Lo conferma la recente indagine dell'emittente tv Antenna 3 (trasmessa ieri) che, in collaborazione con l'Istituto di Ricerca SWG, ha scavato a fondo sulle abitudini regionali. Scoprendo che il 59% della popolazione lombarda non rinuncerebbe mai a lavorare, ma è Bergamo a comandare questa classifica di sgobboni con una percentuale ben superiore alla media, il 70%.

Primi nel lavoro quindi, una tradizione che continua, ma come si è evoluta nel tempo il rapporto tra bergamaschi e la propria attività? A sentire alcuni esperti questo rapporto sta cambiando, e si porta dietro delle criticità, alcune più strettamente locali, altre «figlie» di situazioni più generalizzate dell'economia italiana.

Il primo dato che emerge è che è un po' tramontato il mito del lavoro «onnivoro», del bergamasco in attività 365 giorni l'anno, il cui emblema era rappresentato dai magùt, i muratori che anche quando tornavano dai cantieri il venerdì, trovavano il modo di compiere magari piccoli lavoretti per amici, parenti e vicini nel weekend. Peraltro i recenti casi Brembo e San Pellegrino legati al lavoro domenicale rigettati da una buona parte di dipendenti è un indice da non sottovalutare e non è detto che sia di per sé negativo, perché lascia spazio anche ad altri valori.

L'indagine rileva infatti che i giovani, rispetto a una volta, si ritagliano più spazio per la famiglia e il tempo libero nei weekend.

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