Bollette e call center telefonici, rischio nuovi rincari. Scoppia la polemica

LE NOVITÀ. Rischio di bollette telefoniche più care, telefonate per l’assistenza ai call center a pagamento, telemarketing più aggressivo ma anche meno tempo per la richiesta di risarcimento danni nel settore auto: la maggioranza prova a riscrivere il disegno di legge sulla concorrenza attraverso una serie di emendamenti presentati in Senato.

Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori, soprattutto per le proposte sulle tariffe tlc: il Codacons parla di «un vero e proprio abuso», che provocherebbe «ogni anno danni economici da centinaia di milioni di euro». Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, «è scandaloso che alcuni onorevoli vogliano fare l’ennesimo regalo alle compagnie telefoniche a danno delle famiglie italiane».

Critici anche il Pd e il M5S: «Bollette indicizzate all’inflazione e salari fermi. Questa è l’idea del centrodestra per sostenere il ceto medio?», ironizza Cristina Tajani, capogruppo Pd in commissione Finanze a Palazzo Madama. La senatrice cinquestelle Sabrina Licheri si rivolge direttamente a Tajani: «Ha un bel dire che le banche non sono mucche da mungere. A quanto pare, gli unici da mungere sono i consumatori».

Con un emendamento di Forza Italia (a firma dei senatori Antonino Salvatore Trevisi, Adriano Paroli e Dario Damiani), le compagnie telefoniche e gli operatori internet potranno dunque prevedere aumenti automatici dei prezzi in base all’inflazione. Per di più, senza lasciare l’opzione della disdetta gratuita.

Possibile anche un piccolo, ulteriore, incremento fisso, che però andrà indicato chiaramente informando i clienti prima della firma del contratto. Ma non solo. Altre proposte di modifica puntano a permettere l’uso dei dati di «portabilità dei numeri telefonici per fini commerciali»: una novità che potrebbe facilitare le promozioni telefoniche insistenti. Qualora gli emendamenti incassassero il via libera, chi ha bisogno poi di assistenza al telefono potrebbe trovarsi a pagare. Tradotto, i call center degli operatori non sarebbero più gratuiti.

Rc auto, le possibili novità

Nel faldone degli emendamenti c’è posto anche per il settore Rc auto: Fratelli d’Italia, con il senatore Renato Ancorotti, propone di ridurre da due anni a 90 giorni il tempo a disposizione per chiedere i risarcimenti. Si tratta infatti di una modifica al codice civile per quanto riguarda la prescrizione del diritto al rimborso del danno per «veicoli e natanti». Nel mare magnum del ddl, sempre FdI ha poi presentato un emendamento sui cartelloni «sessisti”: tre commi del Codice della strada verrebbero cancellati e così sulle «strade» e anche “sui veicoli» potrebbero tornare a campeggiare pubblicità con “messaggi sessisti o violenti», stereotipi «di genere offensivi” e addirittura «messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche».

Una sfilza di novità che non è detto vedano la luce: il disegno di legge infatti, approdato al Senato a fine luglio in prima lettura, è rimasto in stand-by per settimane ma è uno degli obiettivi Pnrr e deve essere approvato entro fine anno dal Parlamento. A Palazzo Madama però sta per iniziare la sessione di bilancio, che non prevede l’esame di norme di spesa - salvo incassare l’intesa con le opposizioni e, quindi, una deroga.

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