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Il commento. Ormai non si bada più alla forma oppure più semplicemente sono tramontate le illusioni e si è buttata la maschera. Fino a poco prima dell’esplosione sul ponte di Crimea i militari federali si affannavano a ripetere che stavano colpendo solo i siti delle Forze armate del «regime di Kiev» e dei «nazi-nazionalisti». C’era l’obiettivo di non far «pesare» questa «necessaria» «Operazione speciale» sulla popolazione civile, che - stando ai rapporti della vigilia dell’intervento - si sarebbe sollevata contro il «regime di Zelensky» e avrebbe permesso in tre-quattro giorni di facilitare il blitz delle unità speciali di Mosca.
Adesso, dopo un tale affronto subito in Crimea, il drastico cambiamento di rotta. Missili e droni russi stanno neutralizzando le infrastrutture civili ucraine, ossia centrali elettriche, acquedotti, impianti energetici. Immaginabili le conseguenze per la popolazione. Nella regione russa confinante di Belgorod, allo stesso tempo, succede più o meno la stessa cosa, ma in proporzioni meno devastanti. Il pericolo è comunque rilevante, tanto che il governatore locale ha chiuso le scuole e ha fatto fare una ricognizione dei ricoveri anti-aerei in uso.
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