Rapina alle Poste di Mozzo: il video del colpo (poi sfumato)

IL BLITZ. L’azione tempestiva dei Carabinieri di Curno e della sezione Radiomobile hanno sventato il colpo agli uffici postali di Mozzo. Nessun ferito.

I carabinieri di Bergamo hanno diffuso nel pomeriggio di giovedì 14 dicembre il video della rapina sventata all’Ufficio postale di Mozzo. Il fatto risale a ieri, alle 13.30: poco prima della chiusura, un malvivente solitario ha fatto irruzione nell’ufficio postale di via Lochis armato di pistola. All’interno si trovavano il direttore e una dipendente dello sportello. Prima di entrare in azione, il rapinatore, un 45enne italiano, ha anche atteso che alcuni operai che stavano lavorando alla palazzina che ospita anche l’ufficio postale si fermassero e allontanassero per la pausa pranzo.

Il video della rapina sventata dai Carabinieri di Bergamo. Video

Scattato l’allarme, sul posto si sono precipitati i carabinieri della vicina Stazione di Curno (coadiuvati dalla sezione Radiomobile) che, dopo aver raccolto alcuni indizi sul malvivente, sono riusciti in poco tempo a bloccarlo nell’ufficio postale per poi portarlo in caserma in stato di arresto con l’accusa di rapina aggravata. La somma asportata e recuperata durante la perquisizione del rapinatore ammonta a 540 euro in contanti, nonché due cellulari appena asportati al direttore e ad una dipendente.

Rapina di Mozzo: l’intervista al tenente Guglielmo Alverone. Video

I Carabinieri stanno accertando se l’autore della rapina si sia reso responsabile anche di rapine consumate recentemente con analoghe modalità in Bergamo presso altri uffici postali e presso lo stesso ufficio di Mozzo nei mesi scorsi. La pistola utilizzata è risultata essere finta, ma una riproduzione fedele di un modello Glock , priva di tappo rosso.

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L’ufficio postale di Mozzo aveva già subìto una rapina il 18 agosto scorso: il bottino era stato di circa 10.000 euro. Il malvivente, anche in quel caso da solo e a volto coperto, era entrato in azione verso le 8 quando era arrivata l’impiegata. L’uomo l’aveva minacciata, puntandole una pistola alla schiena mentre apriva l’ufficio. Una volta dentro, si era fatto consegnare il denaro che era riposto nei cassetti e nella cassaforte: appunto la somma di 10.000 euro.

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