Esplosione a Bagnatica, archiviata l’inchiesta. Il sindaco: «Inquilini senza colpe»

NEL MAGGIO SCORSO. La fuga di gas causò feriti e rese inagibili dieci appartamenti. Il legale: fu accidentale. Tre assicurazioni per i risarcimenti.

La mattina del 27 maggio, a Bagnatica, un’esplosione rimbombò in tutto il quartiere di via Isolabella. L’abitazione da cui scaturì, dove viveva la famiglia Cabras, fu ridotta in macerie. Dei 10 appartamenti della palazzina, due andarono distrutti, due riportarono gravi danni e gli altri sei furono comunque dichiarati inagibili. Dentro l’abitazione, i residenti non avevano sentito alcun odore di gas. Ma, quando la padrona di casa iniziò a preparare la colazione, come faceva ogni mattina, ci fu l’esplosione.

Tre assicurazioni in campo

Per chiarire l’accaduto, la Procura di Bergamo aprì un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti, disponendo accertamenti. Dalle risultanze degli approfondimenti eseguiti anche da un consulente, è emerso che non vi era alcuna responsabilità penale per l’accaduto. Su richiesta della stessa Procura, il gip di Bergamo ha così disposto l’archiviazione del fascicolo. Per chi ha subito danni, resta la via civilistica per il risarcimento. Peraltro, sono tre le assicurazioni che potrebbero intervenire: quella della società del gas, quella del condominio e quella legata al mutuo della casa da cui è scaturita l’esplosione. Come ha precisato l’avvocato Gianfranco Ceci, che assiste la famiglia Cabras, è stato accertato che «la fuga di gas è stata del tutto accidentale» ed è partita da «un tubo non visibile né ispezionabile». Infatti, tutto sarebbe da ricondurre a uno dei tubi inseriti all’interno del muro. E, cosa più importante, da un punto di vista penale, non è stata ravvisata «nessuna responsabilità». Resta l’interrogativo sul motivo per cui l’odore di gas non sia stato percepito. Tra le ipotesi, l’assuefazione o la presenza di altro materiale che ne abbia impedito la diffusione.

I mesi difficili della famiglia Cabras

Lieto del fatto che la vicenda non abbia avuto risvolti penali è il sindaco di Bagnatica Roberto Scarpellini, che ha sempre seguito da vicino la sorte delle famiglie sfollate. «Sono contento che il fascicolo sia stato archiviato – commenta –, non abbiamo mai dubitato della buona fede della famiglia Cabras che ha avuto la casa distrutta e madre e figlio feriti e costretti in ospedale per parecchio tempo. Sono anche sollevato dopo questo esito giudiziario perché, dopo la solidarietà iniziale, magari qualcuno potrebbe aver pensato che sia stata una negligenza a causare il disastro. Invece non è stato così, le indagini lo confermano».

La solidarietà del paese

Scarpellini informa che nei giorni scorsi in municipio si è svolto un incontro con il perito dell’assicurazione e l’ingegnere che sta seguendo il piano per la ristrutturazione della palazzina. «A gennaio il progetto verrà presentato al nostro Ufficio tecnico per il rilascio dei permessi – spiega Scarpellini –. Le famiglie hanno trovato una sistemazione provvisoria. I signori Cabras sono ospitati gratis in un appartamento della parrocchia, ad altri nuclei familiari sono stati messe a disposizione gratuitamente abitazioni da parte di cittadini di Bagnatica. Ad altri ancora viene pagato l’affitto grazie ai 100mila euro del fondo di solidarietà raccolto attraverso le parrocchie di Bagnatica e Cassinone. Con quei soldi si è provveduto a pagare anche le spese mediche e per le auto danneggiate. E pure l’Imu di quest’anno, perché, paradossalmente, gli appartamenti inagibili sono diventati seconde case. Noi per il 2025 non siamo potuti intervenire perché non c’era una norma in materia. Norma che è stata introdotta di recente e che esclude dalla tassa le abitazioni rese inagibili da incendi ed esplosioni. Così per il 2026 queste famiglie saranno esenti dall’Imu».

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