(Foto di Ansa)
L’ACCOLTELLAMENTO. L’uomo, nell’interrogatorio che si è svolto nella notte, ha confessato e spiegato i motivi del suo gesto. La comunità 4exodus: «Lanni con noi dal 2020, si è congedato senza manifestare o verbalizzare astio».
        
       
    Milano
Dopo un lungo interrogatorio condotto nella notte tra lunedì 3 e martedì 4 novembre dal sostituto procuratore Maria Cristina Ria, il 59enne bergamasco, Vincenzo Lanni, responsabile dell’aggressione a una donna nei pressi del palazzo Unicredit è stato fermato e trasferito nel carcere di San Vittore.
L’uomo, secondo quanto riferito dai carabinieri, ha confessato in maniera lucida di aver agito per «forte risentimento» e per motivazioni di natura personale e simbolica.
Durante l’interrogatorio, l’uomo ha spiegato di aver covato un profondo rancore nei confronti della comunità di recupero che lo aveva allontanato pochi giorni prima per cattiva condotta.
A questo si sarebbe aggiunta una persistente insofferenza per un licenziamento avvenuto dieci anni fa da parte di un’azienda di programmazione informatica in cui lavorava.
Questi elementi, secondo la confessione, lo avrebbero spinto a premeditare l’aggressione in un luogo «simbolo del potere economico», individuato nei pressi del palazzo Unicredit, in piazza Gae Aulenti.
Il 59enne ha chiarito di non conoscere la vittima, affermando di averla scelta in modo casuale. L’intento, ha dichiarato, era quello di colpire il contesto in cui si trovava — non la persona in sé. Il fatto che la donna lavorasse proprio all’interno del palazzo Unicredit sarebbe, secondo il suo racconto, una coincidenza del tutto fortuita.
Le indagini coordinate dalla Procura di Milano sono ancora in corso per verificare e contestualizzare le dichiarazioni rese dall’uomo. I carabinieri hanno trovato la giacca indossata durante l’aggressione, abbandonata nei pressi dell’Esselunga di viale Famagosta.
È emerso inoltre che il soggetto, già condannato in passato per due episodi avvenuti in Valle Seriana nel 2015, aveva terminato di scontare la pena a otto anni di carcere e si trovava in comunità per un percorso di reinserimento sociale.
L’uomo è stato riconosciuto dalla sorella nelle telecamere di sorveglianza e poi fermato dai carabinieri nella serata di lunedì 3 novembre.
La comunità 4exodus chiarisce la propria posizione in merito ai fatti che hanno coinvolto Vincenzo Lanni, ex ospite della struttura. L’uomo era stato accolto a titolo gratuito nel 2020 all’interno di un percorso di reinserimento sociale, prima in affidamento ai Servizi sociali e poi con misura di sicurezza rivalutata di anno in anno.
Dopo la fine della pena e la cessazione della pericolosità sociale disposte dal magistrato nel dicembre 2024, Lanni aveva scelto di restare volontariamente per completare il proprio cammino verso l’autonomia. Durante la permanenza non si sono verificati episodi di aggressività, anche se alcuni atteggiamenti erano stati segnalati ai servizi specialistici, che non avevano riscontrato criticità.
La settimana scorsa, a seguito di un comportamento non conforme alle regole della comunità, è stata decisa l’interruzione dell’accoglienza. Lanni ha accettato la decisione senza tensioni, ma durante il trasferimento verso i servizi competenti si è allontanato volontariamente, essendo persona libera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA