«Morgan, amico, socio e fratello per me: la telefonata prima del tragico incidente»

CARAVAGGIO. Alessio Pengue dal 2016 gestiva con Morgan Algeri la Scuola Volo. «Sconvolto dal fatto che non sia riuscito a uscire dall’auto, era addestrato».

«Ho perso non solo un amico e un socio ma anche un fratello». Alessio Pengue di Treviglio non sa darsi pace per la morte di Morgan Algeri, l’uomo di 38 anni di Brembate Sopra deceduto sabato sera dopo essere finito nelle gelide e profonde acque del lago di Como nella sua auto insieme a una donna di 45, Tiziana Tozzo di Cantù.

Pengue e Algeri gestivano insieme dal 2016 la Scuola Volo di Caravaggio, importante realtà del territorio. Il trentottenne, che abitava da solo a Brembate Sopra, era ufficialmente demo e test pilot oltre che collaudatore e responsabile della sicurezza volo della scuola. Questo non era però il suo unico lavoro: aveva anche una ditta individuale con cui si occupava della vendita e assistenza dei prodotti Smeg. «Sono stato informato stamattina (ieri per chi legge, ndr) dalla sua famiglia di quanto accaduto – sostiene ancora Pengue –. Non ci volevo credere e non riesco ancora a spiegarmi come tutto ciò sia potuto succedere. L’avevo sentito al telefono sabato perché noi ci telefonavamo tutti i giorni e non mi aveva detto che avrebbe trascorso la sera sul lago di Como».

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Le informazioni confidenziali a disposizione di Pengue fanno pensare che quello con la quarantacinquenne fosse per Algeri il primo appuntamento: «Noi ci dicevamo tutto – continua l’amico e socio di Treviglio –, anche sugli argomenti più intimi, come è normale fra amici fraterni. E posso dire, con certezza, che non mi aveva mai parlato di questa donna né che avesse in corso una relazione. Me l’hanno confermato anche la famiglia, i suoi amici d’infanzia e pure una coppia con cui aveva passato il Capodanno e per cui, fra pochi giorni, sarebbe dovuto essere il loro testimone di nozze». Che cosa può essere accaduto quindi? L’auto con cui Algeri è finito nella acque del lago di Como era una Mercedes Gls acquistata circa tre mesi fa in leasing: «C’è chi sta mettendo in giro delle falsità – tiene a sottolineare Pengue – come il fatto che Morgan avesse noleggiato quell’auto per trascorrere la serata con quella donna e che, quindi, fosse poco pratico a guidarla. Tutte sciocchezze. Se fosse vero almeno si spiegherebbe un po’ quanto accaduto, invece non è così. Speriamo di avere a breve delle informazioni dalle autorità competenti».

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E Pengue si dice scioccato anche per il fatto che l’amico non sia riuscito a uscire dall’abitacolo dell’auto dopo che è finita in acqua. Algeri era un sub esperto ed era iscritto al Centro sub Bergamo. Inoltre, in quanto pilota, si sottoponeva ogni anno a corsi di aggiornamento di Water escape training: «Questi corsi – spiega ancora Pengue – servono a essere preparati a uscire da un aereo finito in acqua con abitacolo ribaltato: se non ce l’ha fatta Morgan a venir fuori dalla sua Mercedes, vuol dire che proprio non c’era modo di farlo. Perché se c’era una persona addestrata, quella era lui. E questo fatto mi sconvolge ancora di più».

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L’amico e socio di Treviglio ieri è stato in continuo contatto con la famiglia di Algeri: i genitori, la sorella Barbara e i due nipoti «che amava tanto. Aveva un ottimo rapporto con la sua famiglia, che non si sta dando pace per quanto accaduto. Allo stesso tempo, comunque, non vogliono che si dicano cose sbagliate sul figlio o che lascino pensare che non sapeva quello che faceva». E ieri per Pengue è stato anche il giorno di ricordare Morgan come era in vita: «Dire che era una persona squisita – conclude – sarebbe davvero riduttivo. Aveva un gran cuore e umanità. Anche tutti gli allievi della nostra scuola che lo avevano avuto come insegnante di volo gli erano affezionati. Anche fra loro la voce di quanto accaduto è girata presto e sono rimasti tutti scioccati».

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