Bimba di 7 anni cadde dall’altalena e morì, la Procura chiede il processo per cinque

IN TRIBUNALE. A Villongo imputati sindaco, ex assessore ai Lavori pubblici e i tre responsabili dell’Ufficio tecnico dal 2022 a oggi. L’accusa contesta: le cattive condizioni del gioco erano note, nessuno intervenne.

Lo scorso anno, il 2 settembre 2024, ci fu l’incidente costato la vita alla piccola Ritaj Lahmar mentre giocava nel parco comunale di Villongo. La bimba cadde dall’altalena per disabili su cui stava giocando e venne colpita mortalmente al capo. Concluse le indagini della Procura, secondo la quale lo stato del gioco non era ottimale e questa informazione era nota. Piazza Dante ha ora chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco Francesco Micheli, l’allora assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Vigani, e i tre responsabili dell’Ufficio tecnico del Comune di Villongo che si sono susseguiti dal 2022 a oggi: Santina Crevena (dal gennaio 2022 a febbraio 2023), Nunzio Pantò (da febbraio 2023 a gennaio 2024) e Alfredo Zappella (da gennaio 2024 e attualmente in carica). Alla conclusione delle indagini (l’accusa è di omicidio colposo in cooperazione, per negligenza, imprudenza e imperizia), alcuni indagati hanno presentato memorie scritte e altri hanno scelto di farsi ascoltare in Procura.

Ritaj scivolò dall’altalena e cadde a terra, per essere poi colpita al capo dalla pedana. Un tragico incidente, che purtroppo costò la vita alla bambina

Come detto, il tragico incidente risale al settembre dello scorso anno. L’altalena su cui stava giocando la bambina di soli sette anni, è emerso dalle indagini, sarebbe dovuta essere oggetto di riparazione. C’erano diverse crepe, e la catena che doveva limitare l’oscillazione era rotta. Mentre i bambini giocavano, una forte spinta aveva così determinato un’oscillazione di circa 90 gradi. Ritaj scivolò dall’altalena e cadde a terra, per essere poi colpita al capo dalla pedana. Un tragico incidente, che purtroppo costò la vita alla bambina.

Come ricostruito in fase di indagine, lo stato dell’altalena, presente nel parco comunale «Don Agostinelli» di via Vittorio Veneto, era noto. Il 24 marzo 2022 era stato oggetto di una relazione, redatta dalla società (a cui il mese successivo erano stati affidati i lavori di messa in sicurezza nei parchi comunali) che ha poi inviato a luglio una mail allegando il preventivo per la riparazione o la sostituzione del gioco, e aveva anche predisposto una successiva relazione a metà dicembre 2022.

«A conoscenza dello stato dell’altalena»

Gli indagati – sempre secondo quanto ricostruito durante le indagini – erano a conoscenza dello stato dell’altalena, ma non erano stati messi in atto i necessari provvedimenti affinché si intervenisse per sistemare il gioco e rinsaldare a terra le catene che limitavano l’oscillazione. Quindi, secondo la Procura, i responsabili dell’Ufficio tecnico, che si sono succeduti dal 2022 sino a oggi, non avrebbero agito per affidare l’incarico di rimuovere l’altalena o, almeno, di riparare la catena (che avrebbe potuto limitare l’oscillazione a un massimo di 25 gradi), né avevano adottato azioni che avrebbero potuto impedirne l’uso. Pantò e Zappella, inoltre, non avrebbero fatto eseguire la manutenzione periodica secondo le tempistiche previste dalla normativa. Il sindaco e l’assessore, che per la Procura conoscevano la situazione di pericolo legata allo stato dell’altalena, non avevano esercitato i controlli e la vigilanza affinché l’ufficio tecnico intervenisse.Gli avvocati degli indagati, in attesa di ricevere tutta la documentazione circa la richiesta di rinvio a giudizio, per ora hanno preferito non rilasciare dichiarazioni in merito.

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