Il vicino di casa confessa l’omicidio. Da gennaio usava l’auto della sua vittima e le pagava l’affitto

L’omicidio Ha raccontato che ha usato il martello per uccidere Carol, l’ha fatta a pezzi e ha nascosto il cadavere per due mesi in un congelatore.

D. F., impiegato di banca milanese, 43 anni, creatore in rete di un blog dedicato al mondo del cibo, ha confessato il delitto. È lui l’assassino della donna fatta a pezzi i cui resti sono stati trovati in quattro sacchi dell’immondizia vicino ad una scarpata a Borno, in provincia di Brescia, una settimana fa.

La vittima è la 26enne italo olandese Carol Maltesi, conosciuta nel mondo del cinema hard con il nome di Charlotte Angie, mamma di un bambino di 6 anni.

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L’omicidio a gennaio

Era svanita nel nulla da metà gennaio. Da quando il vicino, amico ed ex fidanzato l’ha uccisa in casa a Rescaldina, nel Milanese, poi ne ha sfigurato il viso, l’ha fatta a pezzi con una cesoia, ha tentato di sezionare alcuni dei numerosi tatuaggi e ha messo i resti umani nel congelatore per mesi, prima di liberarsene la scorsa settimana a Borno, in Vallecamonica, un paese che conosceva perché frequentato da bambino.

Qui era arrivato sabato 30 marzo con la Fiat 500 intestata alla ragazza e immortalata dalle telecamere sul fronte della Val di Scalve. Paline di Borno, il luogo del ritrovamento dei sacchi contenenti i resti del cadavere, si trova infatti a cavallo tra le due province. L’uomo usava infatti la sua macchina, il suo cellulare e pagava l’affitto della casa della sua vittima.

La confessione

Il bancario lunedì sera ha confessato l’omicidio, la distruzione del cadavere e l’occultamento, prima dell’arrivo del suo legale. In mattinata l’uomo si era presentato spontaneamente dai Carabinieri nel milanese per denunciare la scomparsa della 26enne insieme ad un’amica arrivata da Praga. Secondo chi indaga il suo racconto era pieno di incongruenze e quindi in serata è stato riconvocato a Brescia dove poi, messo alle strette, ha confessato l’omicidio.

L’uomo usava la macchina della donna, anche per gettarne il cadavere, così come utilizzava il suo cellulare e pagava l’affitto della casa della sua vittima

Nel corso dell’interrogatorio della notte scorsa, al termine del quale è scattato il fermo, l’uomo ha spiegato di aver acquistato apposta il congelatore per contenere il cadavere fatto a pezzi e di averlo installato nell’appartamento della vittima che si trova sul suo stesso pianerottolo. Nessuno, ha raccontato, avrebbe mai cercato in otto settimane la donna.

Usava il cellulare della donna

A rispondere ai messaggi era comunque lui: in questi due mesi ha infatti utilizzato il telefono di Carol fingendo di essere lei. L’uomo si trova ora in carcere a Brescia dove nelle prossime ore è previsto l’interrogatorio di convalida del fermo. Poi il caso passerà per competenza territoriale alla procura di Busto Arsizio, in provincia di Varese, dato che l’omicidio e la distruzione del cadavere sono stati commessi nella vicina Rescaldina e nel Bresciano è avvenuto solo l’occultamento, reato che viene assorbito dai due più gravi.

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