«Cosa ci inventiamo in alto»: le idee dei giovani rifugisti. Su L’Eco di lunedì nuova puntata dell’inchiesta sulla montagna - Le tue foto

Terre Alte Nuovo appuntamento alla scoperta delle Orobie: le storie dei giovani rifugisti. Leggi la doppia su L’Eco di Bergamo del 25 luglio e scopri come è andata questa settimana sui Social.

Continua la nostra inchiesta sulla montagna. Dopo l’intervista all’alpinista Simone Moro e l’approfondimento sulle presenze turistiche degli ultimi anni in strutture alberghiere ed extra alberghiere, la terza puntata dedicata alle Terre alte ha raccontato storie di vita, scelte lavorative e non solo di professionisti che si sono messi in gioco in montagna. Nella quarta puntata ci siamo occupati della nuova generazione di escursionisti e di tutto il mondo che ci gira attorno. Nella quinta puntata, in edicola lunedì 25 luglio, raccontiamo che cosa si sono inventati i giovani rifugisti per far conoscere e amare le nostre Orobie.

Con l’inchiesta che potete leggere sull’edizione del giornale in edicola il 25 luglio, anche un «versione social» e online: continuiamo infatti a raccogliere i vostri luoghi del cuore e le foto che ci mandate. Qui potete vederne alcune e tutte le altre sono sul nostro profilo Instagram. Sempre sui Social seguite le indicazioni per partecipare alle nostre iniziative.

C’è chi, come Giulia e Mattia, hanno portato e faranno crescere fin lassù, al rifugio Longo di Carona, il piccolo Daniele, e chi, come Andrea ed Elisa, a Calvi, sotto il pizzo del Diavolo, hanno fissato il loro nido d’amore, in vista delle nozze. Mentre l’ex muratore Nicola, al Magnolini, sul Pora, ha cambiato radicalmente vita: il suo rifugio è aperto tutto l’anno.

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Sono le nuove generazioni di rifugisti, giovani, entusiasti, con idee nuove per chi arriva in montagna. Pronti ad accogliere escursionisti che, però, stanno diventando sempre più esigenti. Ai rifugi, spesso, si arriva in e-bike, qualche volta anche con jeep navetta, direttamente all’ingresso. La clientela, quindi, non è più rappresentata solo dal classico camminatore esperto.

Ecco allora i gestori alle prese con richieste di nuovi servizi e a «caccia» di attrattive sempre più variegate, per il cittadino o il bambino che arriva a trovarli. Per arrivare al Calvi c’è pure una «Caccia al sasso» con premio finale, al Branchino di Lara, tra Ardesio e Roncobello, visto che non ci sono posti letto nel rifugio, si può dormire nella StarsBox (gestita da Orobie Style), la capanna-tenda sotto le stelle. E Paolo, Matteo ed Ambra, al Mirtillo di Lizzola, accompagnano gli ospiti alla scoperta dei malgari e di come si produce il formaggio.

Per i nostri lettori le Orobie sono: spettacolari, superlative, ossigeno, tranquillità, silenzio, mitiche, un angolo di paradiso, uniche, casa, passeggiate, semplicità.

Anche al popolo del Web piace la nostra inchiesta sulle montagne e sono in moltissimi ad aver inviato foto ricordo sulle Orobie. Anche i sondaggi hanno dato delle risposte significative e gli utenti hanno stilato su Instagram una classifica delle loro attività preferite da fare in montagna: passeggiare (200 voti), vivere il benessere (49 voti), vivere l’enogastronomia (44 voti), scalare (13 voti). Per i nostri lettori le Orobie sono: spettacolari, superlative, ossigeno, tranquillità, silenzio, mitiche, un angolo di paradiso, uniche, casa, passeggiate, semplicità.

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Approfondisci l’argomento sulla copia digitale de L’Eco di Bergamo di lunedì 25 luglio.

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