I debiti sono debiti anche con altre parole
Da qui a fine anno, il Governo è atteso ad una specie di macchina della verità sulle scelte di finanza pubblica, con ripercussioni che possono condizionare addirittura i prossimi 5/7 anni.
Da qui a fine anno, il Governo è atteso ad una specie di macchina della verità sulle scelte di finanza pubblica, con ripercussioni che possono condizionare addirittura i prossimi 5/7 anni.
Al Congresso comunista che lo ha incoronato imperatore, Xi Jinping ha profittato, tanto che c’era, per tracciare il confine tra il bene e il male. Vale sempre il suo documento «n. 9» del 2012, in cui si dice che «ogni membro del partito ha il dovere di combattere ovunque e sempre i valori occidentali». Noi che siamo al di qua di questa demarcazione, faremmo bene a riflettere sul fatto che l’occid…
Il commento. La crisi di identità della leadership che si sta avvitando in qualcosa di irreversibilmente fatale nel Regno Unito, può magari consolare gli italiani, normalmente additati per instabilità e litigiosità, ma sarebbe una magra consolazione. Meglio riflettere sui messaggi che arrivano da Londra, per cercare di trarre qualche insegnamento utile per noi, anche perché ci sono affinità…
Anziché allo sterile esercizio del totoministri sarebbe più utile, in questa fase istituzionale di attesa, dedicarsi al totoprogramma. È lì che si potrà meglio capire il futuro immediato del Paese, che ha meno dei tradizionali 100 giorni per entrare in sintonia con il primo governo destra-destra della Repubblica. L
Il commento. Se c’è una correlazione, e certamente c’è, tra comportamenti elettorali e status socioeconomico, queste elezioni sono una sfida soprattutto per il ceto medio. C’è solo da stabilire se è stata percepita, oppure ancora no, la nuova situazione in cui la crisi ha messo lo strato sociale di quella fascia. Per intenderci, in un Paese con cattiva distribuzione del reddito, ci riferiam…
Chissà che l’irruzione della questione energetica nella campagna elettorale, sia stata utile per mettere meglio in fila le priorità. Certo, il Luna Park delle promesse di agosto (tasse basse, pensioni alte, alberi, dentiere) è come se avesse di colpo fermato le giostre, e la musica si fosse trasformata in un breve belato beffardo.
Contenuti e schieramenti sono l’essenza della politica, ma devono andare d’accordo, essere coerenti. Con la legge elettorale vigente, che ha obbligato i partiti a contorsioni, la confusione segnaletica è aumentata.
Il fisco è da sempre il protagonista involontario delle campagne elettorali. Sarebbe materia da maneggiare con cura, ma è troppo forte la tentazione di sventolare bandierine. La Costituzione vieta il referendum in materia fiscale, ma non si può certo vietare il tema nei programmi dei partiti. Bisognerebbe solo che gli elettori potessero verificare il grado di serietà delle proposte: sarebbe un in…
Il commento Nonostante gli enormi difetti, è stata tenuta in vita la legge elettorale che aveva creato la legislatura più pazza della Repubblica, iniziata con la richiesta di impeachment di Mattarella e conclusa con il licenziamento dell’italiano più stimato al mondo. La scusa di chi (i capi partito) aveva interesse a mantenere il privilegio dei seggi decisi a tavolino tra quattro nemici in…
Il pronti-via della campagna elettorale già ci consegna una pioggia di luccicanti promesse, propinate in particolare da quelli che hanno buttato giù il Governo che forse poteva realizzare le più sensate. Si legge di tutto: pensioni minime a mille euro, un milione di nuovi alberi, barche di migranti in mezzo al mare, scostamenti di bilancio (debito), condono fiscale chiamato pace, pensioni anticip…
Che il ciclo che ha visto negli anni scorsi le banche in caduta di credibilità e bersaglio della campagna populista del 2018 sia ormai terminato, lo dimostra il tono con cui il presidente Antonio Patuelli ha aperto l’Assemblea annuale di Abi: sostanzialmente sereno, positivo, a tratti orgoglioso di un sistema che presenta risultati concreti: «Le banche hanno continuato a rafforzare patrimoni e li…
Mentre una guerra vera è in corso, in Italia c’è chi porta avanti guerre fasulle sull’energia, proprio il capitolo che in questi mesi è stato del tutto rivoluzionato, alla luce della dipendenza italiana ed europea dall’orso russo.
L’inflazione che sale (5 punti erosi già quest’anno, secondo Istat) viene fronteggiata da una dolorosa e dimenticata manovra sul costo del denaro. Ai percettori di reddito fisso era stato detto di non preoccuparsi perché l’inflazione sarebbe durata poco, ma l’uscita di Christine Lagarde ha tolto ogni speranza. Bisogna attrezzarsi, come sanno bene i francesi che hanno fatto due campagne elettorali…
Per una comprensione più profonda di quello che sta avvenendo da oltre 100 giorni in Ucraina, bisognerebbe modificare l’oggetto dell’analisi. Anziché concentrarsi prevalentemente sull’autocrate, bisognerebbe interrogarsi di più sull’autocrazia. Sarebbe molto più utile alla nostra democrazia, e alla cura che dobbiamo avere per preservarla. Oltretutto, caduto un Vladimir Putin, la macchina è pronti…
L’aumento ormai consolidato e, si teme, duraturo dell’inflazione sta diventando una questione sociale. Può far piacere solo al Ragioniere dello Stato, perché attenua il costo del debito pubblico, ma lo spread a 200 raffredda qualsiasi illusione. Per questo, con le ricadute sul costo della vita, diventano ancor più centrali la questione lavoro, salari e pensioni.
I 14 miliardi stanziati per aiuti e provvidenze varie hanno spiazzato un pò tutti, sindacati e Confindustria compresi, che preferiscono soluzioni strutturali sul cuneo fiscale (16 miliardi, ma per sempre) e non la politica degli una tantum. La copertura viene da una supertassa del 25% sugli «extraprofitti» delle società energetiche e, in un Paese che non ama i profitti, figuriamoci gli extra, la …
Nella sua prima intervista da premier, rilasciata a Pasqua al direttore del Corriere Fontana, Mario Draghi ha scelto la retorica del bicchiere mezzo pieno. Il senso complessivo è l’esortazione agli alleati di governo di valorizzare i buoni risultati anziché discuterli continuamente.
Per ora è un timido inizio, perché il blocco dell’import di carbone dalla Russia vale 4-5 miliardi, ma forse la strada delle vere sanzioni è imboccata verso petrolio e gas. La nostra spesa energetica in Russia vale da 100 miliardi in su (sale con i prezzi), e Putin li reinveste non in burro ma in cannoni. C’è un problema anche morale sempre più inaccettabile.
Non possiamo aspettarci grandi cose dall’imminente varo del Def, il documento di politica economica con il quale il Governo comincia a preparare il bilancio triennale. Soprattutto sarà flessibile, fino al vero e proprio progetto autunnale.Ci aspettavamo stabilità positiva, ma il 2022 inizia con due trimestri a probabile crescita zero, e siamo improvvisamente chiamati ad altre decisioni vere su en…
Dietro la spallata non solo all’Ucraina ma all’intero Occidente, c’è in Vladimir Putin – due facce di una stessa moneta – una sbrigativa analisi politica e culturale. Ne troviamo le tracce già in una intervista al «Financial Times» del 2019, nel quale definiva «obsolete» le istituzioni della democrazia liberale.
Loading...