Scandalo Qatargate, geopolitica e sicurezza
Europa. Brutta storia, con intrigo internazionale, il Qatargate, esteso anche al Marocco.
Europa. Brutta storia, con intrigo internazionale, il Qatargate, esteso anche al Marocco.
Italia.Nel giorno in cui Bankitalia lancia l’allarme per il contante e la flat tax, Carlo Bonomi, intervenuto in remoto all’assemblea di Confindustria Bergamo, ribadisce le critiche alla manovra finanziaria. Un doppio registro quello del leader degli imprenditori, che non ha potuto essere presente perché convocato al ministero: ha riconosciuto certo gli aspetti positivi (la compatibilità con la d…
Politica. Giorgia Meloni sta prendendo le misure della propria maggioranza, in particolare fin dove può spingersi il grado di compatibilità con Salvini, mentre le tre opposizioni giocano ciascuna la loro partita in proprio.
Politica. Non solo garbo istituzionale, ma molto di più: empatia, connessione di sentimenti, condivisa costruzione ambientale dei problemi e delle prospettive.
Il commento. Siamo già afflitti dalla guerra in Ucraina e dagli choc economici, e non si avvertiva la necessità di aggiungerne altri con il dramma migratorio Italia-Francia, sulla pelle degli sventurati e ad un anno dal Trattato del Quirinale sottoscritto dal governo Draghi per rafforzare le relazioni fra Roma e Parigi.
Ora si va sul concreto dopo aver sprecato l’inizio di legislatura sui controversi temi ideologici. Giorgia Meloni ha superato il primo test con i vertici dell’Europa. Non era scontato per la premier di destra, estranea all’ortodossia europeista: vedremo i fatti, già da queste ore. Non è scoppiato l’idillio, tuttavia è iniziato un dialogo costruttivo nel segno della reciprocità e ognuno s’è preso …
Chi pensava, osservando soddisfatto la transizione morbida da Draghi a Meloni, a una continuità di sostanza fra il governo uscente e quello sovranista in tailleur si deve ricredere. L’uno-due del (della) premier sul tetto al contante e su quello che appare come un «liberi tutti» dal Covid ribalta il rigore e l’equilibrio ai quali eravamo abituati. Una linea completamente diversa in cui la destra …
Giorgia Meloni dice che «il nostro impegno è unire la nazione», e auguriamoci sia così nei fatti, perché il futuro governo non nasce in un clima ideale. Il successo elettorale, ottenuto secondo la formula del marciare divisi per colpire uniti, lasciava intendere che il centrodestra, per la responsabilità ricevuta, avrebbe fatto tesoro delle lezioni passate: mostrarsi compatto, superando antichi d…
Ora che sta per iniziare il percorso costituzionale che porterà al nuovo governo, il primo punto che pare acquisito è il passaggio delle consegne ordinato. Draghi ha accelerato sulle cose che ancora restavano da fare e lascia in eredità un Pnrr dal cronoprogramma rispettato, come è stato confermato anche dai vertici europei. Oltre ad un tocco di bon ton istituzionale verso Giorgia Meloni, quando …
I fatti hanno la testa dura e il principio di realtà, nella sua durezza, reclama la propria parte: succede così quasi sempre ed è questo il criterio per misurare la compatibilità delle parole spese in campagna elettorale. Giorgia Meloni aveva detto che, quando toccherà a lei, sarà una faccenda da non dormire la notte. Esatto.
Per quanto il successo di Giorgia Meloni rappresenti una novità assoluta nella storia repubblicana, pure la leader di FdI beneficia di una regola non scritta e praticata dal 2013: gli elettori premiano il carattere dalle idee nette e radicali, il volto nuovo, o ritenuto tale, ma solo (finora) per un giro. Di norma non si concede il bis: vince chi non ha governato prima.
Salvini, domenica 18 settembre a Pontida, ha schierato le sue truppe e il colpo d’occhio s’è posato sul pratone che in questi decenni ha raccolto speranza, paura, malessere: partecipazione da Nord a Sud, numeri alti come da tradizione, senza essere memorabili. Rito padano rispettato dopo tre anni di assenza per il Covid: un giorno di festa nel luogo che Salvini definì «l’assemblea naturale del po…
Il commento. Qualche avviso ai naviganti. Il primo appuntamento del prossimo governo, che dovrebbe nascere non prima della fine di ottobre, è il varo della legge di bilancio in una congiuntura di rara complessità e che per tradizione divide qualsiasi maggioranza, oltre a registrare l’assalto corporativo alla diligenza. E questa volta non c’è il parafulmine Draghi.
L’altro giorno l’irruzione a gamba tesa nella campagna elettorale italiana del pretoriano di Putin, l’ex presidente Medvedev. Ieri la seconda puntata con l’attacco, centrato sulla persona, della «Pravda» a Giorgia Meloni finita nel mirino per il suo atlantismo e per il sostegno all’Ucraina. L’affondo del sito del giornale russo coincide con la presa di posizione di Adolfo Urso (Fratelli d’Italia)…
Il commento. Per fortuna c’è Mattarella, colui che ci protegge dall’alto del Colle. È questa la prima osservazione che si può fare all’improvvida uscita di Berlusconi, per il quale se il presidenzialismo entrasse in vigore «sarebbero necessarie le dimissioni di Mattarella per andare all’elezione diretta del Capo dello Stato». Poi, come da copione, il prestigiatore di Arcore ha cercato di ri…
In vista del voto del 25 settembre vanno prese in considerazione due parole: effetto sciame. Quel fenomeno che, in uno dei suoi significati, indica il movimento in massa di un insieme mirato verso una precisa direzione. È ciò che è successo negli ultimi 8 anni quando una porzione d’elettorato ha scelto all’undicesima ora il candidato forte del momento, l’uomo nuovo o percepito tale: è avvenuto co…
Draghi c’è e non c’è. Estraneo alla partita politica, comunque resta sullo sfondo. Spesso evocato, il garante dell’Italia euroatlantica e riformista. Ieri ha ricordato che il governo va avanti, perché c’è ancora tanto da fare. «Sarà un autunno complesso», ha ribadito dopo aver già sottolineato questo concetto nella due giorni parlamentare in cui gli fu dato il benservito.
Iniziata male, la crisi di governo sta per finire peggio. Un giorno tristemente noto, da ricordare fra i più negativi della storia repubblicana recente: il discrimine passa tra responsabili e irresponsabili, il cui costo è sulla pelle degli italiani. Un passaggio caotico e drammatico, un dibattito modesto e rassegnato, che segna la frattura tra Palazzo e Paese reale.
Dunque, oggi si consuma il finale di partita per il governo Draghi nato a febbraio 2021, che l’altro ieri ha firmato lo storico accordo con l’Algeria per aumentare drasticamente le forniture di gas. Ci sarà il voto di fiducia con il quale il premier, mai sfiduciato, potrà misurare il proprio consenso. Si parte dal Senato, dove l’ala oltranzista dei pentastellati è più forte, poi domani alla Camer…
Punto primo: il governo con gli ultimatum non lavora. Punto secondo: se manca il voto grillino, sarà poi Mattarella a decidere il percorso istituzionale. Chiaro e netto, Draghi, nella conferenza stampa di ieri pomeriggio dopo l’incontro giudicato positivo con i sindacati. Nella lucidità del premier si avverte il peso del logoramento del governo dinanzi alle scorribande della guerriglia contiana c…
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