La filosofia di Gasperini, un’eredità per il futuro
ITALIA. Adesso ci dobbiamo proprio credere tutti. E come succede sempre per i momenti che si pensa non debbano arrivare mai, nessuno di noi se l’era immaginato così.
Classe 1967, è stato rapito a 16 anni dal giornalismo e non è
stato più liberato. Anche perché le sue famiglie (quella d'origine e quella
attuale) si sono sempre ben guardate dal rivolerlo indietro. Assunto a L'Eco di
Bergamo nel 1993, ha cominciato allo Sport e allo Sport è tornato dopo essersi
occupato per vent'anni di cronaca locale e nazionale, politica ed esteri.
Raccontando fatti, personaggi e storie del mondo sempre con occhio
orgogliosamente bergamasco.
ITALIA. Adesso ci dobbiamo proprio credere tutti. E come succede sempre per i momenti che si pensa non debbano arrivare mai, nessuno di noi se l’era immaginato così.
TOTO ALLENATORI. In attesa di Conte e del Napoli, un giro di panchine che coinvolge mezza Serie A. Sullo sfondo Palladino, Tudor, Pioli e Motta.
IL COMMENTO. Sarà che all’ultimo giorno di scuola è sempre tutto un po’ più bello, tutti sono sempre un po’ più bravi e magari ci sta pure un po’ di manica larga con chi, durante l’anno, ha studiato un po’ meno e deve evitare la bocciatura.
IL COMMENTO. Alla fine di un weekend triste sia per il Rosso (Sinner, ko in finale a Roma), sia per la Rossa (Ferrari 4ª e 6ª a Imola e pure soddisfatta: chissà cosa ne avrebbe pensato Enzo Ferrari), lo sport italiano si ritrova a sorridere al femminile.
IL COMMENTO. Mese delle fioriture per eccellenza, maggio regala per tradizione al rigoglioso giardino dello sport italiano due delle sue rose più belle.Una è la Rosa più rosa delle altre: quella del Giro d’Italia.
IL COMMENTO. Difficile parlare solo di calcio quando le sue vie si intrecciano con quelle della violenza e della morte. La tragedia che si è consumata in via Ghirardelli è qualcosa di contrario a ogni forma di diritto, naturale o scritto, che regola la vita dell’uomo. E il giornale se ne occupa, nella maniera più accurata, sensibile e documentata possibile, in un’altra sezione.
IL COMMENTO. Sobrietà. In una settimana in cui il termine è stato usato fino a sconfinare nell’abuso, Atalanta e Lecce hanno fatto proprio il concetto e se lo sono portato in campo.
I VOTI. Le pagelle di Milan-Atalanta di Piero Vailati.
LA CRONACA. Una vittoria di sostanza, una vittoria di personalità che avvicina l’obiettivo Champions nel giorno in cui il Bologna, riportandosi a -2 (comunque -3 per l’esito degli scontri diretti) dopo aver battuto l’Inter capolista poteva ritrovare l’entusiasmo giusto per riaprire i giochi, in attesa della Juve impegnata a Parma nella serata di lunedì 21 aprile.
SPORT. Non preoccupatevi se questa mattina, rientrando al lavoro, troverete il traffico del lunedì ancora più intenso del solito.
IL COMMENTO. L’attacco non crea, la difesa prima o poi la sua frittata la combina. E ha il suo bel da fare il povero Carnesecchi (ancora una volta il migliore) a parare il parabile e anche qualcosa in più.
IL COMMENTO. Così brutta da essere persino disarmante. Da guardarla con tale sconforto che non si riesce nemmeno ad arrabbiarsi. L’Atalanta ha scelto il suo volto peggiore per salutare definitivamente il bel sogno che l’ha accompagnata (anzi, che ci ha accompagnati tutti, anche quelli che magari hanno rinunciato a priori a sognare) fino a questo caldo pomeriggio di primavera nello stadio cantie…
IL PROGETTO. Il dg Area corporate Fabris: «A Pasqua un nuovo campo con una tribuna da 400 posti. Entro il 2027 acquisiremo altre aree confinanti». Si ragiona anche su uno stadio per l’Under 23.
IL COMMENTO. Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Una Milano-Sanremo fra le più avvincenti della storia, due coppe del Mondo di sci vinte (fra cui la più importante, quella assoluta) e una persa giusto per restare con i piedi per terra.
IL COMMENTO. Prendete un ragazzo di 15 anni e provate a spiegargli che l’uomo è vissuto per millenni senza smartphone. Farete una fatica tremenda. Poi spiegategli che c’è stata un’epoca (lunga) in cui la Ferrari dominava il Mondiale di Formula 1 e l’Atalanta faceva la spola fra Serie A e Serie B. Forse farete ancora più fatica.
IL COMMENTO. Non chiediamoci perché. E non stiamo nemmeno qui a pensare a come potrebbe essere la classifica con i punti persi in casa con Torino, Cagliari e Venezia. Godiamocela e basta, questa Atalanta che va a trattare la Juve a casa sua, spegnendone le ultime speranze di scudetto e rinvigorendo le proprie, come se fosse il Verona o l’Empoli.
IL RICORDO. In Rai per 33 anni, ha commentato la Nazionale per 5 Mondiali e 4 Europei con un cruccio: non l’ha mai vista vincere. La tragedia dell’Heysel. Quel viaggio in auto da Udine a Bergamo e il Friuli come l’Almanacco Panini.
CALCIO. Parla l’attaccante dell’Atalanta, nipote e figlio d’arte: «Faccio ancora il pendolare da Milano, sono in alto mare... Il cognome ingombrante? Ognuno la vede come vuole, a me non è mai pesato».
IL COMMENTO. Una siepe che impedisce la visuale sull’orizzonte. E al di là di quella, l’Infinito. Se la cosa non vi suona del tutto originale, avete ragione. Sono gli elementi chiave di una delle liriche più famose di Giacomo Leopardi: dalla sommità del monte Tabor, nella sua Recanati, il poeta immagina quell’infinito che sta oltre, ma che la siepe gli impedisce di vedere.
IL COMMENTO. Si chiama scudetto, è un triangolino con i colori della bandiera italiana che giusto da un secolo (il primo a fregiarsene fu il Genoa, stagione 1924/25) identifica sulla maglia la squadra che vince il campionato. Leggenda vuole sia nato da un’idea di Gabriele D’Annunzio.
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