Ospedale, sicurezza da approfondire
Il Pm chiede di prorogare le indagini

Ci sono aspetti sulla sicurezza del «Papa Giovanni» per i quali «si impongono debiti approfondimenti, anche in relazione ai controlli che l’autorità competente (vigili del fuoco) avrebbe potuto e dovuto tempestivamente eseguire». Lo scrive il pm Giancarlo Mancusi.

Ci sono aspetti sulla sicurezza del «Papa Giovanni» per i quali «si impongono debiti approfondimenti, anche in relazione ai controlli che l’autorità competente (vigili del fuoco) avrebbe potuto e dovuto tempestivamente eseguire».

Lo scrive il pm Giancarlo Mancusi nella richiesta di proroga di sei mesi presentata per l’inchiesta sul nuovo ospedale e accolta nei giorni scorsi dal gip Giovanni Petillo. Un fascicolo aperto per abuso d’ufficio, che vede come perno le indagini attorno alla realizzazione della trincea drenante per far fronte alle infiltrazioni di acqua dal sottosuolo.

Ma che accoglie pure gli accertamenti su altri appalti e su aspetti meno rilevanti dal punto di vista penale (e però non per questo meno importanti). Uno di questi è la sicurezza della struttura, alla quale il sostituto procuratore dedica gran parte delle sua stringata istanza.

Mancusi chiede tempo per verifiche su vari fronti, non escluse «talune irregolarità, potenzialmente di non poco momento (anche come fonte di pericolo per la pubblica incolumità), emerse nel corso delle indagini, come ad esempio la realizzazione dei solai e l’effettiva resistenza al fuoco delle travi».

Il magistrato entra nello specifico, elencando difetti e rischi connessi. «I solai, ad esempio -, osserva il pm - non recano i fori di sfiato dei gas combusti, ragion per cui, in caso di incendio, potrebbero facilmente e fatalmente saturarsi di gas fino a esplodere».

Altro aspetto che merita approfondimenti, secondo gli investigatori, sono le travi Rep , le strutture componibili (in metallo con fondello d’acciaio) che fungono da appoggio per i solai e che, «a quanto risulta dai primi accertamenti, non hanno resistenza al fuoco garantita, con conseguenze potenzialmente molto gravi in caso di incendio». Dal canto suo, la direzione dell’ospedale assicura che il «Papa Giovanni» è una struttura tra le più sicure d’Italia.

Anche due ex direttori generali dei vecchi Ospedali Riuniti sono finiti indagati nell’inchiesta sul «Papa Giovanni».

Si tratta di Stefano Rossattini (dg dal 2003 al 2005) e Carlo Bonometti (dg dal 2006 al 2010), che sono andati ad affiancare l’attuale direttore generale Carlo Nicora e il direttore amministrativo Peter Assembergs. Pure per Rossattini e Bonometti il reato contestato è l’abuso d’ufficio. A vario titolo, i quattro indagati, secondo il pm, si sarebbero resi responsabili almeno di 4quattro episodi: uno commesso il 28 ottobre 2011; il secondo «in data anteriore e prossima al 31 dicembre 2004»; il terzo commesso tra il 2004 e il 2010; e l’ultimo «in epoca antecedente o prossima al 31 dicembre 2012».

C’è sicuramente l’appalto per i lavori della trincea drenante che è stato affidato alla Dec in modo diretto e senza invece passare da una gara. Ciò, secondo chi indaga, avrebbe costituito un abuso d’ufficio perché la ditta di Bari, aggiudicandosi i lavori, avrebbe goduto di un ingiusto vantaggio patrimoniale, visto che un bando avrebbe comportato il rischio di esclusione. Una decina gli affidamenti diretti di appalti che sono sotto la lente del pm e del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. E nel mirino potrebbe ora finire altra gente. Lo fa intuire il sostituto procuratore Mancusi nella sua richiesta di proroga.

«L’acquisizione dei documenti utili è stata quasi ultimata - scrive -. I documenti residui, tuttavia, dovranno essere vagliati e tale vaglio potrà fornire spunto per ulteriori acquisizioni, consentendo altresì di identificare altre persone coinvolte nei plurimi procedimenti amministrativi ed assumerne informazioni».

Raggiunto al telefono, Bonometti risponde: «Non ho ricevuto alcuna comunicazione dalla Procura. No comment su trincea né su altro. Se i magistrati avranno bisogno di sentirmi, sarò a loro disposizione».

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