Redditometro, al via i controlli
Le spese dei contribuenti ai raggi X

Nel 2012 circa mille bergamaschi hanno dovuto affrontare i controlli del fisco attraverso il cosiddetto redditometro. L’anno scorso, invece, si è registrato una specie di stand-by, con i questionari bloccati sulla linea di partenza dal Garante della privacy.

Nel 2012 circa mille bergamaschi hanno dovuto affrontare i controlli del fisco attraverso il cosiddetto redditometro. L’anno scorso, invece, si è registrato una specie di stand-by, con i questionari bloccati sulla linea di partenza dal Garante della privacy deciso a mettere sotto la lente lo strumento affinato e rinnovato proprio nel 2013 dall’Agenzia delle entrate.

Ora il redditometro torna a creare preoccupazione perché, acquisito il parere del Garante, è finalmente pronto per diventare operativo. In Italia sarebbero già 20 mila le lettere in spedizione, di queste alcune centinaia nella Bergamasca.

Il fisco partirà col chiedere conto dei redditi 2009. La notifica dell’accertamento, infatti, deve avvenire entro il 31 dicembre del quarto anno successivo alla presentazione delle dichiarazioni.

Dunque entro la fine dell’anno devono/possono partire le richieste relative alla dichiarazione dei redditi presentata nel 2010. Se i tempi (prorogabili di un anno per chi non ha presentato la dichiarazione)non vengono rispettati interviene la prescrizione.

L’applicazione del redditometro deve tenere presenti alcune novità. La prima è quella per cui l’Agenzia delle entrate non può considerare le spese medie Istat. La recentissima (11 marzo scorso) circolare dell’Agenzia delle entrate, che recepisce il parere sul redditometro del Garante della privacy, precisa infatti che le spese per beni e servizi il cui valore induttivo è determinato esclusivamente in base alla media Istat, non concorreranno né alla selezione dei contribuenti, né formeranno oggetto del contraddittorio. Salvo che l’Amministrazione possa provare tali spese con dati certi.

Si tratta delle spese per alimentari e bevande, pasti e consumazioni in locali pubblici, abbigliamento e calzature, costi scolastici (libri, rette ecc.), giochi, dischi, internet, prodotti per la cura della persona, barbiere, parrucchiere e istituti di bellezza, trasporti pubblici, taxi e altri trasporti, argenteria, gioielli, bigiotteria e orologi, borse, valigie ed altri effetti personali, onorari di liberi professionisti. In sostanza, l’Agenzia delle entrate deve procedere sulla base di spese documentate e non semplicemente indotte.

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