Femminicidio di Pamela, Soncin resta in carcere. Il Gip conferma tutte le aggravanti

IN CARCERE. Gianluca Soncin è accusato di omicidio pluriaggravato per aver ucciso con almeno 24 coltellate a Milano Pamela Genini, che voleva lasciarlo.

Milano

Con l’arrivo nel carcere di San Vittore della pm Alessia Menegazzo e della procuratrice aggiunta Letizia Mannella, si è svolto giovedì 16 ottobre l’interrogatorio di Gianluca Soncin, il 52enne accusato di omicidio pluriaggravato per aver ucciso con almeno 24 coltellate l’altroieri sera a Milano Pamela Genini, che voleva lasciarlo.

L’uomo, che ha inscenato un tentativo di suicidio ed è stato portato in ospedale, è stato fermato poco dopo il delitto e già nella notte si è avvalso della facoltà di non rispondere. La Procura ha chiesto la convalida del fermo e l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Richiesta accolta dal gip Tommaso Perna, che ha confermato tutte le aggravanti contestate: premeditazione, stalking, futili motivi, crudeltà e relazione affettiva. Questione di giorni, invece, per l’autopsia, già disposta dai magistrati milanese. Se ne occuperà il pool della nota anatomopatologa Cristina Cattaneo, già medico legale del caso di Yara Gambirasio.

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Ora l’uomo si trova in isolamento e come ha spiegato la sua legale, revocata in quanto Soncin ha nominato un avvocato di fiducia, «non è lucido». «L’ho trovato dimesso - ha aggiunto - non ha ancora preso consapevolezza di quanto accaduto».

Sequestrati coltelli e pistole scacciacani

In casa di Gianluca Soncin, a Cervia, gli investigatori hanno sequestrato una decina di coltelli, «cutter» e a serramanico, simili a quello usato per uccidere Pamela Genini, e quattro-cinque pistole scacciacani. Le informazioni emergono da un verbale di sequestro depositato nelle indagini della polizia, coordinate dall’aggiunta di Milano Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo. Nelle perquisizioni sono state trovate anche delle chiavi che potrebbero essere simili a quelle dell’abitazione della 29enne, di cui il 52enne aveva fatto copia per fare irruzione due giorni fa, ma è ancora da verificare che si tratti di un’altra copia.

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Si sta anche verificando se in altre sedi giudiziarie siano presenti denunce depositate dalla modella in passato contro Soncin, che per un anno e mezzo, sempre stando ai racconti di conoscenti e amici, ha messo in atto continue intimidazioni e vessazioni, oltre a botte e pedinamenti. A Milano non risultano denunce

«Pistola puntata al ventre»

Nel verbale dell’ex fidanzato e amico di Pamela Genini si parlava, tra l’altro, di minacce rivolte dal 52enne alla donna anche con coltelli e con una «pistola puntata al ventre» e pure di un precedente tentativo di accoltellamento. Intanto, la Procura diretta da Marcello Viola sta anche verificando se in altre sedi giudiziarie siano presenti denunce depositate dalla modella in passato contro Soncin, che per un anno e mezzo, sempre stando ai racconti di conoscenti e amici, ha messo in atto continue intimidazioni e vessazioni, oltre a botte e pedinamenti. A Milano non risultano denunce.

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Si attende l’autopsia

Agli atti è stato depositato anche il primo accertamento medico legale sul corpo, in cui si parla di almeno 24 coltellate, ma poi sarà l’autopsia a chiarire con esattezza il numero dei colpi inferti e quali siano stati quelli letali. Se ne occuperà il pool della nota anatomopatologa Cristina Cattaneo e l’esame autoptico sarà effettuato il prima possibile nei prossimi giorni.

Nel frattempo, inquirenti e investigatori continueranno a sentire testimoni per ricostruire con esattezza quel «quadro agghiacciante» già venuto a galla dal racconto dell’amico ed ex fidanzato, colui che era al telefono con Pamela martedì sera e che ha chiamato la polizia. Gli agenti hanno sentito la donna gridare «mi sta accoltellando, aiuto» mentre salivano velocemente le scale del palazzo, ma non sono riusciti ad arrivare in tempo per salvarla.

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