«Nuvole sulla manifattura bergamasca». Cassa in aumento

L’ANALISI. Nieri (Cisl): «Metalmeccanica e tessile sono i settori più in difficoltà. E c’è una questione salariale». Toscano (Cgil): «Scenario internazionale imprevedibile». Papaianni (Uil): «Serve una visione sull’interporto».

Non è solo il meteo a virare verso il brutto tempo: anche i sindacati vedono nubi addensarsi sopra le imprese. Con la ripresa delle attività - che in molti casi coincide con il 27 agosto - dopo le fermate collettive agostane, quello che ipotizzano Cgil, Cisl e Uil di Bergamo non è uno scenario favorevole.

Cig a quota 10 milioni di ore

«Nel primo semestre dell’anno le aziende della nostra provincia hanno registrato un aumento notevole delle ore totali di Cig, che sfiorano i 10 milioni»

Dal personale osservatorio sindacale rappresentato dalle domande (ed effettivo utilizzo) di cassa integrazione, infatti, i numeri non lasciano tranquilli. Lo rimarca Luca Nieri, segretario della Cisl orobica, sottolineando che «nel primo semestre dell’anno le aziende della nostra provincia hanno registrato un aumento notevole delle ore totali di Cig, che sfiorano i 10 milioni». E il «contributo» a questo incremento arriva «sia dalla cassa ordinaria che da quella straordinaria».

Il segretario generale della Cgil di Bergamo, Marco Toscano, aggiunge un tassello in più: «I dati sulla cassa mostrano richieste ancora alte anche a giugno, soprattutto se misurate con il periodo pre-Covid». E questo, dice Toscano, «è un segno del clima di incertezza». Dopo il picco di ore di cassa integrazione registrato nei primi sei mesi del 2021 (circa 31,3 milioni di ore), si era scesi intorno ai 4 milioni nello stesso periodo del 2022 e 2023, per poi, l’anno scorso, risalire a 8,5 milioni di ore, fino al record negativo tra gennaio e giugno di quest’anno.

È ancora Nieri a precisare che la cassa impatta soprattutto «sulla metalmeccanica, che passa dal 58,3% al 61,8% del totale di Cig». A pesare è «la crisi legata all’automotive, che incide pesantemente da diversi anni ed è aggravata sempre più dalla transizione in corso». Ma anche «il tessile mostra un andamento in crescita, aumentando la propria quota dal 17% al 20%», afferma il segretario della Cisl. Se poi si guarda al mondo dell’artigianato, «il ricorso al fondo Fsba ha visto Bergamo utilizzare quasi il 15% delle risorse lombarde - aggiunge Nieri - un dato inferiore solo a quelli di Brescia e Milano, che però contano molti più iscritti».

Il problema dei salari

lo stand by del rinnovo per le tute blu può comportare anche il fermo temporaneo della contrattazione aziendale, con integrativi al palo

Il problema salariale c’è: «I contratti collettivi sono la prima risposta, con aumenti “giusti” e in tempi rapidi - chiosa Nieri -. Oggi abbiamo settori importanti senza rinnovo (solo come metalmeccanici nella nostra provincia ci sono quasi 70mila lavoratori che lottano per il cccnl) e la contrattazione di secondo livello deve allargare il perimetro della negoziazione». Tra l’altro, lo stand by del rinnovo per le tute blu può comportare anche il fermo temporaneo della contrattazione aziendale, con integrativi al palo.

Incognite Ucraina e dazi

«La situazione geopolitica legata al conflitto in Ucraina e ai dazi - con il mercato americano che è molto importante per Bergamo - creano uno scenario praticamente imprevedibile che non lascia tranquilli», precisa Toscano. Ecco perché sulla ripartenza «c’è uno sguardo preoccupato, con qualche settore un po’ più in difficoltà di altri». «Sono molte le incognite e questo rende difficile fare previsioni», ammette il numero uno della Camera del lavoro. Che comunque ci tiene a puntualizzare che «al momento non mi sono arrivate segnalazioni particolari».

Secondo Pasquale Papaianni, coordinatore provinciale della Uil, «la questione dazi merita un approfondimento e bisogna capire anche come sarà la congiuntura europea e un eventuale scenario recessivo». C’è da rilevare che «mentre la manifattura soffre, commercio e servizi stanno andando bene». E a questo proposito Papaianni esprime «una grande aspettativa sul (neoletto, ndr) presidente della Camera di commercio, Giovanni Zambonelli, intorno a cui è importante fare quadrato, dato che l’ente camerale è determinante per la tenuta del territorio». Un punto dirimente, poi, riguarda l’interporto, su cui «serve una visione: non importa dove sarà realizzato, ma va realizzato, con una zona logistica speciale che consenta l’abbattimento dei costi di carattere fiscale alle imprese».

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