Ucraina, trattative e messaggi da leggere

MONDO. Speranze di pace nel bel mezzo di pesanti minacce. Come a poker - tra finte, controfinte e bluff - i giocatori stanno calando il carico sul tavolo nel tentativo di strappare le migliori condizioni in quella che appare essere la possibile fase finale della trattativa.

Dopo il colloquio al Cremlino, la delegazione Usa (capeggiata da Steve Witkoff e dal genero di Trump, Jared Kushner), che ha portato a Mosca quanto concordato in queste giornate febbrili con Kiev in Florida, ha in programma di incontrare Volodymyr Zelensky in una capitale continentale. Il presidente ucraino verrà messo alle strette? Prendere o lasciare? Oppure serviranno ulteriori discussioni a cui parteciperanno anche i Paesi europei? Il cosiddetto «Piano Trump» in 28 punti, considerato in Occidente una versione modificata di un passato memorandum del Cremlino, è stato diviso in 4 aree da americani e russi; mentre sempre gli americani con gli ucraini l’hanno ridotto a 19, ma alcuni punti non sono stati concordati, poiché «essi sono ad appannaggio dei leader».

Il cosiddetto «Piano Trump» in 28 punti, considerato in Occidente una versione modificata di un passato memorandum del Cremlino, è stato diviso in 4 aree da americani e russi; mentre sempre gli americani con gli ucraini l’hanno ridotto a 19, ma alcuni punti non sono stati concordati, poiché «essi sono ad appannaggio dei leader»

Ufficialmente nessuno ha presentato alcunché alle opinioni pubbliche internazionali. I mass media hanno ricostruito il «Piano» sulle fughe di notizie e sulle anticipazioni di fonti anonime.Una prima conclusione: qualsiasi sforzo per fermare morte e distruzione ad Est è benvenuto dopo quasi 4 anni di conflitto. Ma che fatica. Russi e ucraini stanno buttando la palla nel campo opposto per dimostrare a Trump che sono gli «avversari» a non volerla fare finita e provocare così la reazione del volubile presidente Usa. Sorge una domanda: ma ad Est c’è realmente voglia di pace? Quante possibilità ci sono di chiuderla qui? Evidenziamo subito che il momento è propizio per un accordo: Trump-Putin-Zelensky (i tre grandi giocatori principali) sono in difficoltà. Chi in difficoltà politiche, chi economiche, chi militari. Il problema è trovare la quadratura del cerchio. Ma attenzione: sia Putin che gli ucraini non possono accettare una pace qualsiasi. Ci sono delle linee rosse. Se il capo del Cremlino pone la questione territoriale al primo posto, Kiev non firmerà una «pace ingiusta» o qualsiasi senza garanzie di sicurezza solide da parte degli Stati Uniti e della Nato. L’opinione pubblica ucraina non l’accetterebbe. Ora sia i russi che gli ucraini hanno ancora risorse per continuare le ostilità, che proprio adesso con l’inizio dell’inverno , di fatto si fermeranno. La diplomazia ha quindi una finestra temporale per fermare questa insensata tragedia. E, a giudicare dai toni aspri delle ultime ore, potremmo essere vicini a qualcosa di estremamente rilevante. Fonti della Nato hanno incominciato dichiarando pubblicamente che se i russi non terminano con le loro operazioni di «guerra ibrida» - leggi droni in volo sui cieli europei, attacchi cibernetici, propaganda infamante e quant’altro - toccherà rispondere per le rime. Un vecchio detto afferma: «Cane che abbaia non morde». Il messaggio recapitato al Cremlino è un altro: «È arrivata l’ora di finirla», poi ci si fa male.

Vladimir Putin, che alla vigilia dell’incontro con la delegazione Usa si è fatto riprendere in mimetica da capo supremo delle Forze armate, ha risposto che se l’Europa «vuole la guerra», la Russia è pronta

Vladimir Putin, che alla vigilia dell’incontro con la delegazione Usa si è fatto riprendere in mimetica da capo supremo delle Forze armate, ha risposto che se l’Europa «vuole la guerra», la Russia è pronta. Continuando col suo tipico stile aggressivo, la successiva dose di minacce è stata rivolta all’Ucraina, che ha appena attaccato tre petroliere russe nel mar Nero. Purtroppo per lui, però, qualche giorno fa, il lancio sperimentale di un missile - una delle armi di cui per anni si è vantato ai quattro venti - è miseramente fallito. In breve, dimostrazioni di muscoli accompagnate da parole da zuffe nei cortili, mentre stando ai sondaggi il popolo russo è sempre più stanco di questo scontro senza fine. Ma a Putin chi glielo dice?

Fare previsioni sulla trattativa in corso è come leggere sul fondo di una tazzina da caffè. L’Europa, che per decenni ha demandato la sua difesa agli Stati Uniti e alla Nato, aspetta affacciata alla finestra: la sua ora verrà, quando bisognerà mettere i soldi sul tavolo, e allora sì che se ne vedranno delle belle. A quel punto anche con lei (il banco) toccherà fare i conti.

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