
Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 15 Settembre 2025
Giudice di pace, in arrivo cinque rinforzi: «Una boccata d’ossigeno, ma non basta»
GIUSTIZIA. Prenderanno servizio a ottobre. Ora ci sono solo 7 giudici dei 21 previsti. Nel 2026 attesi altri 3-4 innesti. Di Vita: «Il quadro migliora». Ma i fascicoli aumentano, gli avvocati scriveranno al ministro: «Abrogare la riforma»

Una prima boccata d’ossigeno è attesa a breve, per il mese prossimo; la svolta vera, invece, è fissata per il 2026. Dopo una lunga stagione di fatica, per il giudice di pace di Bergamo è in arrivo un robusto rinforzo: se attualmente l’organico è a quota 7 unità (erano 8 sino a fine luglio), da ottobre prenderanno servizio 5 nuovi giudici; il prossimo anno, invece, si attendono altri 3-4 rinforzi. In sostanza si potrebbe salire fino a 16 magistrati onorari, più del doppio degli attuali, anche se ancora lontani dalla pianta teorica che ne prevede 21. «Sarà però la situazione migliore da circa dieci anni a questa parte», premette Vito Di Vita, presidente facente funzione del Tribunale di Bergamo.
Ma le competenze aumentano
Da questo ufficio giudiziario, attualmente ubicato nella sede (in affitto) di via Sant’Alessandro, passa un flusso sempre più rilevante di procedimenti: è così in particolare per l’ambito civile, visto che la riforma Cartabia ne ha raddoppiato la competenza per valore, alzandola fino a
Mentre i tempi di celebrazione dei processi penali (per reati di lieve entità, ndr) sono più che buoni, quelli dei procedimenti civili lasciavano un po’ a desiderare
10mila euro per le cause relative ai beni mobili e fino ai 25mila euro per quelle sul risarcimento danni da circolazione di veicoli e natanti.
La conseguenza pratica, oggi, è che la mole di lavoro è cresciuta di parecchio. La fotografia è nel monitoraggio annuale del ministero della Giustizia: dai 7.696 procedimenti iscritti al giudice di pace nel 2023 si è passati ai 10.549 (+37,1%), e nonostante l’incremento della «produttività» (i fascicoli definiti sono saliti da 6.316 a 9.707, +53,7%) le pendenze sono aumentate (dalle 4.165 di fine 2023 alle 5.643 di fine 2024, +35,5%).
Per questo l’arrivo di nuove leve al giudice di pace dovrebbe portare benefici attesi: «Mentre i tempi di celebrazione dei processi penali (per reati di lieve entità, ndr) sono più che buoni, quelli dei procedimenti civili lasciavano un po’ a desiderare – riconosce Di Vita - anche perché in alcuni casi ci si è spinti a fissare le prime udienze a distanza di un anno. Con l’ingresso di 5 nuovi giudici di pace a ottobre, i tempi si dovrebbero addirittura dimezzare, scendendo a sei mesi per le prime udienze». Non solo: «È entrata in vigore la riforma dell’orario lavorativo dei giudici di pace – spiega Di Vita -, con una miglior definizione dell’organizzazione e un conseguente aumento dei procedimenti che potranno essere trattati da ciascun giudice. Altri stanno facendo il tirocinio, peraltro anch’esso riformato con tempi più rapidi: al termine di questo periodo, prevediamo che nel 2026 possano arrivare altri 3-4 giudici. Sono notizie molto positive».
Presto la nuova «casa»
Tra l’altro, proprio entro marzo 2026 è fissato il termine dei lavori per la «Cittadella della giustizia» che sta prendendo forma all’interno dell’ex Maddalena in via Borfuro: in quegli spazi – il cantiere fa capo all’Agenzia del Demanio, che recentemente ha confermato che l’avanzamento del cantiere è in linea con il cronoprogramma – troveranno nuova «casa» gli uffici del giudice di pace (oltre che l’Unep, l’Ufficio notifiche, esecuzioni e protesti), con un deciso miglioramento dell’organizzazione. Ecco perché nel giro di un anno circa lo scenario potrebbe cambiare radicalmente, in meglio.
Il nodo Cartabia
Sullo sfondo, però, aleggia una possibile «complicazione» di carattere generale legata alla normativa nazionale. Da luglio 2026, dovrebbe entrare in vigore (il condizionale è d’obbligo, visto che c’è già stata una proroga) un ulteriore incremento del tetto di competenza del giudice
È l’ennesima «postilla» della riforma Cartabia: qualora accadesse, la soglia arriverà sino a 30mila euro per i beni mobili e sino a 50mila euro per i sinistri, convogliando su questo segmento della giustizia un’altra infornata di fascicoli
di pace. È l’ennesima «postilla» della riforma Cartabia: qualora accadesse, la soglia arriverà sino a 30mila euro per i beni mobili e sino a 50mila euro per i sinistri, convogliando su questo segmento della giustizia un’altra infornata di fascicoli che oggi vengono invece trattati dal tribunale ordinario. «A oggi, non sembrano previsti ulteriori rinvii – osserva Giulio Marchesi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo -. Sarebbe però un aggravio molto pesante, e proprio per questo gli ordini forensi della Lombardia hanno intenzione di chiedere al governo, attraverso una lettera, di abrogare l’aumento di competenze del giudice di pace, fintanto che non si arrivi a un massiccio potenziamento degli organici. Alzare ancora la competenza significherebbe trasferire quasi il 70% del contenzioso civile verso il giudice di pace».
Quanto all’imminente innesto di nuovo personale a Bergamo, Marchesi lo accoglie favorevolmente: «Una significativa boccata d’ossigeno», la definisce il presidente dell’Ordine degli avvocati, «seppur si resti ancora lontani dai 21 giudici indicati dalla pianta organica. È positivo che si sia introdotta anche una modalità che accelera l’introduzione in servizio dei giudici di pace, accorciando ulteriormente il periodo di tirocinio previsto: sono misure utili, ma non sufficienti, perché le questioni principali sono quelle degli organici e delle competenze fissate dalla riforma Cartabia».
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