
Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 22 Ottobre 2025
In Procura a Milano la deposizione della mamma di Pamela: «Non sapevo che Soncin fosse un mostro»
IN PROCURA. Le audizioni in Procura per fare chiarezza sulla fine tragica della 29enne di Strozza. Ascoltato anche il fratello della Genini
«Non sapevamo nulla di quello che lui le faceva purtroppo, per noi era una relazione sentimentale normale, lei non ci diceva nulla delle violenze». È un passaggio, in sostanza, della deposizione in Procura della madre di Pamela Genini , la 29enne di Strozza uccisa con più di 30 coltellate da Gianluca Soncin, il 14 ottobre a Milano.
La famiglia non era a conoscenza delle violenze e dei soprusi che Pamela ha subito per circa un anno e mezzo.
Nella mattinata di mercoledì 22 ottobre è stato sentito a verbale, nelle indagini della Polizia coordinate dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, anche il fratello della giovane e pure da quella testimonianza è venuto fuori che la famiglia non era a conoscenza delle violenze e dei soprusi che lei ha subito per circa un anno e mezzo.
Una Smirnova, la mamma di Pamela, da quanto si è saputo, ha anche raccontato di aver visto che la figlia si era fatta curare un dito rotto, dopo il pestaggio subito a Cervia il 3 settembre 2024, ma ha anche spiegato che lei non sapeva affatto che era stato lui a romperglielo. Altre deposizioni, dunque, da cui emerge che Pamela non parlava mai in famiglia di quel «rapporto tossico». «Mi sembrava gentile, ma poi si è rivelato un mostro», aveva già detto la mamma intervistata, prendendosela anche con gli amici: «L’hanno lasciata sola».
La ricostruzione del giorno dell’omicidio
Terminata questa fase di testimonianze, iniziata lunedì in Procura, inquirenti e investigatori stanno ricostruendo, in particolare, il percorso del 52enne, che quel giorno sarebbe partito da Cervia per andare a Milano ad uccidere la giovane, che riteneva «un suo oggetto». Attesa anche l’analisi dei telefoni sequestrati.
Le indagini coordinate dalla pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunta Letizia Mannella, e condotte dalla Polizia di Stato, vanno quindi avanti. Si punta a ricostruire nel dettaglio e al più presto il terribile femminicidio, per poi eventualmente chiedere il giudizio con rito immediato per Soncin che ancora oggi mantiene la linea del silenzio. Per far questo si sta anche ripercorrendo passo a passo il tragitto fatto dall’uomo martedì della scorsa settimana da Cervia, dove viveva, a Milano. Si sta individuando l’ora esatta in cui è entrato nell’appartamento di via Iglesias, preso in affitto da Pamela, con il mazzo di chiavi di cui aveva fatto di nascosto una copia. Elemento, questo, alla base della contestazione della premeditazioni, una delle aggravanti per le quali si profila una condanna all’ergastolo
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