La siccità, quei popoli costretti alla fuga
La siccità sta provocando gravi danni alla nostra agricoltura. Ma ci sono Stati dai quali le popolazioni, affamate dall’innalzamento delle temperature, sono costrette a scappare per sopravvivere.
Andrea Valesini, caporedattore de L’Eco di Bergamo, ha lavorato nel settore cronaca. Ha poi raccontato le guerre nei Balcani, in Terra Santa e in Ucraina e le migrazioni verso l’Italia.
La siccità sta provocando gravi danni alla nostra agricoltura. Ma ci sono Stati dai quali le popolazioni, affamate dall’innalzamento delle temperature, sono costrette a scappare per sopravvivere.
Il commento La Libia deraglia ancora dalla via della pace e a questo punto faremmo bene a prendere sul serio il rischio di un nuovo conflitto nel Mediterraneo, alle porte dell’Italia. Solo sei mesi fa le speranze di riconciliazione del Paese erano riposte nelle elezioni previste per il 24 dicembre scorso e poi rinviate.
L’era dell’ordine mondiale unipolare (americano) è finita e ne nascerà una nuova, di Stati forti e sovrani che non si muovono lungo la traiettoria già delineata da qualcuno (gli Usa), con la Russia che «diventerà ancora più forte». L’Unione europea poi «ha perso irreversibilmente la sovranità». Sono i passaggi più significativi del discorso di Vladimir Putin venerdì scorso al 25° Forum economico …
l presidente Volodymyr Zelensky ha riconosciuto nei giorni scorsi di aver perduto il 20% del controllo dell’Ucraina, la zona del Paese più ricca di materie prime (produce almeno il 30% del Pil nazionale).
Le ricadute economiche del conflitto russo-ucraino sono pesanti, con i rincari di gas e petrolio che generano tensioni sull’inflazione. Si vanno a innestare su una situazione che già prima del 24 febbraio, giorno dell’invasione delle truppe di Mosca, era già segnata dall’irreperibilità di materie prime. Lo spettro che inquieta governi e cittadini è la somma dell’aumento dei prezzi alla recessione…
L’editoriale Se si esce dal dibattito inquinato da vecchie e nuove ideologie e si entra nella carne del conflitto russo-ucraino, dopo soli 100 giorni di combattimenti si scoprono numeri da brivido, effetto della brutalità con la quale l’esercito russo si muove sul terreno utilizzando l’artiglieria per radere al suolo ogni ostacolo che trova sulla sua strada, senza distinguere ad esempio tra…
Non basta più la scritta «Press» (stampa) sull’auto o sul giubbotto antiproiettile, così come non è più sufficiente la croce rossa sui veicoli perché giornalisti e operatori umanitari vengano risparmiati da bombardamenti o spari.
Con il prolungarsi del conflitto, in Ucraina si allarga la crisi umanitaria. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato un allarme: nei territori occupati dall’esercito russo, in particolare a Mariupol, c’è «il rischio che si diffondano molte malattie, soprattutto il colera». Si aggiunge a una situazione umanitaria gravissima, tra crisi alimentare ed economica: famiglie prive d’acqu…
«Rifugio sicuro» Un hotel ospita nel centro di Lublino 103 tra mamme e bimbi, anche dalle città più colpite dalla guerra in Ucraina. Iniziativa di Cesvi co-progettata e finanziata da Brembo.
Le notizie che arrivano dal fronte del conflitto russo-ucraino, vengono etichettate come propaganda a seconda delle posizioni ideologiche assunte dalla tifoseria nata purtroppo intorno alla guerra. Accade negli inguardabili talk show che degenerano in liti ma anche nei social. Una brutta contesa che non si ferma nemmeno di fronte alla tragedia delle stragi, al dolore delle persone.
Parafrasando una citazione contenuta sia nella Bibbia che nel Talmud («Chi salva una vita salva il mondo intero»), possiamo dire «chi uccide una persona uccide il mondo intero». La civiltà si regge infatti su un presupposto umano: nessuna esistenza è nella disponibilità di qualcuno. Se questo principio venisse rispettato e difeso, il mondo sarebbe un luogo decisamente migliore e non quella selva …
L’editoriale Una foto straziante tra le tante che ci arrivano dall’Ucraina, ritrae i corpi senza vita di una decina di giovani soldati russi abbandonati nelle campagne di Kharkiv, vittime dell’esercito di Kiev durante l’offensiva che ha respinto le forze di Mosca dalla città.
Era stata costruita a fine 1800, sopravvissuta ai due conflitti mondiali e considerata tra i 100 istituti più prestigiosi dell’Ucraina. È di 60 morti il primo bilancio del bombardamento russo nella regione di Lugansk che ha colpito una scuola-rifugio a Bilohorivka. Da quando è iniziata l’invasione voluta dal Cremlino, le lezioni sono sospese in tutto il Paese aggredito e le aule sono diventate st…
Un manifesto pubblicato sui siti d’informazione russi vicini al Cremlino, esplicita quali sarebbero gli obiettivi dell’invasione: annettersi l’Ovest e il Sud dell’Ucraina lasciando a Kiev i territori a Occidente. In un’intervista Pjotr Tolstoj, trisnipote del grande scrittore Liv, autore di «Guerra e Pace», ma soprattutto vice presidente della Duma (la Camera bassa del Parlamento) ha dichiarato c…
L’obiettivo dell’invasione russa è di smembrare l’Ucraina. A maggio si terranno i referendum per l’annessione della regione del Donbass, delle città di Mariupol e di Kherson, conquistate e attualmente occupate dall’esercito di Mosca.
In Ucraina non è in corso solo una guerra d’invasione, già grave di per sé, ma un conflitto che prende di mira i civili, per costringerli ad abbandonare territori che la Russia vorrà annettersi. Lo certificano le stragi come a Bucha, dove decine di persone, adulti e perfino bambini, sono stati uccisi deliberatamente e i corpi occultati in fosse comuni. Ma anche l’alto numero tra profughi e sfolla…
Le guerre si concludono per due vie: il negoziato o l’arresa di uno dei due contendenti. Nel dibattito pubblico e nei social non è raro ascoltare o leggere chi sostiene la richiesta della resa delle armi agli ucraini: il conflitto cesserebbe e verrebbero salvate molte vite. Una proposta logica ma segnata dall’accettazione di una grande ingiustizia: l’aggredito si consegna all’aggressore, sacrific…
La distruzione della sede della Caritas di Mariupol da parte di un ordigno partito da un carro armato russo, è l’ennesimo crimine di guerra. Non si è trattato infatti dell’«effetto collaterale» di un attacco con altri obiettivi, già di per sé grave, ma di un’azione deliberata. L’edificio colpito era facilmente identificabile, una villetta a due piani entrambi contrassegnati dal simbolo dell’organ…
Centinaia di donne provenienti da tutta la Bosnia hanno manifestato lunedì 11 aprile a Sarajevo per chiedere verità sugli eccidi nei quali hanno perso la vita mariti, figli e parenti. I volti di quegli uomini - alcuni risultano tuttora dispersi perché non sono stati ritrovati i corpi - apparivano su lunghi striscioni.
Non è serio dare in pasto ai talk show il conflitto in Ucraina, con il suo carico di immani tragedie e violenze inaudite. Tanto più se all’operazione si allinea anche la Rai, il servizio pubblico che dovrebbe mantenere uno stile informativo misurato. La lezione del Covid non è servita a niente.
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