Nuovo mondo, il disegno di Putin e gli orrori

L’era dell’ordine mondiale unipolare (americano) è finita e ne nascerà una nuova, di Stati forti e sovrani che non si muovono lungo la traiettoria già delineata da qualcuno (gli Usa), con la Russia che «diventerà ancora più forte». L’Unione europea poi «ha perso irreversibilmente la sovranità». Sono i passaggi più significativi del discorso di Vladimir Putin venerdì scorso al 25° Forum economico di San Pietroburgo, disertato in gran parte dall’Occidente ma non da una delegazione di talebani al comando dell’Afghanistan.

Il capo del Cremlino ha delineato un nuovo mondo che è già vecchio. La presenza di Paesi che sanno difendere i loro interessi è realtà da tempo, con potenze del calibro di Cina, India, Turchia e Iran che hanno un peso geopolitico non irrilevante. Quanto agli Usa, è dalla presidenza di Barack Obama che hanno rinunciato al ruolo di «poliziotti del mondo», passando per il sovranismo di Donald Trump (con lo slogan «America first», prima l’America) fino a Joe Biden, guida dell’imbarazzante e affrettato ritiro dall’Afghanistan, rimessosi l’elmetto per l’invasione russa dell’Ucraina. Il cui risultato per Putin non è positivo dal punto di vista geopolitico: l’Ue ricompattata (anche la Germania ha abbandonato alcune ritrosie) e la Nato che si allargherà a Finlandia e Svezia. Ed è proprio il presidente russo ad aggrapparsi al passato quando dice che «l’Urss è storicamente Russia», che «ci stiamo riprendendo quello che è nostro» e che i territori ucraini che si affacciano sul Mar Nero, la storica «Novorossija», non hanno nulla a che fare con l’Ucraina. Ha ricevuto uno scroscio di applausi quando ha dichiarato che «tutti i compiti dell’operazione forzata e necessaria saranno sicuramente risolti», da parte di un «Paese sovrano che ha il diritto di difendere la propria sicurezza».

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