Gleno, 100 anni dopo: «Fare memoria oltre il disastro» - Le foto e i video

IL RICORDO. La pioggia non ha fermato l’omaggio alle vittime della Val di Scalve. Monsignor Delpini a Bueggio: «Viviamo questa memoria non solo come fatto di cronaca». I sindaci della valle: «Oggi ci sentiamo meno soli».

I rintocchi delle campane non hanno svegliato Bueggio, questa mattina. Bueggio era già sveglio da un po’ e con gli abitanti di questa minuscola frazione di Vilminore che nel 1923 era comune di Oltrepovo, anche quelli dell’intera Valle di Scalve. Perché oggi è il giorno del Centenario del Disastro, e in tantissimi alle 7 erano già nella chiesa di San Gottardo per partecipare alla Messa presieduta dall’arcivescovo metropolita di Milano, Mario Delpini.

Un celebrazione composta e sentita che si è aperta sui rintocchi delle campane sciolte dai campanili di tutte le chiese della valle, un’emozione grande.

Persone, memoria, non ricordi di cronaca: questo deve essere ciò che rimane del Disastro del Gleno, l’ha precisato monsignor Delpini all’inizio della celebrazione, certo che «la forza della fede ci consente di vivere questa memoria non solo come ricordo di cronaca, ma come memoria di tutti i nostri cari che non ci sono più». Trecentocinquantanove le vittime della diga, tanti i bambini: i loro nomi, uno a uno, sono stati ricordati su «L’Eco di Bergamo» in edicola oggi, venerdì 1 dicembre.

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Anche il parroco, don Angelo Scotti ha sottolineato: «Che queste giornate di ricordo non siano un fuoco d’artificio ma una brace che scalda e alimenta la nostra memoria».

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Tante le istituzioni presenti a fianco dei sindaci della Valle di Scalve: in primis il sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Sergio Cavalieri, l’europarlamentare Marco Zanni, i rappresentanti di Regione Lombardia, l’assessore Paolo Franco, i consiglieri Jacopo Scandella e Michele Schiavi, il presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi. Presenti anche i vertici delle Forze dell’ordine. Durante la cerimonia è stato letto anche il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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Al termine della Messa la deposizione della corona per le nove vittime della frazione di Vilminore. Le celebrazioni si sono poi spostate nella chiesa di Dezzo.

È toccato ai primi cittadini di Colere e di Azzone ricordare la storia e le ore che piegarono la Valle di Scalve: «Oggi ci sentiamo meno soli» hanno detto i sindaci dei paesi della Valle. «Occorre fare memoria» oltre il disastro, hanno ricordato con determinazione.

Il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Sergio Cavalieri, ha ribadito come è importante «ripartire da quel che resta», un messaggio che è anche il titolo di un volume che l’Università di Bergamo ha appena pubblicato, grazie al contributo di 25 diversi autori, per concentrare in un’unica opera molteplici ricerche sul disastro della diga del Gleno.

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Nel pomeriggio le celebrazioni si sposteranno poi in Valle Camonica.

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