Berlusconi e l’Ucraina, la scivolata a urne aperte

Il commento. A urne aperte per le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio, Silvio Berlusconi ha rilasciato dichiarazioni ai giornalisti che lo attendevano al seggio dove ha votato a Milano. A tema l’Ucraina: «Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato - ha detto il leader di Forza Italia - perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili.

Bastava che cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico molto, molto negativamente il comportamento di questo signore». Parole sconcertanti e ciniche che invertono la responsabilità della guerra: l’invasione è pur sempre stata decisa da Vladimir Putin... Ma il Cavaliere è abile a fiutare l’aria: sa che in Italia l’affezione alla causa ucraina ha perso consensi ed è aumentato il numero di nostri connazionali spaventati dall’esplosione di una guerra su vasta scala e dalla minaccia nucleare ventilata periodicamente dal Cremlino. La soluzione a questa paura è rintracciabile nella richiesta a Kiev, sostenuta da buona parte dell’opinione pubblica, di accettare un negoziato alle condizioni di Mosca (la perdita del 20% del territorio ucraino dove veniva prodotto il 25% del Pil nazionale), agli Usa e agli altri alleati occidentali di non concedere più armamenti al Paese invaso. Che queste soluzioni portino a una pace vera è tutto da dimostrare, in una contesa per la quale al momento è sperabile al massimo solo in una lunga tregua. A urne aperte, l’ex presidente del Consiglio ha pronunciato un giudizio che potrebbe fruttare voti al suo partito e arginare il consenso non ancora intaccato di Fratelli d’Italia, anzi dato in crescita in Lombardia.

La nota con la quale Forza Italia ha cercato di rintuzzare la scivolata del suo fondatore è un esercizio di equilibrismo: «Il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell’Ucraina non è mai stato in dubbio. Ha solo espresso la sua preoccupazione per evitare la prosecuzione di un massacro e una conseguente grave escalation della guerra, senza venire mai meno all’adesione di FI alla maggioranza di governo, alla posizione della Nato, dell’Europa e degli Usa.Berlusconi non ha mai nominato Putin, dal quale ha più volte sottolineato di essere rimasto deluso, ha solo spiegato che nessuno è esente da responsabilità». Nessuno è esente da responsabilità, ma esiste pur sempre un diverso grado di responsabilità: quelle di Kiev e di Mosca non possono assolutamente essere messe sullo stesso piano. Nell’ottobre scorso del resto, durante una riunione dei deputati azzurri, il Cavaliere disse a proposito di Putin: «Ho riallacciato i rapporti, per lui io sono il primo amico». Legame ribadito con tanto di scambio di cadeaux vodka-lambrusco con il presidente russo, definito da Berlusconi «uomo di pace». In quella circostanza spiegò anche che l’«operazione militare speciale» avviata dall’amico nel vicino Stato sovrano e indipendente ha lo scopo di portare al governo a Kiev «persone per bene».

Il Cavaliere nelle dichiarazioni che ha rilasciato ai giornalisti che lo attendevano al seggio, attribuisce la responsabilità del conflitto a Zelensky ,che governa da soli tre anni, quando dice: «Bastava che cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto». Ma il conflitto in Ucraina è iniziato nel 2014, quando le minoranze russofile discriminate nel Donbass si rivoltarono contro Kiev. Sono ormai provati i finanziamenti del Cremlino a milizie di quella regione. Un Tribunale penale olandese ha recentemente condannato due militari legati ai servizi segreti russi per l’abbattimento di un aereo civile partito da Amsterdam con 298 persone a bordo, nel luglio 2014 nei cieli della regione contesa. Nello stesso anno Mosca poi si annesse illegalmente la Crimea.

Forse Berlusconi dovrebbe chiarire una volta per tutte a se stesso e al suo partito quale è il giudizio politico riguardo a Putin. E studiare saggi sul conflitto russo-ucraino scritti da esperti autorevoli e intellettualmente onesti, mai ospitati anche nei talk show delle tv fondate dallo stesso Cavaliere.

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