«Come una guerra, ma senza rifugi» Alzano, il racconto dalla trincea
Alberto Albertoni, 66 anni, guida l’équipe di Anestesia e Rianimazione all’ospedale di Alzano.
Alberto Albertoni, 66 anni, guida l’équipe di Anestesia e Rianimazione all’ospedale di Alzano.
Massimiliano De Vecchi è in prima linea nella battaglia al Pronto soccorso del «Papa Giovanni» di Bergamo. Ha vissuto il dramma da medico e da figlio: «Ho pensato alla Siria, adesso so com’è vivere nell’angoscia costante».
Firmata dal Consiglio di rappresentanza per chiedere aiuti per affrontare l’emergenza sociale. «Servono medici, infermieri e sostegno economico per i nostri cittadini. I nostri motori sono in ginocchio».
Il ragazzo ricoverato sabato 4 gennaio in Terapia intensiva al «Papa Giovanni» per sepsi da meningococco. Martedì nel Basso Sebino l’assessore regionale Gallera. Aprono ambulatori vaccinali a Gandosso, Credaro e Predore.
Anna e Vincenzo Fulgione sono gli ultimi rimasti a vivere in una delle sei torri che verranno demolite. «Lessi di questa nuova città e lasciammo Milano. Era tutto bellissimo. Non ce ne andiamo: questa è la nostra casa»
Anna e Vincenzo Fulgione sono gli ultimi rimasti a vivere in una delle sei torri che verranno demolite. «Lessi di questa nuova città e lasciammo Milano. Era tutto bellissimo. Non ce ne andiamo: questa è la nostra casa»
Dal sogno della città ideale al degrado. Zingonia, quartiere nato negli anni Sessanta da un’idea del costruttore Renzo Zingone che qui sognava di portare 50 mila persone, è un sistema ormai al collasso.
Clementina Civera, è morta a 104 anni a Quintano frazione di Castelli Calepio.
Si è spento a 95 anni nella sua Sarnico: una vita di successi e di barche dalla bellezza incredibile.
In due ore la pioggia di un mese. E una quantità di grandine che nemmeno il caldo appiccicoso di ieri ha sciolto. Sembrava neve. Assurdo. L’altra sera nell’orario di Italia-Belgio sono piombati su Val Cavallina e Basso lago 83 millimetri di acqua. La media di giugno (tutto giugno) è di 120. Nei primi 13 giorni ne sono venuti giù 240: il doppio. Da qui al 30 cosa succederà?
I primi rumors risalgono a un anno fa, era febbraio. Christo, il celeberrimo artista che ha «impacchettato» alcuni dei monumenti simbolo del pianeta, con relativo parterre di milioni di visitatori, avrebbe realizzato una delle sue opere sul lago d’Iseo. Metà bresciano e metà bergamasco. Si raccomandava, contestualmente ai primi rumors, di gestire quello che sarà pian piano definito l’Expo del Seb…
Da ovunque stanno arrivando in queste ore i saluti dei tanti armatori dei motoscafi Riva nel mondo.
La denuncia di una madre della Valle di Scalve. La replica: «No, dovevamo ridurre il personale e lei era l’ultima assunta»
A tu per tu con il grande artista di origini bulgare. «La passerella sul Sebino? Ce l’abbiamo in testa da decenni».
Le fate abitano qui. Su questa balza in alto, laggiù il lago di Garda. Non c’è un suono, tranne il vento. Dolci colline, terrazze scandite da ulivi e limoni. E boschi, verde, fiori. Lefay Resort spa s’intravede, i legni e la pietra che compongono l’architettura felice di quest’angolo in cui il tempo rallenta e lo spazio si dilata.
Il suo nome non è forse (ancora) urbi et orbi conosciuto come quello di Picasso, o Gauguin. Non foss’altro perché lui - Christo (con l’accento sulla «o») - è ancora vivo.
Danzavano, lui e l’ingegner Riva al timone dell’Aquarama. Una danza silenziosa tra due uomini che non si possono immaginare più diversi per storia, fama, stile di vita.
Ora qui non esiste più il buio. Comincia così l’ultimo sabato sera di Marco Gusmini. Comincia con la veglia ed è una lungo viaggio a tappe dentro la tua vita. La gente arriva a frotte e si stipa nel salotto di via Giovanni XXIII che domenica a Roma proclamano Santo.
Continua a commuovere il sacrificio di Eleonora Cantamessa, la ginecologa di Trescore Balneario che sette mesi fa a Chiuduno è morta investita da un’auto mentre cercava di soccorrere un ragazzo ferito in una rissa. Nella casa dei genitori il telefono squilla in continuazione.
«All’ospedale di Romano c’è un reparto - quello di terapia intensiva post-operatoria -, pronto da anni e mai entrato in funzione. In quello di Calcinate non c’è più un primario» Problemi anche a San Giovanni Bianco. Ora una lettera racconta il malcontento delle strutture sanitarie.
Loading...