Salvini alla Bèrghem Frècc scivola su profughi e Chiesa
Il segreterio leghista inanella i soliti luoghi comuni e ironizza sul discorso di fine anno di Mattarella.
Il segreterio leghista inanella i soliti luoghi comuni e ironizza sul discorso di fine anno di Mattarella.
Sfumature e dintorni. Hollande dopo il massacro di Parigi: «Siamo in guerra». Merkel il giorno dopo: «Questa è una guerra». Obama al Congresso: «Parteciperemo a questa guerra contro il terrorismo». Cameron in un’intervista: «Siamo pronti a combattere l’Isis con una guerra». Putin: «Le guerre contro il male sono necessarie».
Intorno al decreto salva-banche, al cosiddetto «caso Boschi» e, in precedenza, alla elezione dei tre nuovi giudici costituzionali si sta giocando una importante partita politica dagli esiti ancora non scontati. Intanto una premessa: Maria Elena Boschi non è una ministra qualunque, non è un personaggio sacrificabile a cuor leggero da parte del presidente del Consiglio. Si chiama Boschi infatti la …
Dopo alcuni giorni di sofferenze dovute alle polemiche sul cosiddetto «decreto salva-banche», Matteo Renzi ha deciso di passare all’attacco: le mozioni di sfiducia individuale al ministro Maria Elena Boschi e all’intero governo presentate dai Cinquestelle e dal centrodestra sia alla Camera che al Senato non potevano rimanere senza risposta. E così ieri il presidente del Consiglio a Montecitorio p…
Uno dei principali pregi riconosciuti a Renzi è la sua capacità decisionale, espressione di una leadership esercitata con inedita determinazione. Il Parlamento italiano, solitamente balcanizzato e ingovernabile, secondo una diffusa rappresentazione, è apparso spesso docile davanti all’energia del giovane premier, capace perfino di convincere il tacchino a cucinare la cena di Natale (fuor di metaf…
Il crac delle quattro banche che ha portato al suicidio del pensionato Luigino D’Angelo si vedeva da lontano. Al fondo di questa storia infatti c’è un’incredibile sequela di errori, false comunicazioni al mercato, gravi perdite del patrimonio, seguite da una marea di ispezioni che si sono tradotte anche in inchieste della magistratura. Ci sono rilievi ritenuti «pesantissimi» dagli ispettori della…
Nell’#YearOnTwitter il social network, come ogni anno in questo periodo, svela i cinguettii più ritwittati, i trend più popolari e i personaggi che più hanno fatto tendenza, comprese new entry come il presidente Usa Obama.
La spending review che fatica a farsi largo nei Palazzi romani ha colpito, invece, la lunghezza dei pantaloni di Matteo Renzi. Venerdì il premier si è presentato all’incontro ufficiale con il presidente delle Filippine Benigno Aquino III con l’orlo cinque centimetri sopra la caviglia e il calzino colorato in bella vista.
Ad essere proprio franchi, l’incontro di giovedì 26 novembre all’Eliseo tra François Hollande e Matteo Renzi non è apparso centrale nell’agenda europea e francese della lotta al terrorismo. Non tanto per l’ora insolita del colloquio, di primo mattino e prima del volo del presidente francese verso Mosca, quanto per il risultato concreto di esso.
Ha insultato nell’ordine: le donne, i giocatori di colore, gli ebrei e gli omosessuali. Se fosse un presentatore Tv potrebbe aspirare a svolgere il compito di vice-banditore a un mercatino rionale. Se fosse il presidente della Repubblica starebbe facendo le valigie o salutando i corazzieri fuori dal Quirinale.
Sembra proprio che stia per scatenarsi un’altra stagione di scontri dei giudici con la politica. Che significa: con Matteo Renzi e il suo governo. Almeno a sentire il discorso che il capo del sindacato delle toghe Rodolfo Sabelli ha pronunciato davanti al capo dello Stato e ai suoi colleghi al congresso dell’Anm di Bari.
Parafrasando il dubbio retorico di Matteo Renzi sulle tasse di destra e di sinistra, ci piacerebbe porgli una domanda più difficile: il ceto medio è di destra o di sinistra? Domanda strettamente legata alla legge di stabilità, oggettivamente ispirata alle attese proprio del ceto medio: casa, libertà di contante, ammortamenti agevolati, agricoltura. Fine, in generale, dell’austerità montiana, che …
Canta vittoria la minoranza Pd. Aver alzato la voce sulla legge di stabilità porta i primi frutti, «un primissimo passo avanti»: castelli e case di lusso non saranno esentate dalla Tasi. Nessun passo indietro, ribattono dalla maggioranza Dem: la platea dell’abolizione era oggetto di una valutazione sui costi dell’operazione e le proteste della minoranza, spiegano, si erano basate su bozze non con…
È una manovra ad espansione, come una vite nel muro. E Renzi spera di appenderci la crescita del Paese, puntando su alcune certezze come gli sgravi fiscali a persone fisiche e imprese (è la prima volta in dieci anni che vengono ridotte le tasse) per portare la pressione sul contribuente dal 43,2% al 42% del pil.
Riportare i livelli del contante alla media europea al livello francese, alzandolo da 1.000 a 3.000 euro. Che ne pensi?
Chiuso un fronte, se ne apre un altro. Vinta una battaglia, se ne presenta una seconda non meno ostica della prima. Fino a ieri sembrava che il futuro del governo e di Renzi dipendesse unicamente dalla fronda della minoranza esterna. Parato il colpo, non ha ancora avuto il tempo di festeggiare il via libera alla riforma del Senato e il premier si ritrova a dover sbrogliare il gran pasticcio combi…
Gli impegni del governo restano quelli annunciati. E anche le priorità. Matteo Renzi torna a fare il punto sull’operato dell’esecutivo confermando l’eliminazione definitiva delle imposte sulla prima casa, la riduzione del debito pubblico e gli sconti fiscali alle aziende che faranno investimenti in beni strumentali.
«In legge di stabilità riduciamo il canone e contemporaneamente diciamo che lo devono pagare tutti attraverso un meccanismo» che potrebbe essere quello del pagamento in bolletta. «Oggi costa 113 euro, il prossimo anno
costerà 100 euro. Chi è onesto e paga, paga meno». Lo ha annunciato domenica 4 ottobre il premier Matteo Renzi a «In mezz’ora».
S’era capito sin dall’inizio che i giocatori riuniti intorno al tavolo della riforma del Senato in qualche misura baravano tutti. Ufficialmente continuavano a recitare la parte dei padri costituenti, occupati a disegnare l’architettura di una nuova Repubblica.
Il Governo rileva come ci sia libertà per gli Stati membri di avere norme più restrittive rispetto a quelle Ue.