Adesso Matteo si farà chiamare Rentsi
Tra le conseguenza del voto greco non c’è solo il temuto terremoto economico - che per la verità a guardare le Borse ieri non si è scatenato.
Tra le conseguenza del voto greco non c’è solo il temuto terremoto economico - che per la verità a guardare le Borse ieri non si è scatenato.
Il crinale sul quale si è messo da qualche tempo (segnatamente nelle ultime settimane) Matteo Renzi desta perplessità, ma soprattutto preoccupa molti. Non tanto e non solo per le sorti del Pd, quanto per le sorti del Paese.
È il caso di Ubi e del Banco Popolare. Il Governo ha approvato le misure urgenti su settore bancario e investimenti. Lo annuncia il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri.
«Un autogol clamoroso» per il Governo. Così il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha definito il nuovo regime fiscale forfettario per piccole imprese e professionisti, in vigore dal 1° gennaio 2015.
L’ad Sala: ««L’Expo potrebbe essere un bersaglio ideale per il terrorismo, però è un tema a cui stiamo pensando da un anno e mezzo, quindi ci stiamo preparando, organizzando sulla protezione».
Bisogna «allacciare le cinture a gennaio» non per «paura», ma perché è il momento della «prova dei fatti». Così il premier Matteo Renzi ai deputati del Pd nell’assemblea del 7 gennaio.
La parola d’ordine sarà «ritmo». Beato Matteo Renzi che nel suo inguaribile ottimismo vede l’Italia danzare sulla battigia come Gassman nel «Sorpasso». La sensazione è che il premier cominci a vivere dentro un film e chieda al Paese di seguirlo come quei condottieri da cinemascope che a un certo punto montano a cavallo e tengono il discorso decisivo.
Matteo Renzi ha imposto le marce forzate al Parlamento e al governo, incurante della settimana di pausa natalizia. Lunedì scorso la Camera ha approvato in via definitiva la legge di Stabilità; mercoledì – vigilia di Natale – un insolito Consiglio dei ministri ha varato i primi due decreti attuativi della riforma del mercato del lavoro.
Sono tanti i motivi di interesse istituzionale presenti nei due recenti interventi del presidente Napolitano: quello del 16 dicembre, nella cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni e della società civile; e quello del 18 dicembre, per gli auguri del corpo diplomatico, in cui egli ha anche rivelato l’imminenza delle sue dimissioni.
Perché non ripartono i consumi? È la domanda preferita dai conduttori di talk show per economisti, giornalisti, politici di varia estrazione e pensosi intellettuali in giacca di velluto. La risposta, pur con varie sfumature, è sempre la stessa: perché c’è la crisi.
In rete rimbalzano i filmati del leader leghista e del premier da giovani. Il primo ha partecipato a «Il pranzo è servito» con Davide Mengacci nel ’93, il secondo la «La ruota della fortuna» nel ’94 con il grande Mike. Ma c’è anche Mara Carfagna, futuro ministro, giovanissima studentessa al suo esordio a Telesalerno.
Paolo Rocca si racconta. Toccare con mano un’idea. Ci hanno provato in tanti, ci sono riusciti in pochi. Di sicuro Indro Montanelli quando entrò alla Techint di Buenos Aires negli anni Cinquanta e scrisse che «già contava migliaia di operai animati dal patriottismo aziendale che Agostino Rocca aveva sempre suscitato dovunque avesse piantato bandiera».
Fuori dalla Leopolda ci sono alcune bucce di banana. È bene parlarne non tanto per entrare nel corteo di Susanna Camusso, troppo nostalgico e reducista per servire a qualcosa di propositivo, ma per far sapere agli italiani che Matteo Renzi qualche sbandata l’ha presa e qualcun’altra l’ha evitata sulla strada accidentata delle riforme.
Patto di stabilità, fiscalità e lavoro al centro dell’intervento del premier Matteo Renzi all’assemblea di Confindustria nella sede della Persico di Nembro, nei capannoni ex Comital. Renzi farà ora tappa alla Tenaris.
Patto di stabilità, fiscalità e lavoro al centro dell’intervento del premier Matteo Renzi all’assemblea di Confindustria nella sede della Persico di Nembro, nei capannoni ex Comital. Renzi farà ora tappa alla Tenaris.
La data è quella del 13 ottobre e il nome è quello di Matteo Renzi. Il vento dell’innovazione soffia su Bergamo con il premier ospite dell’assemblea generale di Confindustria. Titolo dell’appuntamento è «Scegliere di cambiare».
L’ultima che aveva detto, con l’aria di uno che sa scrutare la politica internazionale (i due stavano in America), era stata: «Renzi e Marchionne sono due sòle». Noi del Nord diremmo due chiaviche, ma il senso è lo stesso. Prima aveva spiegato che «Renzi è in tilt», e tempo addietro che Nanni Bazoli, il patron di Banca Intesa che gli aveva fatto lo sgambetto sulla porta d’ingresso del Corriere de…
«Potremmo mettere il Tfr mensilmente in busta paga. È complicato - ha detto il premier Matteo Renzi - ma se trovassimo il modo di dare liquidità alle piccole e medie imprese potrebbe essere una soluzione». La discussione sul tema è interessante e s’è subito animata. Che ne pensi?
Un uomo solo al comando senza essere Fausto Coppi. È la sensazione che dà Matteo Renzi a chi lo guarda con disincanto ma non ancora con disillusione, vale a dire quel 42% di italiani che a maggio ha deciso di offrirgli una carta di credito in bianco per cambiare il Paese.
A scuola direbbero che l’alunno sta migliorando, ma deve impegnarsi molto di più se vuole evitare la bocciatura. L’alunno in questione è la Pubblica amministrazione che, chiamata a pagare i miliardi di debiti verso decine di migliaia di imprese italiane, si sta dando una mossa.