Dov’è Palazzo Chigi?
di Giorgio Gandola «Enrico stai sereno». «Nessuno ti vuol prendere il posto». «Io premier, chi me lo fa fare?». Il web ribolle delle frasi che Matteo Renzi ha pronunciato negli ultimi mesi per rassicurare Enrico Letta.
di Giorgio Gandola «Enrico stai sereno». «Nessuno ti vuol prendere il posto». «Io premier, chi me lo fa fare?». Il web ribolle delle frasi che Matteo Renzi ha pronunciato negli ultimi mesi per rassicurare Enrico Letta.
Quasi fatta per l’accordo sulla legge elettorale. Via libera al 37% per il premio di maggioranza, mentre scende dal 5 al 4,5%, la soglia di sbarramento per i partiti che si presentano in coalizione.
Cristina Parodi è reduce dalla sfida vinta su Rai Uno con «Così lontani così vicini», il programma che aiuta persone divise dalla vita a ritrovarsi. Ora pensa al marito, candidato sindaco per il Pd e in attesa del confronto delle primarie del centrosinistra.
Avviare un confronto vero e veloce, perché è sotto gli occhi di tutti la necessità di ridare un futuro al Paese anche dal punto di vista del lavoro. Ferdinando Piccinini, segretario provinciale della Cisl di Bergamo, guarda con interesse al «Job act» di Renzi.
Sel e una parte del Pd aprono alla Cannabis Libera, la Lega si divide ma gran parte del mondo politico vede come il fumo negli occhi l’ipotesi di una liberalizzazione. L’idea, partita dal leghista Fava, è stata bocciata proprio dai vertici del Carroccio, Belotti compreso.
Uscirà quasi certamente dal decreto «salva-Roma» la contestatissima norma che prevede tagli ai fondi per i comuni che limitano il gioco d’azzardo. La maggioranza trova un accordo per cancellare la misura direttamente dal provvedimento che la contiene.
di Giorgio Gandola «Il governo ha il dovere di produrre al più presto una nuova legge elettorale e poi dimettersi. Le riforme vere dovrà farle il successivo governo espresso dalla volontà popolare». Parole e musica di Oscar Farinetti, il guru di Eataly (ristorazione italiana vincente nel mondo).
«Il declino si è fermato, ma non vediamo con chiarezza i segni della rinascita». Così il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, nel corso della presentazione del piano strategico 2014-2016 dell’Associazione «Far volare Milano».
Le primarie dell’8 dicembre - con un’affluenza boom di 34.530 votanti in provincia - non solo hanno incoronato leader il sindaco di Firenze, ma hanno ribaltato gli equilibri del partito. Per la prima volta il deputato bergamasco Antonio Misiani è in minoranza.
di Giorgio Gandola Sessantotto per cento. E’ un numero magico per la sinistra quello che ha accompagnato Matteo Renzi alla segreteria del Pd. E’ il numero delle rivoluzioni culturali.
Matteo Renzi sceglie «sette donne e cinque uomini», una segreteria di «dodici persone per far funzionare la vita quotidiana» del Pd che si appresta a guidare. A presentare la squadra il sindaco di Firenze durante una conferenza stampa .
Il clima è gelido, e non solo perché la domenica, in sede, il riscaldamento è spento e tutti tengono su i cappotti. Renziani e cuperliani sono separati in casa, ognuno a tenere il conto delle schede nei rispettivi uffici.
di Giorgio Gandola Speriamo che alzi il volume dello stereo e ascolti la canzone dedicatagli dai Simple Minds. Solo così Nelson Mandela potrà risparmiarsi d’essere disturbato dai tafferugli verbali che gli arrivano dall’Italia.
Il Pd si prepara per le primarie , domenica, per la scelta del segretario nazionale. Dalle 8 alle 20 si potrà votare in 120 seggi (di cui 9 in città e 4 a Dalmine) allestiti in tutta la provincia, con oltre 1.500 militanti mobilitati. Intanto si pensa alla corsa a sindaco.
Il Porcellum è morto. Dopo anni di tentativi andati a vuoto in Parlamento, la Corte Costituzionale sentenzia la fine della legge elettorale che il suo stesso autore definì una «porcata». Sono illegittimi il premio di maggioranza senza soglia e le liste bloccate.
A Bergamo, sabato 30 novembre, c’era Gianni Cuperlo, ma era presente anche Pippo Civati, suo concorrente nella corsa alla segreteria del Pd che vede comunque favorito Matteo Renzi.Contrario alle larghe intese e all’abolizione dell’Imu, Civati ha giocato le sue carte.
Giorgio Gori resta in con i piedi ben piantati in città. Il Pd è in qualche modo avvisato. L’imprenditore, infatti, ha fatto un passo indietro rispetto alla candidatura nelle liste renziane per l’assemblea nazionale del partito.
Silvio Berlusconi deve ancora elaborare il lutto. Almeno questa è l’impressione che si ricava dalla sua uscita di scena, accompagnata da senatrici in nero e da un comizio sotto le attese, privo di nuovi spunti politici e delle consuete frecciate polemiche all’indirizzo del Quirinale.
Nel vivo della campagna per le primarie che il prossimo 8 dicembre porteranno alla scelta del nuovo segretario del Partito Democratico, il Comitato Bergamo per Renzi ha invitato in città Yoram Gutgeld.