Lombardia, il rischio dovuto ai casi numerosi Il virologo Pregliasco: «In Italia due virus»
Il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco «In Italia due virus: da noi è arrivato dalla Germania, al Centro Sud dalla Cina».
Classe 1965, lavoro a l’Eco di Bergamo dal 2000 (dal 2003 con la qualifica di inviato) per il quale mi occupo principalmente di cronaca giudiziaria.Sul treno del giornalismo sono salito nel 1989, avendo la fortuna di vivere gli ultimi sprazzi romantici di questo mestiere. Che ai miei occhi si sintetizzano con due elementi: la cappa di fumo letterario sprigionata dalle sigarette di pensosi redattori e il ticchettìo delle ultime macchine per scrivere, una soave grandinata che è stata la colonna sonora del mio inizio carriera.Da ragazzo sognavo di fare l’archeologo; coerentemente mi sono iscritto a Economia e Commercio in Città Alta, col risultato di naufragare miseramente negli studi ma riuscendo a laurearmi in briscola a chiamata al prestigioso ateneo del bar Circolino dove sfangavo i pomeriggi da universitario.Il giornalismo è arrivato quasi per caso, ma ha avuto il merito di dare un senso alla mia esistenza, offrendomi uno sbocco in un orizzonte lavorativo che si annunciava nero. Sono profondamente attaccato a questo mestiere, all’inizio l’avrei fatto anche gratis e mi meravigliavo che mi dessero pure dei soldi (anche se con i primi stipendi riuscivo a malapena a pagare la benzina da Sarnico, il paese dove sono nato e cresciuto, a Bergamo). E’ forse anche per questo che fino a qualche anno fa, quando m’è toccato accendere il mutuo per la casa, non ho mai badato troppo alla busta paga.In passato per questo giornale mi sono occupato anche di Atalanta, argomento su cui ho scritto anche dei libri. Per il calcio ho sempre palpitato, i rimbalzi di un pallone hanno scandito la mia vita. Ci ho giocato fino a 51 anni, a livelli infimi ma preziosi per farmi capire che una partita vissuta dal campo è spesso diversa da quella vista da una tribuna.Tra i mille difetti che ho c’è quello della scarsa inclinazione alla sintesi. Se siete riusciti ad arrivare fino a qui, avrete certamente capito.
Il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco «In Italia due virus: da noi è arrivato dalla Germania, al Centro Sud dalla Cina».
Autista di Cenate Sotto immortalato in uno scatto finito sulla prima pagina del giornale più prestigioso degli Stati Uniti. «Non mi ero nemmeno accorto, quando me l’ha fatto non ero cosciente». A fine aprile l’incontro.
L’obiettivo dello studio dell’infettivologo dell’ospedale Sacco è quello di capire come il virus ha viaggiato nella nostra regione e quante persone in percentuale ha infettato.
I medici di base disporranno l’isolamento obbligatorio per malati. Marinoni: «Vecchi casi nel limbo, investiamo su questi test e non sui sierologici».
«È stato un bel pensiero, siamo contenti di quello che ha scritto e lo vogliamo ringraziare di tanta sensibilità».
Guariti dal Covid, due si sono fatti estrarre plasma per la cura sperimentale del «Papa Giovanni», il terzo è in attesa. Il maggiore: «Ho provato sulla mia pelle e ho detto a Usman e Noman che dovevamo aiutare chi soffre».
Ascoltato come testimone dai pm di Bergamo il direttore generale dell’assessorato regionale. Sua la telefonata per riattivare il pronto soccorso.
Il responsabile sanitario Valoti: «Emergenza posti letto cessata, ora monitoriamo la ripresa delle attività economiche: se i contagi non aumentano, smantelliamo». Ottantotto i pazienti accolti in un mese in Fiera, nessun decesso.
Riapre il camposanto in cui è stato tumulato il primo deceduto per Covid in Bergamasca. Coda regolamentata. Il parroco: senso di solitudine
La Procura di Bergamo bussa in Regione, dove mercoledì 29 aprile i carabinieri del Nas di Brescia sono rimasti per una giornata intera.
L’inchiesta della Procura: il numero dei deceduti è pari alla somma dei tre anni precedenti. Indagini anche sulla carenza di mascherine per medici di base.
Non sarà un ritorno alla normalità, e cioè al periodo pre-Covid, perché l’obiettivo resta sempre quello di evitare nuovi contagi.
Tampone obbligatorio per i contagiati accertati e per quelli sospetti. Per gli altri potrebbe bastare il test sierologico.
Contagiati sul lavoro: 800 casi in Bergamasca. La stragrande maggioranza è personale sanitario. Sedici i morti, a tre famiglie già riconosciuta la rendita.
Decessi, la Rsa Zanchi sotto la media provinciale. Fin dalle prime ore ha chiuso ai visitatori e ai volontari: «L’isolamento ha pagato, nonostante le critiche iniziali».
Ecco cosa accadde domenica 23 febbraio all’ospedale di Alzano. Evacuato 4 ore. Un primario: lo volevamo chiuso, ma telefonarono da Milano.
Carabinieri del Nas nella sede dell’Asst di Seriate per acquisire i tamponi dei pazienti. Epidemia colposa il reato ipotizzato, nessun indagato
Pronto entro giovedì 2 aprile il presidio dell’Ana. Volontari alpini e artigiani da tutta la provincia hanno lavorato gratuitamente. Oggi arriva l’assessore Foroni. Il reportage di un giovane fotografo bergamasco, Lorenzo Zelaschi.
«La previsione è che entro mercoledì l’ospedale da campo possa funzionare». Antonio Tonarelli, generale di fanteria in pensione e ora direttore della logistica dell’Associazione nazionale alpini, ci conta.
Due dottoresse dell’Usca, il pronto intervento Ats: così i pazienti non devono attendere ore.
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