Medici e infermieri che si sono ammalati Seicento denunce per Covid all’Inail
Contagiati sul lavoro: 800 casi in Bergamasca. La stragrande maggioranza è personale sanitario. Sedici i morti, a tre famiglie già riconosciuta la rendita.
Classe 1965, lavoro a l’Eco di Bergamo dal 2000 (dal 2003 con la qualifica di inviato) per il quale mi occupo principalmente di cronaca giudiziaria.Sul treno del giornalismo sono salito nel 1989, avendo la fortuna di vivere gli ultimi sprazzi romantici di questo mestiere. Che ai miei occhi si sintetizzano con due elementi: la cappa di fumo letterario sprigionata dalle sigarette di pensosi redattori e il ticchettìo delle ultime macchine per scrivere, una soave grandinata che è stata la colonna sonora del mio inizio carriera.Da ragazzo sognavo di fare l’archeologo; coerentemente mi sono iscritto a Economia e Commercio in Città Alta, col risultato di naufragare miseramente negli studi ma riuscendo a laurearmi in briscola a chiamata al prestigioso ateneo del bar Circolino dove sfangavo i pomeriggi da universitario.Il giornalismo è arrivato quasi per caso, ma ha avuto il merito di dare un senso alla mia esistenza, offrendomi uno sbocco in un orizzonte lavorativo che si annunciava nero. Sono profondamente attaccato a questo mestiere, all’inizio l’avrei fatto anche gratis e mi meravigliavo che mi dessero pure dei soldi (anche se con i primi stipendi riuscivo a malapena a pagare la benzina da Sarnico, il paese dove sono nato e cresciuto, a Bergamo). E’ forse anche per questo che fino a qualche anno fa, quando m’è toccato accendere il mutuo per la casa, non ho mai badato troppo alla busta paga.In passato per questo giornale mi sono occupato anche di Atalanta, argomento su cui ho scritto anche dei libri. Per il calcio ho sempre palpitato, i rimbalzi di un pallone hanno scandito la mia vita. Ci ho giocato fino a 51 anni, a livelli infimi ma preziosi per farmi capire che una partita vissuta dal campo è spesso diversa da quella vista da una tribuna.Tra i mille difetti che ho c’è quello della scarsa inclinazione alla sintesi. Se siete riusciti ad arrivare fino a qui, avrete certamente capito.
Contagiati sul lavoro: 800 casi in Bergamasca. La stragrande maggioranza è personale sanitario. Sedici i morti, a tre famiglie già riconosciuta la rendita.
Decessi, la Rsa Zanchi sotto la media provinciale. Fin dalle prime ore ha chiuso ai visitatori e ai volontari: «L’isolamento ha pagato, nonostante le critiche iniziali».
Ecco cosa accadde domenica 23 febbraio all’ospedale di Alzano. Evacuato 4 ore. Un primario: lo volevamo chiuso, ma telefonarono da Milano.
Carabinieri del Nas nella sede dell’Asst di Seriate per acquisire i tamponi dei pazienti. Epidemia colposa il reato ipotizzato, nessun indagato
Pronto entro giovedì 2 aprile il presidio dell’Ana. Volontari alpini e artigiani da tutta la provincia hanno lavorato gratuitamente. Oggi arriva l’assessore Foroni. Il reportage di un giovane fotografo bergamasco, Lorenzo Zelaschi.
«La previsione è che entro mercoledì l’ospedale da campo possa funzionare». Antonio Tonarelli, generale di fanteria in pensione e ora direttore della logistica dell’Associazione nazionale alpini, ci conta.
Due dottoresse dell’Usca, il pronto intervento Ats: così i pazienti non devono attendere ore.
Medici e infermieri alla fine sono stati trovati, dunque l’ospedale da campo dell’Associazione nazionale alpini alla Fiera di Bergamo si farà. Dopo il momentaneo stop imposto dalla Regione mercoledì pomeriggio,giovedì è stata la stessa Giunta regionale a confermare che il progetto andrà in porto.
La struttura Ana Dopo il sopralluogo della mattinata la Giunta ferma i lavori: mancano certezze sul personale.
Alberto Zucchi, epidemiologo dell’Ats: «Mai avuto paura. Isolamento sociale? Necessario e non proibitivo».
Brontolona, diffidente, chiusa, pronta a impaurirsi non appena si deraglia dallo status quo . Eppure, quando scatta un’emergenza, Bergamo si rimbocca puntualmente le maniche, apre cuore e portafogli, presta gratuitamente i suoi muscoli. Si mette a disposizione.
A Nembro e Alzano in attesa della decisione del governo. I bambini giocano in piazza, i panettieri presidiano i forni con le brandine.
La testimonianza di una donna milanese in cura prima a Treviglio e poi a Bergamo. «A casa in quarantena, sto bene. Il vero problema? La spesa a domicilio».
Affittacamere accudisce un’ospite spagnola malata: «Mi hanno consigliato di telefonare, ma era sempre occupato. Paura del contagio? Sono fatalista ed è mio dovere starle accanto». L’Ats: non è virus.
La ricostruzione fatta giovedì 13 febbraio in aula dal Ris sulla base della tipologia degli schizzi di sangue: sorpresa alle spalle mentre stava lavando i piatti.
L’affondo del presidente della Corte d’Appello: «Da tenere in maggior conto i fascicoli sopravvenuti». Tribunale e Procura sopra la media dei fascicoli iscritti.
La Giustizia in fin dei conti è un’entità astratta, a volte tendente all’utopico, con le sue nobili garanzie, i princìpi sacrosanti, il diritto di avere diritti da parte di tutti. La sua macchina, invece, è terribilmente concreta, fatta di uomini che possono sbagliare e di risorse di cui è puntualmente lamentata la carenza. Lo sforzo immane e spesso velleitario è sempre stato quello di cercare di…
Il Riesame: no alla revoca della misura interdittiva per l’ex presidente del collegio sindacale. I giudici: approccio benevolo e tentativo di ridimensionare i peculati attribuiti a Cristini. Il legale: agì correttamente
Depositati gli esiti del prelievo sul giovane che causò la morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari: confermata la presenza di alcol.
È ignifugo come le lenzuola: perché allora le fiamme si sono sprigionate così velocemente? Alla vittima già sequestrato un accendino.
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