Omicidio Yara: dopo 6 anni la difesa Bossetti ottiene le copie di Dna
LA NOVITÀ. Si tratta del materiale raccolto durante le indagini, ci sono anche le foto dei Ris.
LA NOVITÀ. Si tratta del materiale raccolto durante le indagini, ci sono anche le foto dei Ris.
Festa dell’Unità L’on. Serracchiani su riforma Nordio Stasera la deputata Debora Serracchiani, membro della segreteria nazionale del Pd, interverrà alla festa dell’Unità di Scanzorosciate. Dalle 20,30 dialogherà con l’avvocato Federico Pedersoli, autore del libro«Appunti di un penalisti. Tredici storie di …
Venerdì scorso gli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni, difensori di Massimo Bossetti (condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio) hanno visionato nuovi reperti sul delitto all’Istituto di medicina legale di Milano, dove per l’occasione erano stati …
In Tribunale I giudici hanno accolto l’istanza e incaricato due esponenti delle forze dell’ordine di cercare i campioni richiesti
IN TRIBUNALE. Lunedì 7 ottobre a porte chiuse i legali del muratore condannato hanno visionato i guanti su cui vennero isolati due Dna.
In Tribunale Ieri a porte chiuse i legali del muratore condannato hanno visionato i guanti su cui vennero isolati due Dna
Caso Yara Denunciata per frode processuale dai legali di Massimo Bossetti per i reperti biologici deteriorati. Il gip di Venezia: «Ha agito correttamente»
Ieri l’udienza La richiesta della Procura dopo la denuncia dei legali di Bossetti sulla conservazione del Dna
La vicenda Letizia Ruggeri era stata denunciata da Massimo Bossetti per una presunta frode sui reperti del Dna
Davanti alla Corte d’assise presieduta da Donatella Nava, durante un’udienza a porte chiuse tenutasi in un’aula del tribunale di Bergamo e con Massimo Bossetti collegato dal carcere di Bollate dove sta scontando l’ergastolo, ieri sono stati mostrati alla difesa reperti …
È durata circa due ore l’udienza in tribunale a Bergamo, davanti alla Corte d’assise, in cui per la prima volta i legali di Massimo Bossetti, condannato definitivamente all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, hanno potuto visionare i reperti dell’inchiesta: «Il materiale da analizzare c’era».
Caso Yara Fissata l’udienza dopo la decisione della Cassazione. Indumenti e provette non potranno essere analizzati
Il 13 maggio davanti alla Corte d’assise di Bergamo i difensori di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, potranno vedere i reperti del procedimento, ma non fare nuove analisi come deciso dalla Cassazione.
Delitto Yara Gambirasio Inammissibile il ricorso della difesa. I legali: la giustizia non esiste. La famiglia: decisione ineccepibile e di buon senso
LA CASSAZIONE. La difesa di Massimo Bossetti non potrà analizzare i reperti dell’omicidio di Yara Gambirasio. Lo ha deciso venerdì 16 febbraio la Cassazione che ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dagli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni, legali del muratore di Mapello, in carcere dopo che è stato condannato definitivamente all’ergastolo.
L’appuntamento era per lunedì in tribunale, davanti alla Corte d’assise di Bergamo presieduta da Donatella Nava. Claudio Salvagni e Paolo Camporini, legali di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, avrebbero …
A maggio la Cassazione aveva accolto il ricorso della difesa di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, riguardante l’esame dei 98 reperti confiscati. Questo per consentire le indagini difensive finalizzate …
TRIBUNALE. È stata fissata l’udienza davanti alla Corte d’assise in cui i difensori del muratore di Mapello, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, potranno effettuare una ricognizione dei reperti relativi al delitto.
Sarà presentato domani a Bergamo il libro «Yara, autopsia di un’indagine»
Il delitto di Yara I legali vogliono una nuova analisi del Dna per la revisione del processo. I giudici supremi: «Ma servono motivi validi»