Caffè con L’Eco
Avevamo un piccolo rito, il caffè delle cinque. Si usciva dalla redazione del Giornale, si svoltava a sinistra e in tre minuti eravamo in via Dante, centro di Milano, già pedonalizzata e con i déhors dei bar in fila sulla strada.
Avevamo un piccolo rito, il caffè delle cinque. Si usciva dalla redazione del Giornale, si svoltava a sinistra e in tre minuti eravamo in via Dante, centro di Milano, già pedonalizzata e con i déhors dei bar in fila sulla strada.
Umberto Eco, morto venerdì sera a 84 anni, era molto legato anche a Bergamo e alla nostra Università, dove veniva abbastanza spesso. Sui social network si moltiplicano i messaggi per ricordarlo con fotografie e citazioni. La più citata: «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni».
Il mondo della cultura è in lutto. Si è spento alle 22,30 di venerdì 19 febbraio lo scrittore, filosofo e semiologo Umberto Eco. Aveva 84 anni ed è spirato nella sua abitazione. L’ultimo romanzo pubblicato da Bompiani nel 2015, nel giorno del suo compleanno è stato «Numero zero».
«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». Attacca internet Umberto Eco nel breve incontro con i giornalisti nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale a Tori…
Calimero protestava già 50 anni fa contro i pregiudizi e la mancata accettazione della sua diversità. Quello sfogo, che ha spopolato nell’indimenticata stagione di Carosello e ha fatto il giro del mondo, torna ora in 3D il 25 marzo su Rai2.
di Giorgio Gandola Questa ci mancava, e certamente mancava anche alla vanità smisurata di Umberto Eco. Il suo «Il nome della rosa» è diventato un libro maledetto da custodire con cura sottochiave per impedire reazioni incontrollate.