Referendum, il flop non è solo dei quesiti
I 5 referendum abrogativi sulla «giustizia giusta», voluti da Radicali e Lega, non hanno raggiunto il quorum, la metà più uno degli aventi diritto al voto, e quindi non sono validi.
I 5 referendum abrogativi sulla «giustizia giusta», voluti da Radicali e Lega, non hanno raggiunto il quorum, la metà più uno degli aventi diritto al voto, e quindi non sono validi.
Con un progetto di riforma costituzionale, Giorgia Meloni rilancia il tema del presidenzialismo. E lo fa a partire dalla constatazione di un’evoluzione di fatto (al di là delle regole) in tale direzione che la leader di FI ha colto nei più recenti passaggi istituzionali e della crisi della rappresentanza e della mediazione partitica in Parlamento.
Nessuno seriamente crede che il governo Draghi corra dei rischi di stabilità. La crisi internazionale è troppo grave perché l’Italia si possa concedere il lusso di una fase di turbolenza: si andrà avanti fino alle elezioni del 2023 e si farà di tutto per portare a termine il programma (già in parte concretizzato) che consente al nostro Paese di riscuotere tutte le rate del Pnrr.
Mario Draghi lavora alla riunione del G7 e soprattutto alla sua imminente visita a Washington: sono i due maggiori impegni del presidente del Consiglio il quale, dopo l’accordo sul catasto col centrodestra, non ha alcuna intenzione di andare in Parlamento per un dibattito sull’Ucraina prima del question time del 19 maggio come gli chiede insistentemente il M5S da giorni.
Come sempre accade nei momenti più difficili, Mario Draghi è salito al Quirinale per consultarsi con il Capo dello Stato. Motivo: con i 5 Stelle si è aperta una crisi sulla questione dell’aumento delle spese militari. Breve riepilogo: nel 2014 l’Italia, come tutti gli altri Paesi europei membri della Nato, ha accettato di portare le sue spese per la Difesa al livello del 2 per cento del Pil. L’im…
Il Presidente Mattarella non ha remore nel ricordare che l’impegno dell’Italia a favore degli ucraini consiste anche «nel sostegno concreto a chi resiste a difesa della propria terra contro un’invasione militare», ossia mandando nostre armi per ricacciare indietro i russi. Mattarella suggella la posizione che il Parlamento ha preso alla quasi unanimità ormai diverso tempo fa su iniziativa del gov…
Si dice che il presidente ucraino Zelensky abbia tenuto, di fronte al Parlamento italiano, un discorso assai più morbido del solito: ha evitato di invocare la no-fly zone (del resto ormai ha capito che non gliela concederanno) e non ha chiesto di avere copertura aerea contro i russi. Chissà che questo tono non sia da mettere in correlazione con il colloquio avuto con Papa Francesco prima di colle…
L’invasione russa dell’Ucraina ha ottenuto l’effetto di compattare l’Unione europea e di restituire ruolo alla Nato. Ma ha avuto anche altre conseguenze politiche: per esempio ha ammutolito i «partiti» filo-russi trasversali presenti nei vari Paesi europei. Anche in Italia, come tutti sanno, c’è stato a lungo un «partito di Putin»: adesso è costretto a tacere o a fare imbarazzanti contorsionismi.…
Non era difficile da prevedere: che i quattro capitomboli del Governo della settimana scorsa non sarebbero stati gli ultimi. E infatti. Ieri la Lega per poco non provocava il quinto. In attesa del sesto, naturalmente. La Lega ha sempre mal sopportato il Green pass, si sa. Un po’ per convinzione, un po’ per non farsi rubare i voti no vax da Giorgia Meloni che, stando all’opposizione, cammina liber…
Chi si illudeva che, rieleggendo Mattarella, la situazione politica si sarebbe stabilizzata lasciando Draghi al lavoro per i prossimi due anni, si sta disilludendo. Certo Mattarella rappresenta la massima protezione possibile per il governo, con tutto quello che comporta in termini di relazioni internazionali e finanziarie, ma il problema è che - una volta confermati i due punti fermi al Quirinal…
Il tono enfatico del comunicato diffuso al termine della riunione della Lega che ha confermato la leadership di Matteo Salvini non riesce a nascondere le difficoltà del momento per il leader, appunto, e il suo partito. Difficoltà che nascono molto prima della battaglia (persa) del Quirinale, diciamo dal Papeete, ma che nei giorni che hanno condotto alla rielezione di Sergio Mattarella si sono dra…
All’indomani della rielezione del presidente Mattarella, la scena dei partiti è quella del giorno dopo lo tsunami: coalizioni lacerate, leader azzoppati. Nulla è cambiato, nel senso che viene ripristinato il binomio Mattarella-Draghi, ma molto sta cambiando. Se il Capo dello Stato preserva l’equilibrio istituzionale e di governo, il sistema delle forze politiche, giunte alla soglia della Terza Re…
Oltre 400 astenuti e 261 schede bianche nella quarta votazione, giovedì 27 gennaio, per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Il fatto era previsto: Berlusconi rinuncia a candidarsi al Quirinale, come ha scritto in un messaggio inviato al vertice di centrodestra di ieri sera. Alla vigilia di una settimana che determinerà il futuro del Paese, ha sciolto la riserva che teneva bloccata la tattica elettorale della coalizione. Via un ostacolo e un nome divisivo, ma siamo ancora agli inizi. Nel fare il «beau geste» in nome…
Il legame fra il Quirinale e il destino del governo, se non della legislatura, è sempre più stretto: il centro di gravità, il punto d’attrito continua ad essere l’assetto dell’esecutivo. Con o senza Draghi, e con l’augurio di non perderlo. Manca il regista, l’uomo della sintesi, in quella che rischia di essere – per dirla con l’anziano socialista Rino Formica –una tombola e mentre si dovranno cap…
Il vertice del centrodestra ha preso la sua decisione unitaria: alla presidenza della Repubblica candiderà Silvio Berlusconi, anzi gli chiederà di «sciogliere la riserva» sulla candidatura. Tutti d’accordo nonostante settimane di passione in cui è apparso evidente a tutti che Matteo Salvini e Giorgia Meloni consideravano l’ambizione del Cavaliere di salire al Quirinale come una specie di senile c…
Il governo di quasi unità nazionale è in affanno, si veda la gestione di Omicron, anche se al tecnico Draghi non manca la mediazione politica, come s’è notato in queste settimane. Il primo a saperlo è Salvini, che deve decidere se abbandonare definitivamente la rotta populista o accettare il draghismo. Un esecutivo dal fiato corto: la testa è al Quirinale, il cuore di bottega delle forze politich…
La corsa al Quirinale continua in una apparente confusione senza che si intraveda una regia, o meglio un regista: un leader politico in grado di raccogliere le volontà degli altri e condurli verso un obiettivo condiviso. Successe nel 1999 con D’Alema che fece eleggere Ciampi al primo scrutinio e quindici anni prima era accaduto con De Mita che aveva portato Cossiga al Quirinale con un altro capol…
Dalla tradizionale conferenza stampa di fine anno abbiamo capito quello che già sapevamo per intuito e logica: Mario Draghi è pronto a candidarsi alla presidenza della Repubblica per sostituire Sergio Mattarella, giunto al termine del settennato e per nulla intenzionato a prolungare il mandato (circostanza che avrebbe semplificato di moltissimo la questione). Pur senza annunci espliciti, che non …
La realtà è che l’Italia è in una posizione assai più favorevole, quanto a contagi da Covid e da variante Omicron, del resto d’Europa. E lo è per effetto di una campagna vaccinale che, grazie all’impulso della struttura del generale Figliuolo, ha raggiunto livelli più alti che altrove mentre accelera anche la distribuzione della terza dose. È un fatto che in più occasioni governanti di Paesi amic…