Omicidio Laura Ziliani, confessa il fidanzato della figlia
Il caso Svolta nelle indagini sul delitto di Laura Ziliani. Mirto Milani, di Roncola San Bernardo, ha confessato l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù avvenuto l’otto maggio di un anno fa.
Il caso Svolta nelle indagini sul delitto di Laura Ziliani. Mirto Milani, di Roncola San Bernardo, ha confessato l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù avvenuto l’otto maggio di un anno fa.
Laura Ziliani sarebbe stata soffocata e poi seppellita: sono le conclusioni alle quali è arrivato il medico legale che ha depositato la relazione conclusiva sulla 55enne di Temù, nel Bresciano, scomparsa l’8 maggio è ritrovata cadavere nell’agosto scorso.
Le sorelle Paola e Silvia Zani, figlie dell’ex vigilessa di Temù, e Mirto Milani, fidanzato della maggiore residente a Roncola San Bernardo, sono in carcere da dieci giorni con l’accusa di aver ucciso Laura Ziliani per mettere le mani sul patrimonio immobiliare della donna.
E-mail anonima inviata alla polizia locale. Ma non si risalì mai all’autore, «pagato per non parlare».
Mentre la Procura di Brescia indagava sulla morte di Laura Ziliani, una delle figlie - oggi in carcere - della donna scriveva su YouTube e commentava le trasmissioni Rai che parlavano della scomparsa dell’ex vigilessa di Temù.
Nessuno ha parlato, come da previsione. Prima Paola e Silvia Zani, poi Mirto Milani: tutti e tre martedì 28 settembre mattina si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori di garanzia in carcere.
È finito l’interrogatorio delle due sorelle a Brescia: è durato 40 minuti. Terminato poco prima delle 11 anche quello a Mirto Milani, di Roncola San Bernardo. Restano aperte tutte le domande sull’uccisione della ex vigilessa di Temù.
Il 26enne di Roncola, arrestato venerdì insieme alle due figlie della vittima, era intercettato al telefono. Era iscritto a un sito di «crime». L’«errore» delle scarpe. E con le complici tradito dal «contapassi» della vittima.
Laura Ziliani scomparve l’8 maggio e venne ritrovata tre mesi dopo. Nel corpo tracce di psicofarmaci. Venerdì la svolta, dopo mesi di intercettazioni e depistaggi. Un residente li vide abbandonare una scarpa della vittima.