Il diritto al cibo, tempo finito per le parole
MONDO. Di nuovo il Papa e di nuovo il Presidente. E di nuovo una lezione perfetta e precisa alla Fao di Leone XIV e di Sergio Mattarella ad un mondo dove le lacrime sono più copiose di ogni aiuto.
MONDO. Di nuovo il Papa e di nuovo il Presidente. E di nuovo una lezione perfetta e precisa alla Fao di Leone XIV e di Sergio Mattarella ad un mondo dove le lacrime sono più copiose di ogni aiuto.
ITALIA. Il punto su cui più si sta discutendo è quello del «contributo» da chiedere alle banche e alle assicurazioni.
ITALIA. Ogni società civile, per quanto caratterizzata da specifiche connotazioni antropologiche, è implicitamente plasmata da tre forze. La «forza della tradizione», cioè dei costumi, delle usanze e del sapere consolidato.
ITALIA. Nelle manifestazioni per la pace che hanno animato e agitato strade e piazze di molte città è stata palese la presenza di giovani e giovanissimi/e. Non è invero una novità, perché già tale protagonismo si era espresso, ad esempio, nei cosiddetti scioperi per il clima, ispirati da Greta Thunberg.
ITALIA. C’è una parola che usiamo spesso, ma che rischiamo di aver svuotato del suo significato più vero: povertà. La riduciamo a un problema da risolvere in fretta, a una bolletta da pagare, a un letto che manca.
ITALIA. Nelle miniere di carbone, un tempo, i canarini venivano portati sottoterra per segnalare l’arrivo dei gas tossici: se smettevano di cantare, voleva dire che c’era pericolo.
ITALIA. Eugenio Giani, il governatore della Toscana che una gran parte del Movimento Cinque Stelle avrebbe voluto rottamare per accettare l’alleanza in Regione con il Pd, ha stravinto con il 54 per cento dei voti, distaccando di tredici punti Alberto Tomasi, il sindaco di centrodestra di Pistoia.
MONDO. Molte cose possono ancora andare storte, perché né la dirigenza di Hamas né il Governo di Israele meritano fiducia cieca e incondizionata. Se non bastassero gli eventi degli ultimi due terribili anni, arrivano le notizie di queste ore.
MONDO. La crisi istituzionale che attraversa la Francia in questi giorni non può essere letta soltanto come una vicenda politica. Essa segnala una tensione forse più profonda, che tocca l’equilibrio stesso della forma di governo della V Repubblica.
MONDO. Dopo un «purgatorio» di 4 anni, il leader populista Andrej Babis (imprenditore con interessi nel settore agro-alimentare, dell’edilizia e della logistica) è tornato al potere nella Repubblica Ceca.
MONDO. Non è importante che il gatto sia bianco o nero, l’importante è che prenda il topo, recita un noto motto attribuito a Mao Tse Tung. Forse Trump è più nero che bianco, ma questo non conta. Quel che conta è che ha preso il topo.
ITALIA. La crisi francese evoca nella stampa internazionale il ricordo di quella che fu l’Italia del 2011 e 2012. Un Paese, quello transalpino, afflitto dal caos politico, da un debito che si avvicina al 125% del Pil, un deficit al 5,8% e una crescita asfittica.
MONDO. «Sono complice dell’accordo di pace». Giorgia Meloni, pronta a partire per l’Egitto per la firma dell’accordo di pace cui è stata invitata, non si priva di rispondere polemicamente a quanti l’hanno denunciata per «complicità nel genocidio», azione che evidentemente l’ha ferita.
MONDO. Non c’è nulla di nuovo. E non è un paradosso. All’esame critico la fede e la religione dei cristiani si conferma cruciale per cambiare il mondo e le sue regole inique.
MONDO. Prima di tutto le prossime tappe. Ieri la riunione del Governo di Israele, ancora in corso a tarda ora, per dare il benestare alla firma dell’accordo stipulato con Hamas attraverso la mediazione di Egitto, Qatar e Turchia.