Terno d’Isola, camminata di presidio del territorio: «Ognuno sia libero di girare in sicurezza» - Foto e video
L’INIZIATIVA. Un’occasione di confronto tra l’amministrazione comunale e la cittadinanza sul tema della sicurezza.
L’INIZIATIVA. Un’occasione di confronto tra l’amministrazione comunale e la cittadinanza sul tema della sicurezza.
BERGAMO. Domenica 8 settembre la Rete bergamasca contro la violenza di genere ha riproposto il presidio mensile in città, dedicandolo alla 33enne uccisa a Terno d’Isola. Lo zio e una cugina di Sharon Verzeni hanno letto un messaggio.
DELITTO DI SHARON. Il sindaco Bertuetti rompe il silenzio e spiega gli interventi del Comune: «Non diamo la colpa a nessuno, ma ci interroghiamo su cosa non abbia funzionato».
L’OMICIDIO DI SHARON. Tra gli oggetti consegnati dai carabinieri di Bergamo al Reparto investigazioni scientifiche di Parma anche uno zaino, due braccialetti e i vestiti di Moussa Sangare, recuperati in una borsa che lui stesso aveva gettato nell’Adda a Medolago.
BERGAMO. Ad agosto 77 chiamate ai Centri di sostegno. La «Rete bergamasca contro la violenza di genere» rinnova l’invito a partecipare al presidio l’8 di ogni mese: appuntamento domenica 8 settembre dalle 18,30 in Largo Rezzara.
DELITTO DI TERNO. Sangare aveva salvato nelle note la fotografia dell’albero sulla riva dell’Adda a Medolago e il percorso per arrivare al punto in cui aveva sotterrato l’arma. Sabato i sub alla ricerca della borsa con i coltelli.
IN VIA MERELLI. Presenti i carabinieri e il compagno della donna, Ruocco. La casa era stata posta sotto sequestro subito dopo l’uccisione di Sharon Verzeni.
I TESTIMONI. Rintracciati dai carabinieri i due quindicenni di Chignolo: uno è già stato sentito e ha confermato. Il fermato aveva due telefonini: «Le ho messo una mano sulla spalla: Sharon tremava». A breve sarà trasferito.
LE INDAGINI. Moussa Sangare, prima di uccidere Sharon Verzeni nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola, li aveva minacciati con il coltello. Uno è già stato sentito e ha confermato.
SUISIO. I Ris per cinque ore nell’abitazione di Sangare. Usato anche il luminol. Repertati abiti, monili e tracce.
IL DRAMMA DI SHARON. Il gip ha disposto il carcere per il trentenne Moussa Sangare. «Assalito dal desiderio di provare emozioni forti». Lui: liberato di un peso.
IL CASO. Convalidato il fermo e disposto il carcere per Moussa Sangare, l’uomo che ha confessato di aver ucciso Sharon Verzeni. A Suisio i Ris nell’appartamento dove viveva: sopralluogo di 5 ore. Il gip: stato mentale pienamente integro, ha scelto il bersaglio più vulnerabile. L’uomo trasferito in un altro carcere per la sua incolumità.
A SUISIO. L’avvocato della donna e della sorella, che avevano fatto denuncia: «È la richiesta umana di una mamma». Maj: «Perizia psichiatrica? È presto».
IL RACCONTO. Amin e Mohamed spiegano: «L’avevamo visto quella sera mentre ci allenavamo a Chignolo».
IN CARCERE. Lunedì mattina 2 settembre, nel carcere di via Gleno a Bergamo, Moussa Sangare comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari Raffalla Mascarino e avrà modo di ribadire le motivazioni che lo hanno spinto, la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi, a uccidere con quattro coltellate Sharon Verzeni.
DELITTO DI TERNO. Le parole del 31enne alla vittima prima di colpirla al petto. Il grido di Sharon: «Perché?». «Avevo visto altre persone, ma le ho scartate».
IL GIORNO DOPO. Il 31enne Moussa Sangare in carcere sotto stretta sorveglianza. Per il suo avvocato Giacomo Maj «ogni valutazione di perizia psichiatrica è prematura». Il compagno di Sharon, Sergio Ruocco, è tornato a Terno d’Isola: casa ancora sotto sequestro.
ITALIA. Quella dell’identificazione del presunto omicida di Sharon Verzeni è certamente una «buona» notizia da molti punti di vista. In primo luogo, perché spazza via le inutili speculazioni circolate da un mese a questa parte sulla vittima e sul contesto familiare che le ruotava attorno.
SUISIO . Il cartonato sequestrato insieme alla bicicletta usata la sera del delitto. Dopo la rottura con la famiglia, viveva in una stanza occupata abusivamente.
BOTTANUCO. Il fidanzato di Sharon: lunghi giorni di assedio. Ora finalmente cancellate le insinuazioni dette su di noi. Papà Bruno: la sua morte provochi in tutti maggiore sensibilità sulla della sicurezza. Il parroco: in paese torni la pace.